Citazione da: DivinityOfDarkness - Agosto 19, 2012, 12:53:28 AM
Citazione da: alex - Agosto 17, 2012, 07:48:06 PM
Approfitto di questo topico per lanciare un appello ai maniscalchi di più ampie vedute.
Riappriopriatevi del pareggio, e in particolare del pareggio barefoot! Chi meglio di voi potrebbe eseguirlo? Chi meglio di voi, se dotato di assoluta obiettività, che sarà premiata dalla fidelizzazione del cliente (anche se qualche cliente ridurrà il numero di chiamate) è in grado di spiegare, per filo e per segno, vantaggi e svantaggi della ferratura e della "non ferratura" e consigliare al meglio il cliente?
Il mio maniscalco, alla domanda "ma tu segui cavalli sferrati?" mi ha risposto "ho smesso. Ora pare che qualuque collione che esca da un weekend di corso per barefoot si senta in grado di giudicare e criticare il mio lavoro e il mio modo di pareggiare. Se son tanto bravi, che facciano da sè, io no voglio più seguire cavalli barefoot perchè non voglio immischiarmi in questo ambiente. Che stiano tra di loro a dirsi 'bravo' a vicenda.".
Secondo me la barefutterìa soffre di un terribile complesso di inferiorità rispetto la mascalcìa, generalmente questo tipo di complesso trova sfogo nella aggressività e nella mania di grandezza infatti la barefutteria ha: -
rubato gli attrezzi alla mascalcìa, infatti non c'è un attrezzo specifico da barefutto.
Ha adottato/ha dovuto adottare la sua terminologia, poche sono le parole tipicamente barefutte (quali??).
Ha copiato le sue tecniche fondamentali di bilanciamento e di sistemazione dello zoccolo.
Inoltre, un bravo maniscalco diventa un bravo barefutto in
sette minuti, un bravo barefutto quanto tempo necessita per diventare un bravo maniscalco ? Anni ed anni, il bravo maniscalco oltre a pareggiare ed inchiodare i ferri, deve saper costruire i ferri speciali, specialmente quelli per puledri nati coi piedi difettati che vanno fatti necessariamente su misura.
Non entro nella querelle, non faccio il tifo né per gli uni né per gli altri, ripeto: - sono per la barefutterìa - da 5 anni ho il lallo scalzo, ho fatto sferrare altri 4 lalli - ma se è il caso faccio ferrare senza fare un plissé.
Il barefutto integralista attacca la mascalcìa a testa bassa, persone come Alex - più ragionevoli - sognano una pacifica commistione: - cosa assolutamente impossibile, mi spiego.
Se la barefutteria è una filosofia, un'etica, uno stile di vita allora non c'è discussione, ha ragione il maniscalco di Div/tà: -
Che stiano tra di loro a dirsi 'bravo' a vicenda.
Se invece la barefutterìa discende da un ragionamento pratico e concreto allora sarebbe auspicabile il contributo di tutti...auspicabile ma difficilmente realizzabile perché sia i maniscalchi sia i barefutti sanno/sospettano che quando i loro clienti
apriranno gli occhi, quando i gestori di maneggi faranno bene i loro conti, scopriranno di poter fare quasi completamente a meno dei barefutti e di utilizzare i maniscalchi solo per i lalli
da alte prestazioni...non ci credete ?
http://www.cavalloplanet.it/index.php?topic=867.0
Se dal punto di vista dell'arte applicata potrei essere fondamentalmente concorde, dal punto di vista dell'applicazione teorica e dello studio sono convinto che il complesso sia ribaltato.
Di maniscalchi dediti allo studio, alla lettura, alla ricerca, all'anelito della "cultura", ne conosco pochi, pochissimi, forse uno.
A chi mi dice che il livello di istruzione medio del maniscalco (in Italia) non gli consente una sufficiente apertura mentale, rispondo che ciò non è scusante, semmai è ulteriore dimostrazione di una scelta professionale "di ripiego".
E' esattamente lo stesso percorso che distingue Oliveira da un istruttore medio della italica equitazione.
Posso in parte capire il discorso su scala generale, ma solo in parte, entrando nello specifico caso il maniscalco sopra citato é sicuramente il migliore in italia nel suo settore e ben conosce anche il pareggio, quello che crea un divario sono gli estremismi e qui in zona ho discusso più volte con presunti esperti di barefoot che dopo mezzo corso si sono eletti a divinità del pareggio, purtroppo non sono tutti come PP, Alex, Nicola, Rhox o Ipparco.... Anche il panorama barefoot é pieno di "fave".
IO e il mio maniscalco andiamo molto d'accordo, mai avuto un contrasto IO dico la mia idea e lui la sua.
Quando ho preso Tibul, il cavallo in quasi 2 anni che è stato in allenamento a Corridonia il maniscalco è sempre stato lo stesso che ferra a me, quindi il cavallo conosceva bene la sua storia e bisogni, per questo la prima volta che viene da me mi fà; guarda che se rimetti dritto questo cavallo , se torna da corsa ti devrò fare un ferro particolare per l'anteriore con un tirante in diagonale all'interno del ferro altrimenti stò cavallo non cammina.
Passano in mesi ,visto che ho il patentino qualche corsa lo monto IO , preso a febbraio dopo diverse corse la situazione migliorava ma ancora segni di fiducia pochi, arriva fine ottobre monto IO in GR, il cavallo corre allo scoperto si pianta gli ultimi 400metri ( la corsa era di 1750 metri). Dopo la corsa il mio socio mi fà; il cavallo lo visto bene che corse ha in programma, rispondo c'è poca roba solo un in fantini a 1350 metri un pò corta, il socio fà proviamo, arriva novembre in pista il cavallo favorito e di propietà di chi mi ha venduto Tibul, ci incontriamo e dice; ma oggi ha sbagliato distanza e terreno, il cavallo con questo fondo pesante per la pioggia non cammina, stringo le spalle vado in pista , il favorito arriva terzo e Tibul vince.
Ho tenuto questo cavallo per 7 anni ha vinto in 55 gare ha vinto 9 volte più diversi secondi terzi e quarti posti,
Ma il mio maniscalco che è sempre lo stesso la sua ferratura speciale non la mai proposta più
le cose cambiano il maniscalco deve saper fare il maniscalco, ma chi sta in sella se non ci sa stare ai voglia a andare a dare la colpa al maniscalco
Citazione da: Nicola - Agosto 19, 2012, 10:01:37 AM
Se dal punto di vista dell'arte applicata potrei essere fondamentalmente concorde, dal punto di vista dell'applicazione teorica e dello studio sono convinto che il complesso sia ribaltato.
Di maniscalchi dediti allo studio, alla lettura, alla ricerca, all'anelito della "cultura", ne conosco pochi, pochissimi, forse uno.
A chi mi dice che il livello di istruzione medio del maniscalco (in Italia) non gli consente una sufficiente apertura mentale, rispondo che ciò non è scusante, semmai è ulteriore dimostrazione di una scelta professionale "di ripiego".
E' esattamente lo stesso percorso che distingue Oliveira da un istruttore medio della italica equitazione.
Dopo anni di isolamento per deliberata scelta, dall'inizio dell'anno sono stato
costretto a rifrequentare l'ambiente equestre locale.
Mentre per l'istruzione equestre la situazione è rimasta più o meno quella che era:
gambegambe, per la mascalcìa è tutto cambiato, ci sono in zona 4 giovinotti che operano bene, veramente bene: - http://www.cavalloplanet.it/index.php?topic=870.0
Forse siamo di fronte ad un'altro
complesso, questa volta di superiorità del quale soffre l'equitazione itagliana la quale si è crogiolata nel presunto primato ereditato da Caprilli o per meglio dire dai caprillioni per decenni, distruggendo di fatto la cultura equestre; infatti il complesso di superiorità tende ad
ingessare il complessato impedendogli di rinnovarsi .
Così, mentre per la mascalcìa - anche negli anni bui - si è continuato a mantenere a Pinerolo - che sarebbe dovuta essere la nostra Saumur - una efficientissima scuola di mascalcia, per quanto riguarda l'istruzione equestre i militari hanno solamente cantata la messa caprilliana, ignorando il dressage, snobbando l'equitazione classica, disprezzando quella da circo.
Per quello che ne so una sola voce cantò fuori del coro, quella del generale Susanna, gli altri in uniforme si uniformarono il risultato: -
gambegambe.
E' ovvio che ci saranno cavalieri italiani che si sono evoluti, che sono stati all'estero, che hanno frequentato maestri stranieri, ma non basta perché ci sono altri fattori che abbiamo persi che concorrono a fare
Squola, ma questo è un'altra storia.
Citazione da: Nicola - Agosto 19, 2012, 10:01:37 AM
Se dal punto di vista dell'arte applicata potrei essere fondamentalmente concorde, dal punto di vista dell'applicazione teorica e dello studio sono convinto che il complesso sia ribaltato.
Di maniscalchi dediti allo studio, alla lettura, alla ricerca, all'anelito della "cultura", ne conosco pochi, pochissimi, forse uno.
A chi mi dice che il livello di istruzione medio del maniscalco (in Italia) non gli consente una sufficiente apertura mentale, rispondo che ciò non è scusante, semmai è ulteriore dimostrazione di una scelta professionale "di ripiego".
E' esattamente lo stesso percorso che distingue Oliveira da un istruttore medio della italica equitazione.
Allora potrebbe essere una buona idea ampliare il numero di
maniscalchi professionisti seri conosciuti prima di esprimere un idea sul complesso.
Le scelte di ripiego non portano a diventare un maniscalco professionista serio, debitamente preparato e con esperienza. Pertanto tali figure, scarsamente professionali non vanno prese neanche in considerazione.
Citazione da: Miky Estancia - Agosto 19, 2012, 06:33:44 PM
Allora potrebbe essere una buona idea ampliare il numero di maniscalchi professionisti seri conosciuti prima di esprimere un idea sul complesso.
Ammettiamo pure che ne abbia, in circa trent'anni di pratica equestre, conosciuti troppo pochi (non si può mai dire), il problema resta: come ho mille volte in mille diversi luoghi ripetuto, quello che chiedi in Italia non è possibile, perchè non è possibile dare risposta certa alle seguenti semplici e banali domande:
- quale è il requisito di legge minimo necessario per fregiarsi del titolo di maniscalco?
- qual'è il percorso formativo che conduce all'ottenimento di tale requisito?
- il mantenimento del titolo, quali percorsi di aggiornamento prevede?
Ora, in Francia ed in Germania mi pare che a queste domande un maniscalco possa facilmente rispondere. E se uno è un cane, io cliente posso riferirmi al suo "organo professionale" per segnalare il mio issenso col suo operato.
Ad abundantiam ripeto. Il mio ex maniscalco è un uomo competente, allievo di Blasio, ha studiato a Pinerolo. La mia cavalla, ferrata da lui per 4 anni, non ha mai avuto alcun problema evidente causato dalla ferratura.
Discorso che non fa un plissé.
Detto questo, per chi ha un minimo di competenza non abbisognano titolo per distinguere un attaccaferri da un maniscalco.
Non scordiamoci che il maniscalco era considerato un personaggio di altissimo livello, da cui Maresciallo il più alto titolo militare in tutto il mondo tranne che in Itaglia..chissaperché !!
il problema per me è che troppi proprietari non hanno le competenze per giudicare il lavoro del proprio maniscalco, del proprio veterinario, del proprio istruttore, ecc.
ma perchè manca in generale la cultura equestre.
quindi come si può valutare il maniscalco bravo dall'appiccicaferri se non so come è fatto un piede sano di un cavallo?
sinceramente io ad oggi ho trovato pochissime persone disposte a spiegarti cosa stanno facendo, come e perchè lo fanno, quali cambiamenti dovrebbero esserci, ecc..
il maniscalco, piuttosto che il vet, arrivano, piazzano i ferri in alluminio e il proprietario cataloga la cosa come necessaria senza avere la minima idea perchè..
è pieno di cavalli ferrati con ferrature correttive, ferri speciali, ecc senza un motivo, ma perchè così gli girava quel giorno a chi lo ha proposto (salvo poi che mediamente costano molto di più)
Citazione da: rhox - Agosto 19, 2012, 10:56:18 PM
sinceramente io ad oggi ho trovato pochissime persone disposte a spiegarti cosa stanno facendo, come e perchè lo fanno, quali cambiamenti dovrebbero esserci, ecc..
Sinceramente su 3 maniscalchi 2 son stati disposti a spiegare il tutto, sarà ma io tutte queste difficoltà nel trovare il professionista non le vedo, il primo "fornito" dal proprietario del maneggio nemmeno lo trovavo a ferrare... trovavo il cavallo ferrato (di m***a) e nemmeno sapevo che faccia avesse, quindi cambio e cerco da solo il professionista.
Il proprietario del cavallo deve interessarsi, altrimenti che compri una vespa.
Citazione da: DivinityOfDarkness - Agosto 19, 2012, 12:53:28 AM
Il mio maniscalco, alla domanda "ma tu segui cavalli sferrati?" mi ha risposto "ho smesso. Ora pare che qualuque collione che esca da un weekend di corso per barefoot si senta in grado di giudicare e criticare il mio lavoro e il mio modo di pareggiare. Se son tanto bravi, che facciano da sè, io no voglio più seguire cavalli barefoot perchè non voglio immischiarmi in questo ambiente. Che stiano tra di loro a dirsi 'bravo' a vicenda.".
però attualmente è pieno di corsi di mascalcia che durano 2 giorni esattamente come quelli barefoot..
fatti da fare associazioni sportive e le cui persone che ci escono mi fanno paura come quelli che lo fanno dopo un corso barefoot..
solo che uno mal che vada toglie troppa suola a un cavallo, l'altro rischia di piantare un chiodo nel vivo del piede.
premettendo che eticamente non è giusto praticare causando sofferenza a un animale così tanto per, ci sono delle attività più rischiose. piantare chiodi in un piede per me è una delle più complesse perchè c'è la grossa variabile movimento del cavallo.
con 2 giorni di corsi non hai postura, resistenza, trucchetti per gestire al meglio un cavallo che si stufa di stare a 3 gambe, maneggiare chiodi, coltellaccio, martello, ecc è molto più rischioso per l'incolumità del binomio..
mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i vari maniscalchi degli studenti di questi corsi di 2 giorni come base e poi 2-3 giorni dopo come avanzato..
Citazione da: rhox - Agosto 19, 2012, 11:22:06 PM
mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i vari maniscalchi degli studenti di questi corsi di 2 giorni come base e poi 2-3 giorni dopo come avanzato..
Il maniscalco in questione li reputa collioni usciti da 2 giorni di corso.
Posso dirti solo quel che pensa quel maniscalco, non altri 30, e conto di tenermelo stretto.
Citazione da: piciopacio - Agosto 19, 2012, 10:41:13 PM
Discorso che non fa un plissé.
Detto questo, per chi ha un minimo di competenza non abbisognano titolo per distinguere un attaccaferri da un maniscalco.
Non scordiamoci che il maniscalco era considerato un personaggio di altissimo livello, da cui Maresciallo il più alto titolo militare in tutto il mondo tranne che in Itaglia..chissaperché !!
Anche i pittori e gli scultori, fino almeno all'800 erano persone tenute in altissima considerazione. In effetti in quel campo avere un buon maestro era fondamentale per un giovane artista, il quale, per ottenere le prime commesse, dichiarava apertamente il nome del maestro, il suo caposcuola.
E' evidente d'altro canto che il pubblico di Michelangelo e di Bernini erano assai più allenati a riconoscere la maestria di quanto lo siamo noi, come è certo che mio nonno, alpino, ne sapeva di muli certamente più di me.
Che ora il soggetto equitante medio abbia l'occhio sufficiente allenato, dubito fortemente.
Però una volta che il maniscalco ti inchioda un cavallo, col piffero che lo richiami, anche se sei il più scemo degli scemi... Il cavallo ti va zoppo subito, mal che vada chiami un altro tizio che, di solito, riesce a rimediare il danno o a limitarlo, perchè in genere il pareggio del maniscalco in erba (o meglio, in erba alta...in alto mare!) non è mai aggressivo su muraglia e talloni, li lascia lughi e alti appunto per paura di levar troppo.
Senza contare che il maniscalco della domenica, uscito da 2 o 3 giorni di corso dell'associazione verde, deve perlomeno investire in chiodi, martelli e ferri, ma giammai prenderà una forgia da 2000 euro e un furgoncino da 20mila da allestire. "Io ferro a freddo" è la tipica frase del maniscalco improvvisato, perchè per lui ferrare a caldo vuol dire strinare il piede col ferro incandescente.E lo vedi lì, che si mette a martellare dei ferri che,così a freddo, non si deformano manco se ci casca un asteroide.
Come dissi altrove qui sul forum
CitazioneOrpoboia...allora,diciamo innanzitutto che il maniscalco medio SA pareggiare, sa usare gli strumenti, conosce il piede e, per passare a pareggiare cavalli scalzi il passo è breve.
Per un pareggiatore, arrivare a saper ferrare a caldo il passo è moolto più lungo.
Il problema è che da quando è nato il barefut, almeno 3 miei conoscenti si son messi a far corsi e pareggiare. 200 euro di investimento per il materiale e via, sono divetati pareggiatori superatural cintura nera 3° dan del mustangrollo.
Improvvisarsi maniscalchi è molto più oneroso e rischioso.
Il tizio che arriva col furgone attrezzato con banco di lavoro, forgia a gas, incudine, un discreto numero di modelli ferri, pinze, smerigliatrici e stucco mi dà idea che perlomeno per l'attrezzatura s'è impegnato, ci ha investito ed è il suo lavoro. Lo spero... perchè se deve fingere o prenderlo per hobby, caxxio, ce ne sono di più leggeri e divertenti, magari anche più remunerativi e decisamente meno rischiosi e dispendiosi.
Far finta di essere maniscalco è rischioso. Lo vedi quello che è disinvolto nel maneggiare ferri incadescenti e quello che tentenna ad ogni mossa, per timore di grattarsi via un dito con la mola, cuocersi una mano col ferro bollente, pestarsi il pollicione col martello o strapparsi una gamba coi chiodi non ancora ribattuti.
Il barefutto di 3 giorni di corso si arroga il diritto di fare dei piedini da cenerentola scolpendo il suo piede ideale del mustang a partire da due ciabatte
De Fonseca. Di solito lo fa ai piedi del cavallo dell'amico del cuggggino che lo tiene in giardino.
Arriva col suo treppiede evidentemente intonso o che ha visto ben pochi cavalli, grembiule ancora del colore originale, kit di raspe preso su ebay o al corso, tutte rigorosamente coordinate e della stessa marca, allineate come gli affettati nel banco frigo.
Non ha che da mettersi lì in silenzio, senza il casìno della forgia e del martello sull'incudine o del ferro che frigge in acqua, e iniziare ad affettare. Mal che vada si ferma, scruta il piede con aria concentrata..e riprende a rimpicciolire il piede.
Se un cavallo è avvezzo al curasnette, non c'è molto altro cui deve abituare il cavallo.
Conclusione: è piùfacile far finta d'esser pareggiatore che far finta d'essere maniscalco. Infatti un attaccaferri prima o poi si smaschera..ma il pedicure no.
Citazione da: rhox - Agosto 19, 2012, 10:56:18 PM
il problema per me è che troppi proprietari non hanno le competenze per giudicare il lavoro del proprio maniscalco, del proprio veterinario, del proprio istruttore, ecc.
ma perchè manca in generale la cultura equestre.
....però troppe volte si sentono in diritto di dire al professioista come deve fare il suo lavoro :icon_rolleyes:
Citazione da: DivinityOfDarkness - Agosto 20, 2012, 12:06:09 AM
Il tizio che arriva col furgone attrezzato con banco di lavoro, forgia a gas, incudine, un discreto numero di modelli ferri, pinze, smerigliatrici e stucco mi dà idea che perlomeno per l'attrezzatura s'è impegnato, ci ha investito ed è il suo lavoro. Lo spero... perchè se deve fingere o prenderlo per hobby, caxxio, ce ne sono di più leggeri e divertenti, magari anche più remunerativi e decisamente meno rischiosi e dispendiosi.
Far finta di essere maniscalco è rischioso. Lo vedi quello che è disinvolto nel maneggiare ferri incadescenti e quello che tentenna ad ogni mossa, per timore di grattarsi via un dito con la mola, cuocersi una mano col ferro bollente, pestarsi il pollicione col martello o strapparsi una gamba coi chiodi non ancora ribattuti.
Seguendo pedestremente questa logica il fabbro del mio paese, fenomeno del ferro battuto, si presentasse con la sua competenza siderurgica e la sua attrezzatura, dopo aver frequentato il famoso corso di due giorni, a pareggiarmi/ferrarmi il cavallo, non potrei che concludere che si tratti di un fior di professionista. :horse-scared:
D'altra parte, l'abilità a maneggiare il ferro incandescente, la forgia a gas "profescional" ed ogni altro strumento non gli mancano sicuro....
Paradossalmete... sì
Anche se, essendo fabbro di paese, in molti lo conoscono e forse prima o poi t'arriverà la voce che lui fa cancelli e tavolini, e non il maniscalco.
Un neofita che non sa NULLA di mascalcia su cosa si dovrebbe basare (a parte il passaparola di quello che 'sì sì è bravo, è una vita che mi ferra i cavalli e son sempre tutti dritti)?
Da qualcosa uno dovrà pur partire...
Citazione da: DivinityOfDarkness - Agosto 20, 2012, 12:22:43 AM
Da qualcosa uno dovrà pur partire...
Auspicherei che quel "qualcosa" fosse un "qualcuno", magari un istruttore.
Il tema è interessante. Ovvio che i pareggiatori abbiano un "complessi di inferiorità": si confronta una pratica vecchia di pochi anni con una pratica che ha una storia documentata di parecchi secoli, a cui si aggiungono altri secoli di oscura pratica non documentata.
Qualsiasi maniscalco sa come pareggiare un cavallo scalzo? Può imparare in sette minuti? Ne dubito moltissimo. Questo può valere per un cavallo sano, senza il minimo problema, non vale certo per i numerosi (molto numerosi!) casi di zoccolo più o meno patologico. Piciopacio si rifiuta di affrontare il problema del pareggio come terapia per lo zoccolo patologico; afferma che si travalica nella professione veterinaria. Ma questo travalicamento non viene quotidianamente fatto anche dal maniscalco? E allora, travalichiamo.
Il nocciolo della questione è lo zoccolo patologico. E' lì che aspetto i maniscalchi di più ampie vedute. Occorre che loro si azzardino a ipotizzare che forse la sferratura e una strategia di pareggio (e non solo) può risolvere definitivamente, a un livello che il ferro non consente, problemi seri, gravi, complessi. Non dico che questo avvenga: ma occorre la onestà di prendere in considerazione l'ipotesi che potrebbe avvenire. Finchè questa ipotesi viene rifiutata a priori, per principio, le cose resteranno tali e quali come sono adesso. E il pareggio per il cavallo con zoccoli gravemente compromessi, la "riabilitazione barefoot", non si impara affatto in sette minuti.
C'è un altro luogo comune da sfatare. Circola l'idea che la mascalcia sia una, e che quindi per ogni problema ci sia una risposta: quella che per quel problema propone la buona mascalcia. Ammetterete che questa è una favola. Di fronte all'identico problema, diversi maniscalchi proporranno una varietà di soluzioni diverse. Questo significa: niente approccio scientifico; perchè là dove vengono proposte soluzioni diverse per lo stesso problema, è prova provata che nessuno si è curato di esaminare l'evidenza di quale, fra le varie soluzioni, è la migliore, oppure che non esiste un sistema per convincere tutti che la soluzione mifgliore è quella provatamente migliore. Vale, ovviamente, anche per il mondo del pareggio; e io da tempo indico questo come un serissimo problema; vorrei che qualcuno lo indicasse anche per il mondo della mascalcia.
Citazione da: planetadmin - Agosto 19, 2012, 11:11:52 PM
Sinceramente su 3 maniscalchi 2 son stati disposti a spiegare il tutto, sarà ma io tutte queste difficoltà nel trovare il professionista non le vedo, il primo "fornito" dal proprietario del maneggio nemmeno lo trovavo a ferrare... trovavo il cavallo ferrato (di m***a) e nemmeno sapevo che faccia avesse, quindi cambio e cerco da solo il professionista.
Il proprietario del cavallo deve interessarsi, altrimenti che compri una vespa.
Mi trovo perfettamente daccordo con te. Ho conosciuto mio marito proprio perchè ho cambiato maniscalco. Quello fornito dal maneggio non mi andava bene: ferrature ogni 30 giorni (presunte perchè in realtà era una bella raspatina alla muraglia e una tirata di chiodi), piedi a papera, cavallo bollato. Secondo il proprietario del maneggio e il maniscalco, i talloni erano inesistendi perchè io docciavo le gambe al cavallo dopo il lavoro, e il cavallo inciampava perchè dormiva invece di lavorare e i bolli....vabbè, se li faceva da solo in box.
Chissà come mai, cambiando maniscalco, le ferrature duravano perfette 50 giorni, i talloni sono magicamente ricresciuti, l'asse digitale è tornato normale e il cavallo ha smesso sia di inciampare che di bollarsi "da solo" nel box.... :firuu:
Si trovano anche personaggi che spiegano, ma le spiegazioni possono anche non essere convincenti e corrette. Domandare, studiare, documentarsi e aprire gli occhi ai fatti concreti, perchè purtroppo il mondo è pieno di furbastri.
Citazione da: alex - Agosto 20, 2012, 09:24:01 AM
Il nocciolo della questione è lo zoccolo patologico. E' lì che aspetto i maniscalchi di più ampie vedute. Occorre che loro si azzardino a ipotizzare che forse la sferratura e una strategia di pareggio (e non solo) può risolvere definitivamente, a un livello che il ferro non consente, problemi seri, gravi, complessi. Non dico che questo avvenga: ma occorre la onestà di prendere in considerazione l'ipotesi che potrebbe avvenire. Finchè questa ipotesi viene rifiutata a priori, per principio, le cose resteranno tali e quali come sono adesso. E il pareggio per il cavallo con zoccoli gravemente compromessi, la "riabilitazione barefoot", non si impara affatto in sette minuti.
I maniscalchi di ampie vedute, non rifiutano a priori nessuna ipotesi. Il fatto è, che al barefoot manca (per ora) quel protocollo storico che invece può vantare la ferratura. Quindi, anche essendo di vedute ampie a 360°, non si può dire al cliente: dunque la situazione è questa...il problema del suo cavallo con la ferratura può risolversi al 99%, mentre col barefoot forse, bèh i dati non sono ancora precisi, ma ci sono ipotesi che potrebbe avvenire....scelga barefoot.
Insomma, se andiamo dal medico e chiediamo una medicina, vogliamo che questa ci guarisca perfettamente oppure accettiamo di fare le cavie? Per le cose meno gravi, si può benissimo rischiare con la medicina omeopatica, ma se si parla di problemi seri, dubito che le persone scelgano l'incerto, ma preferiscono vie sperimentate e sicure.
Quando il barefoot potrà vantare un protocollo storico pari a quello della ferratura (nel bene e nel male, ovvio), sicuramente si potrà scegliere (e pretendere di essere istruiti e consigliati) la via che offre maggiori garanzie reali.
Citazione da: Nicola - Agosto 19, 2012, 10:26:32 PM
Ammettiamo pure che ne abbia, in circa trent'anni di pratica equestre, conosciuti troppo pochi (non si può mai dire),
Scusa Nicola, ma questa mi era sfuggita. 30 anni di pratica equestre. Nella tua scheda dici di avere 35 anni. O menti spudoratamente e hai dai 50 anni in su (e dubito, perchè dalle foto si vede che sei un bell'uomo giovane :love4: Rhox non essere gelosa del complimento al tuo fresco sposo! :angel5:) oppure mi vuoi far passare che a 5 anni già interrogavi i maniscalchi e cercavi di "certificare" la loro cultura/preparazione/ ecc? :icon_axe:
Perchè...umiltà vuole, che neanche i più bravi figli d'arte si prendano la briga di valutare il lavoro altrui senza almeno una ventina d'anni di gavetta quotidiana alle spalle.
Sarebbe come dire che uno studente delle elementari è giusto che si permetta di esprimere giudizi sull'operato di un laureato con esperienza lavorativa...
Citazione da: Miky Estancia - Agosto 20, 2012, 07:40:15 PM
Ammettiamo pure che ne abbia, in circa trent'anni di pratica equestre, conosciuti troppo pochi (non si può mai dire),
Monto da quando avevo 5 anni e sì, ho interrogato maniscalchi, groom, istruttori, cavalieri sin da piccolo. Immagino la curiosità non sia ancora considerata una colpa :horse-wink:
Per quanto riguarda il giudizio critico, ritengo di poter dire di esercitarlo in piena legittimità da una ventina d'anni, ovvero da quando cominciai a cercare di capire più seriamente cosa fosse un cavallo. Avevo 15 anni e d'estate facevo lo stalliere (ora si chiama groom) perchè montare e basta non nutriva a sufficienza la mia curiosità.
Allora conobbi Blasio; era ed è un fenomeno. Sono sempre stato molto affascinato dalla mascalcia, ma fin da allora, vedendo gente così abile lavorare il metallo, ho avuto la sensazione, mai venuta meno, che la siderurgia venisse prima del cavallo.
Anch'io vidi gente lavorar il metallo - ero piccolissimo - mi sembrava una magia, ancor più sconvolgente era veder le scintille che sprizzavano dai piedi dei lalli quando in salita - la sera - si affrettavano - pestando sul selciato - per la vicina scuderia.
Non c'è storia, mascalcia batte barefutteria 3 a 0...lo dice un barefutto convinto, convintissimo !
Citazione da: Nicola - Agosto 20, 2012, 08:02:00 PM
...ma fin da allora, vedendo gente così abile lavorare il metallo, ho avuto la sensazione, mai venuta meno, che la siderurgia venisse prima del cavallo.
Lavorare i ferri ed essere maniscalchi è come il leggere e lo scrivere: sono complementari. E' come per lo stilista vero, che è in primis un ottimo sarto...
Che me ne faccio di un ottimo maniscalco che sa leggere perfettamente il piede e curarlo, ma che poi non riesce a martellare un ferro o modificarlo per renderlo adatto a ciò che ha in mente? Senza contare che ora la necessità di modellare i ferri è molto inferiore che a 15 anni fa, perchè sul mercato ci sono un'infinità di misure e modelli che il bravo maniscalco SA modificare in pochi minuti per renderli su misura.
Sennò primenti uo potrebbe dire "heilà, guarda com'è abile di raspa e coltellaccio, pare uno scultore... ma cavolo, saprà quello che sta facendo, o è un ex legnaiolo incisore e intarsiatore che faceva statuette della madonna e crocifissi e che ora fa piedi?"
Citazione da: Nicola - Agosto 20, 2012, 08:02:00 PM
Citazione da: Miky Estancia - Agosto 20, 2012, 07:40:15 PM
Ammettiamo pure che ne abbia, in circa trent'anni di pratica equestre, conosciuti troppo pochi (non si può mai dire),
Monto da quando avevo 5 anni e sì, ho interrogato maniscalchi, groom, istruttori, cavalieri sin da piccolo. Immagino la curiosità non sia ancora considerata una colpa :horse-wink:
Per quanto riguarda il giudizio critico, ritengo di poter dire di esercitarlo in piena legittimità da una ventina d'anni, ovvero da quando cominciai a cercare di capire più seriamente cosa fosse un cavallo. Avevo 15 anni e d'estate facevo lo stalliere (ora si chiama groom) perchè montare e basta non nutriva a sufficienza la mia curiosità.
Allora conobbi Blasio; era ed è un fenomeno. Sono sempre stato molto affascinato dalla mascalcia, ma fin da allora, vedendo gente così abile lavorare il metallo, ho avuto la sensazione, mai venuta meno, che la siderurgia venisse prima del cavallo.
Curioso, davvero curioso. Avevo già risposto a questo post, avevo anche controllato che la risposta venisse pubblicata, ma il giorno seguente è scomparso senza lasciar traccia...misteri del web.
Vabbè, risponderò di nuovo.
Curioso dicevo, curioso il fatto che un bimbo di 5 anni si metta ad interrogare le varie figure professionali, in modo così approfondito e con cognizione di causa tali da ricavarne esperienza. Sarebbe curioso anche da parte di ragazzini più grandicelli.
Curioso, perchè di tutti gli allievi che ho avuto e che tuttora ho, non ce n'è nessuno così fenomeno. Oddio...i piccoli "fenomeni" li ho anche io: bimbi che hanno una passione tale che a 10 anni si leggono "Cheval Star" in francese col vocabolario in mano, o bimbo di 5 anni con sindrome ADHD che è molto più avanti dei ragazzini della sua età, tanto che se la cava egregiamente con moschettoni e longhine da annodare e snodare, lavoricchia in libertà...ragazzini che masticano il cavallo da quando erano nella culla poichè i genitori hanno sempre vissuto nell'ambiente e ci tengono alla formazione dei loro ragazzi.
Ma nonostante tutto, fenomeni o meno, il diritto di esercitare il proprio giudizio critico, trattandosi sempre di ragazzini (e quindi per forza con una esperienza limitata) deve fermarsi alla loro persona e assolutamente non estendersi al di là di esso: per
educazione, umiltà, realismo.
L'ambiente del cavallo, come tanti altri, è pieno di persone non umili che sovrastimano le loro capacità e la loro cultura. E' vero che basta poco per sgamarle e la maggior parte delle volte ci pensano i loro stessi cavalli a farlo, ma accettare certe affermazioni, è accettare che prima o poi qualcuno dica: la mia esperienza nel campo equestre è pari alla mia età anagrafica più i nove mesi di gestazione, poichè mia madre era dell'ambiente e dall'alto di questa auto convinzione, si prenda il lusso di sparare dogmi e giudizi.
Ora, questo è il mio umile pensiero, che può essere condiviso o meno, non mi interessa: nel suo piccolo orticello, ognuno è libero di fare e credere ciò che vuole; ognuno è libero di sentirsi Dio, l'Uomo Ragno, il Papa e via discorrendo, non è certo un problema mio, anzi...proprio perchè il topic si intitola "il Complesso", penso che queste cose ci stiano bene qui, visto che mi è capitato a volte di notare che ci sono persone non professioniste nel mondo del cavallo ma semplici amatori, che manifestano un certo come dire...un certo complesso di inferiorità nei confronti dei professionisti e lo manifestano con atteggiamenti aggressivi, a volte di sfida, un'eterna gara per dire: io non sono un professionista, ma sono bravo lo stesso, anzi di più perchè io ho anche studiato di più, tutti concentrati nell'impresa di valutare la competenza "dell'antagonista" piuttosto che cercare semplicemente di apprendere il più possibile da lui.
Che stresss...ma vivere sereni ed in pace col mondo, no??? :firuu:
Citazione
Curioso, davvero curioso. Avevo già risposto a questo post, avevo anche controllato che la risposta venisse pubblicata, ma il giorno seguente è scomparso senza lasciar traccia...misteri del web.
MODERAZIONE
non è curioso.
la risposta era decisamente ironica e sfottente, per cui è stata tolta.
ottima cosa esporre le proprie opinioni o considerazioni, un po' meno prendere per i fondelli altri utenti del forum
Calma e sangue freddo, Miky Estancia ha solo fatto notare che a 5 anni un bambino che difficilmente riesce a capire concetti astratti riesca a far domande tecniche sul lavoro del maniscalco era su quello che verteva il suo messaggio.
Citazione da: Pippokid - Agosto 22, 2012, 02:58:54 PM
non è curioso.
la risposta era decisamente ironica e sfottente, per cui è stata tolta.
ottima cosa esporre le proprie opinioni o considerazioni, un po' meno prendere per i fondelli altri utenti del forum
Se sono stata ironica e sfottente, e ripeto SE, visto che non era mia intenzione esserlo, ma solo dare una risposta leggera che non trascinasse alla rissa,
forse è dovuto al fatto che la frase di Nicola,
"Di maniscalchi dediti allo studio, alla lettura, alla ricerca, all'anelito della "cultura",
ne conosco pochi, pochissimi, forse uno.", la trovo altamente offensiva nei confronti della suddetta categoria professionale, ulteriormente offensiva, visto che poi fa risalire la sua esperienza a partire dai 5 anni di età. Di qui l'invito rivoltogli a conoscere altri maniscalchi, prima di sparare giudizi su una categoria professionale.
Insomma, se spari una sentenza come quella in grassetto, o conosci tutti i maniscalchi della tua regione e regioni limitrofe o sei del mestiere e conosci i tuoi colleghi, ma anche se fosse, non ho mai e ripeto MAI sentito Vincenzo Blasio dire una frase anche solo un pelo denigratoria verso il peggiore degli appiccichini, quindi, scusate se da fastidio che certe cose escano dalla tastiera di chi non è neanche del mestiere.
Ognuno è libero di esprimere il proprio giudizio, ma senza essere offensivo, specialmente quando si parla di professionisti e non di hobbisti.
Citazione da: Miky Estancia - Agosto 22, 2012, 03:26:31 PM
.... ma anche se fosse, non ho mai e ripeto MAI sentito Vincenzo Blasio dire una frase anche solo un pelo denigratoria verso il peggiore degli appiccichini, quindi, scusate se da fastidio che certe cose escano dalla tastiera di chi non è neanche del mestiere.
....
Non è una bella cosa, questa che dici; si chiama "spirito di corpo", non rispetto delle persone e nemmeno rispetto della verità. Può arrivare fino alla negazione dell'evidenza, al fine di proteggere il proprio gruppo.
Avviene come riflesso condizionato in molte categorie; ma ha lo svantaggio che non facendo trapelare all'esterno le discussioni che avvengono - ne sono certo! - all'interno della categoria, chi è fuori della categoria è autorizzato a prendersela con l'intera categoria, visto che la categoria reagisce "come un sol uomo".
Non è il caso di allargare il discorso alla politica perchè altrimenti non ne usciamo vivi; ma anche in quel caso, le persone che stanno fuori della politica hanno lì'impressione di aver di fronte un gruppo che è unito da fortissimo spirito di corpo, e la conseguenza è che si generalizza i giudizi all'intero gruppo (la "casta"). Generalizzazione sbagliatissima: ma comprensibile e giustificata proprio dalla sensazione che il gruppo sia unito da un forte "spirito di corpo".
Alla fine della fiera non si può affermare che tutti gli appartenenti ad una categoria siano ignoranti e dannosi, ci sono seri professionisti sia da una parte che dall' laltra.
Alex se cerchiamo il punto di incontro bisogna abbandonare estremismi e discorsi assolutistici, o sbaglio?
Evidentemente l'acrimonia impedisce la lettura di un semplice periodo scritto in lingua italiana. Il periodo citato è il seguente:
Di maniscalchi dediti allo studio, alla lettura, alla ricerca, all'anelito della "cultura", ne conosco pochi, pochissimi, forse uno
Ho trasmesso per iscritto una mia personale esperienza. Una conoscenza, ancorchè elementare, dell'idioma nazionale non permette fraintendimenti.
Se questo periodo arriva a recare offesa significa che, come sottolineato da Alex, la difesa corporativa travalica l'oggettività.
Curioso il fatto che sia stata ritenuta offensiva una frase come quella citata, e nessuna levata di scudi sia avvenuta rispetto al riferimento di piciopacio alla rarità di documenti fiscali emessi da professionisti in mascalcia. In quel caso chi ora difende la propria "gilda" si volle orgogliosamente distinguere.
Mi permetto una chiosa (chiedo fin d'ora ai moderatori di cancellare qualora ritenessero improprio): l'acrimonia corporativa è storicamente più virulenta quanto più l'evidenza ne sconfessa i principi, o peggio, quanto più gli interessi corporativi hanno natura esclusivamente economica. Galileo dovette abiurare.
Citazione da: planetadmin - Agosto 22, 2012, 03:57:43 PM
Alla fine della fiera non si può affermare che tutti gli appartenenti ad una categoria siano ignoranti e dannosi, ci sono seri professionisti sia da una parte che dall' laltra.
Alex se cerchiamo il punto di incontro bisogna abbandonare estremismi e discorsi assolutistici, o sbaglio?
Mi sono ben guardato dal fare affermazioni a carattere universale. Prego pertanto di rileggere con attenzione i miei post.
Grazie per l'attenzione.
Citazione da: Nicola - Agosto 22, 2012, 04:33:25 PM
Mi sono ben guardato dal fare affermazioni a carattere universale. Prego pertanto di rileggere con attenzione i miei post.
Grazie per l'attenzione.
Ok avevo capito male.
Citazione da: planetadmin - Agosto 22, 2012, 03:57:43 PM
Alla fine della fiera non si può affermare che tutti gli appartenenti ad una categoria siano ignoranti e dannosi, ci sono seri professionisti sia da una parte che dall' laltra.
Alex se cerchiamo il punto di incontro bisogna abbandonare estremismi e discorsi assolutistici, o sbaglio?
Verissimo! Hai detto in modo più chiaro ancora proprio quello che intendevo dire. La difesa corporativa è la causa prima delle erronee generalizzazioni. Un errore causa di conseguenza l'altro. Pure io, che ci sto attento, di fronte a una difesa corporativa tendo a cascare - nella foga polemica - nella generalizzazione. E' una specie di riflesso condizionato; una reazione a un metodo che non mi appartiene, perchè io sento "spirito di corpo" con nessuno, e - come avrete potuto constatare - non lesino critiche al troppo sfaccettato e litigioso mondo barefoot, proprio come mi sento in pieno diritto di non lesinarne al mondo della mascalcia tradizionale. E purtroppo, essendo che anche quelli più organizzati nel mondo barefoot cominciano a ragionare come una piccola "corporazione", questo ha comportato che me ne allontanassi immediatamente; senza affatto disprezzarli, ma sentendomi "altro" da loro.
A Miky, che inorridisce all'idea che un bambino possa avere una coscienza critica, suggerisco la lettura di un illuminante racconto del 1837; l'autore è HC Andersen, il titolo "Gli abiti nuovi dell'imperatore".
Perchè non mi si chieda chi siano i legittimi successori del pargolo, sottolineo che si tratta di favola, il cui significato è, pertanto, allegorico.
Nicola, orsù dai..da come l'hai messa, pare quasi che tu a 5 anni disquisissi di corion e di angolazione delle barre, nonchè del dove fosse meglio posizionare le stampe per i chiodi...
Ora però torniamo IN TOPIC, grazie.
Citazione da: alex - Agosto 22, 2012, 03:51:42 PM
Citazione da: Miky Estancia - Agosto 22, 2012, 03:26:31 PM
.... ma anche se fosse, non ho mai e ripeto MAI sentito Vincenzo Blasio dire una frase anche solo un pelo denigratoria verso il peggiore degli appiccichini, quindi, scusate se da fastidio che certe cose escano dalla tastiera di chi non è neanche del mestiere.
....
Non è una bella cosa, questa che dici; si chiama "spirito di corpo", non rispetto delle persone e nemmeno rispetto della verità. Può arrivare fino alla negazione dell'evidenza, al fine di proteggere il proprio gruppo.
Avviene come riflesso condizionato in molte categorie; ma ha lo svantaggio che non facendo trapelare all'esterno le discussioni che avvengono - ne sono certo! - all'interno della categoria, chi è fuori della categoria è autorizzato a prendersela con l'intera categoria, visto che la categoria reagisce "come un sol uomo".
Non è il caso di allargare il discorso alla politica perchè altrimenti non ne usciamo vivi; ma anche in quel caso, le persone che stanno fuori della politica hanno lì'impressione di aver di fronte un gruppo che è unito da fortissimo spirito di corpo, e la conseguenza è che si generalizza i giudizi all'intero gruppo (la "casta"). Generalizzazione sbagliatissima: ma comprensibile e giustificata proprio dalla sensazione che il gruppo sia unito da un forte "spirito di corpo".
Mi spiego meglio Alex, perchè non è quello che volevo dire.
Non mi riferivo allo spirito di corpo che, a ben ragione, in molti casi può avvicinarsi all'omertà....cosa dannosissima, ma al rispetto per il lavoro altrui.
Quando dico che non ho mai sentito Blasio (come altri seri professionisti in altri ambiti del mondo equestre che ho avuto la fortuna di incrociare sul mio cammino)
denigrare il lavoro di nessuno, intendo proprio dire questo: non hanno mai parlato male del lavoro altrui.
Faccio un esempio pratico che magari è più chiaro: una cosa è dire "quel mio collega (addestratore, maniscalco, veterinario, allenatore, cavaliere, ecc) non capisce una beneamata mazza, non si degna di aprire un libro, frequentare un corso, i suoi lavori sono degli obrobri, non vale un fico secco", mentre tutt'altra cosa è dire "quel mio collega lavora in modo diverso dal mio, ne condivido certi aspetti, altri no, io dò molta importanza allo studio lui meno, secondo il mio punto di vista, potrebbe migliorare notevolmente la sua tecnica rispetto al suo livello attuale".
Nel primo caso, se ti becchi una denuncia per diffamazione ti sta solo bene, ma a parte questo, perchè sputare sul lavoro altrui? Ora, se la persona criticata è in buona fede (non uno dei tanti furbastri che sanno di agire con dolo, perchè qui il discorso cambia, ovvio), perchè "ammazzarla" con tanta acrimonia, ricavandone un sicuro "nemico"? Ognuno fa del suo meglio, ognuno fa come può e come sa e va comunque rispettato per questo....mica nascono tutti campioni ed imparati!
Nel secondo caso, si dicono le stesse cose, ma rispettando la persona in questione ed il suo lavoro e la verità. Inoltre, non essendocisi fatti un nemico, c'è spazio per confronti costruttivi e magari dopo una bella chiacchierata, si scoprono i perchè delle cose che non condividevamo del lavoro altrui (ad esempio: non frequenta corsi di aggiornamento perchè le sue condizioni economiche/famigliari glielo impediscono al momento; il risultato negativo nella tal situazione era frutto di un errore di valutazione non voluto, ecc.).
Insomma, c'è differenza tra spirito di corpo/omertà e comportamento corretto nei confronti del prossimo che esercita il nostro stesso mestiere e si presume, che chi è bravo bravissimo braverrimo nel suo mestiere, sia ben conscio della durezza del tragitto da percorrere per diventare tale, delle difficoltà quotidiane e che quindi sia più incline al dialogo sereno dove la critica deve essere costruttiva, che alla crociffissione in sala mensa senza chiedersi il perchè dei fatti.
Spero di aver reso più chiaro il mio punto di vista.
Citazione da: Nicola - Agosto 22, 2012, 04:28:36 PM
Evidentemente l'acrimonia impedisce la lettura di un semplice periodo scritto in lingua italiana. Il periodo citato è il seguente:
Di maniscalchi dediti allo studio, alla lettura, alla ricerca, all'anelito della "cultura", ne conosco pochi, pochissimi, forse uno
Ho trasmesso per iscritto una mia personale esperienza. Una conoscenza, ancorchè elementare, dell'idioma nazionale non permette fraintendimenti.
Se questo periodo arriva a recare offesa significa che, come sottolineato da Alex, la difesa corporativa travalica l'oggettività.
Curioso il fatto che sia stata ritenuta offensiva una frase come quella citata, e nessuna levata di scudi sia avvenuta rispetto al riferimento di piciopacio alla rarità di documenti fiscali emessi da professionisti in mascalcia. In quel caso chi ora difende la propria "gilda" si volle orgogliosamente distinguere.
Mi permetto una chiosa (chiedo fin d'ora ai moderatori di cancellare qualora ritenessero improprio): l'acrimonia corporativa è storicamente più virulenta quanto più l'evidenza ne sconfessa i principi, o peggio, quanto più gli interessi corporativi hanno natura esclusivamente economica. Galileo dovette abiurare.
Grazie Nicola, mi reiscriverò alle elementari :laughter-485:
Come ho già scritto, io non difendo nessuna gilda, tantomeno ho sentimenti acrimoniosi verso qualcuno: avrei posto le medesime obiezioni anche se la categoria sotto esame fosse stata quella dei veterinari, dei verdurai o degli imbianchini.
E sul fatto delle ricevute fiscali citato da piciopacio, è la pura e semplice verità, confermata anche da diversi interventi della Guardia di Finanza: c'è sempre qualcuno che non sta nelle regole e lavora in nero, molto più sovente questo si riscontra nelle file degli appiccichini, molto meno in quelle dei seri professionisti....e si, di essere in regola col fisco me ne faccio un orgoglio ed un vanto: essere onesti ed in regola, paga! :horse-wink:
Citazione da: Miky Estancia - Agosto 23, 2012, 10:36:15 AM
.... Insomma, c'è differenza tra spirito di corpo/omertà e comportamento corretto nei confronti del prossimo che esercita il nostro stesso mestiere....
Sì, grazie, è più chiaro. Tuttavia i limiti sono sfumati, e nel conflitto fra l'interesse del proprietario/del cavallo, e la necessità di rispettare, quanto più possibile, la persona dei colleghi di lavoro, io penso dovrebbe prevalere nettamente il primo, cosa che non è se il messaggio di dissenso è sfumato.
Inoltre, il rispetto della
persona dovrebbe essere usato sempre (a prescindere dall'appartenenza, o meno, alla stessa categoria professionale) ma non è corretto che questo rispetto e questa cautela si estenda
ai principi e alle idee: altrimenti di nuovo vien fuori una cosa troppo sfumata perchè il proprietario eserciti il suo sacrosanto diritto di essere informato e di dare il suo consenso informato.
Ne so qualcosa, perchè anch'io appartengo a una categoria professionale, e anch'io sono, talora, in preda a questi dilemmi.
nelle discussioni in questo forum, ad esempio, la mascalcia viene vista come una "scienza condivisa", in cui tutti hanno più o meno lo stesso approccio ai vari problemi e adottano "la soluzione della buona mascalcia"; ogni tanto piciopacio cita importanti autori, come per dire "la mascalcia fa questo"; non è mica vero; anche nella mascalcia ci sono scuole diverse, soluzioni diverse, ferri diversi (da alcuni secoli compaiono nuovi ferri che risolvono i problemi dei precedenti.... vero?) fin a strategie completamente e diametralmente opposte (es. laminite: chi
alza i talloni, chi li
abbassa: mica possono essere buone soluzioni entrambe!) e di nuovo questa scarsa chiarezza aumenta la nebbia dell'informazione e del consenso consapevole.
Probabilmente in un caso di laminite si alza...e in un altro si abbassa... forse perchè siprende in considerazione tutta la locomozione del cavallo, le strutture che stanno sopra lo zoccolo stesso...si fa un bilanio dei pro e dei contro e di caso in caso si va avanti.
Maècosì in TUTTE le discipline che hanno a che fare con qualcosa di VIVO e organico.
Metti la suoera che s'è fatta il tunnel carpale. Diversi specialisti...diverse opinioni sul da farsi..e diverso approccio all'intervento stesso e alla trafila post-operatoria. Eppure è un qualcosa di routine, la cui procedura dovrebbe eserre ormai standardizzata e codificata.
Non vedo perchè il princìpio tot capitis tot sententiae sia ammesso in pressochè ogni aspetto della vita, tranne che in mascalcia
Citazione da: DivinityOfDarkness - Agosto 23, 2012, 04:26:35 PM
Non vedo perchè il princìpio tot capitis tot sententiae sia ammesso in pressochè ogni aspetto della vita, tranne che in mascalcia
Beh, che Terenzio si riferisse al mondo delle professioni è opinabile.
Tra l'altro l'esempio medico è mal posto. Il medico, come il veterinario, operando una diagnosi e prescrivendo una terapia (ho ripetuto alla nausea) si assumono di fronte alla legge una responsabilità. La "sententia" di questi professionisti può essere sottoposta a verifica da parte di un gruppo di suoi pari.
Tornando in tema...la recente evoluzione del barefoot (testata anche da piciopacio) potrebbe paradossalmente invertire la "direzione" del complesso.
Alcuni giovani veterinari stanno approcciando il pareggio come disciplina in cui specializzarsi (perchè in effetti poche cose come la cura dei piedi equini, comunque intesa, sfonda spesso in pratica medica)
Il veterinario, sgravato dell'incombenza connessa al dover anche diventare un fabbro, può validamente cimentarsi nel pareggio. anche e soprattutto quando questo ha finalità terapeutiche.
Ed allora il maniscalco, che nella sua migliore versione è il "braccio operativo" per compiere un lavoro su indicazione/con la condivisione del veterinario, potrebbe perdere parte della sua storica funzione.
Beh, il fatto che il veterinario diventi barefutto sarebbe cosa buona e giusta, la mia esperienza non fa testo perché il professionista in questione è inoltre omeopata lallino e specializzato in un'altra branca naturale umana riciclata ai lalli che non ricordo come si chiama.
Dunque offre un pacchetto filosofico terapeutico di moda, per quello che mi riguarda non credo a queste cose e faccio finta di non aver parlato con lei.
Detto questo, la commistione vet/bare, prima o poi dovrà necessariamente partire dal paddocco Xenophon (magari ad una sua evoluzione scientifica) come conditio sine qua non per avere un lallo scalzo performante o meglio per alzare per quanto possibile il B.P. dei suoi zoccoli.
Inoltre, dovrà dettare - avendo la preparazione tecnico scientifica - delle regole di assoluta ragionevolezza che spazzino via la propaganda faziosa che non corrispondente alla realtà che fa solo danno al movimento barefutto...
Sono d'accordo con piciopacio, sono preoccupato della commistione barefoot - approcci olistici/naturali-energetici e quant'altro e preferirei di gran lunga che la riabilitazione barefoot fosse conosciuta, ed eventualmente praticata, da robusti veterinari puri-e-duri totalmente alieni dalle medicine alternative.
Fra l'altro, la sperimentazione più o meno fai-da-te del barefoot è amplissima, ma la sperimentazione clinica controllata, secondo rigorosi criteri scientifici, è ancora limitatissima; i veterinari che praticano la riabilitazione barefoot, secondo me, dovrebbero presentarla come possibilità sperimentale, e soprattutto dovrebbero fare ogni sforzo, dopo ottenuto il consenso informato del proprietario, a raccogliere una marea di dati obiettivi in ogni caso, bene o male che evolva, in modo da poter riferire e pubblicare le loro osservazioni in modo scientificamente ineccepibile.
E' venuto il maniscalco per altro servizio ha visto il lallo scalzo incastellato...ha sentenziato: - gli fanno male i talloni (cosa che avevo intuito e che un mio amico del ueb aveva già - in tempi non sospetti - confermato), lo ferriamo e diventa subito latino.
Ecco un altro fattore che rinforza il sentimiento di inferiorità barefutta da un lato e scoraggia il proprietario dall'altro.
Sono i tempi imparagonabili tra loro.
La vet/bare aveva previsto sei mesi come minimo di tranzizzione, arriva sto giovinotto pianta 4 ferri e il lallo va.
In queste condizioni, la barefutteria diventa una fede per il lallista seguace del benessere lallino a tutti i costi, oppure è un calcolo ragionato per gente come me che però deve essere pienamente cosciente dei tempi e della la meta da raggiungere...non mi si parli di scarpette che do piglio alla violenza.
Eccerto.... anche facendo una nevrectomia, il cavallo che aveva male al piede poi va. Anche facendo un'anestesia. Anche imbottendolo di farmaci. Eccetera. Se non interessa capire perchè non va, e come risolvere il problema, se possibile, ma l'importante è che il cavallo vada, i ferri - per anni - sono una meraviglia. Non per niente hanno così tanto successo.
La sferratura non va bene per i cavalieri del gruppo 2, ma solo per quelli del gruppo 1; fra quelli che fra il cavallo e l'equitazione scelgono il cavallo. A costo di non fare equitazione, temporaneamente, o definitivamente.
Non è equitazione, un'equitazione che non mette il cavallo al primo posto, e l'attività con il cavallo al secondo posto? Pazienza.
Mettevo sicuramente i mie figli piccoli prima del lallo, anche mia moglie ed un piccolo ristretto numero di umani venivano prima del lallo che - però - seguiva non molto distanziato.
Al pari del lallo i miei figli da piccoli erano alla mia/alla nostra mercè.
Per il loro benessere non li avrei mai dovuti portare nel traffico cittadino a respirare monossido di carbonio, e non avrei dovuto nutrirli coi prodotti dei quali non avessi potuto seguire de visu la filiera alimentare.
Anche portarli a cinema o in altro ambiente chiuso e affollato sarebbe potuto essere un attentato al loro benessere...che fare ?
Diciamo che andare nel traffico, rifornirsi di cibi al supermercato, andare al saggio di danza in un salone chiuso con 800 persone - per i miei figli bambini - sono stati mali necessari: dunque, per limitare i mali le visite in città si limitavano allo stretto necessario, quando era possibile si comprava l'ovetto fresco e il pollo ruspante e la verdurina e la frutta dell'orto, se c'era in atto una epidemia di influenza il saggio saltava, s'andava l'anno prossimo.
Ripeto anche se mi viene la nausea perché è la ventottesima volta che dico: - una ferratura ben fatta ma sopratutto rinnovata nei tempi giusti ha pochissimi effetti collaterali negativi.
I danni veri vengono - sopratutto - dall'uso spregiudicato e incosciente che molti fanno del lallo ferrato.
In soldoni, il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato ha saltato in maniera eccessiva ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato ha galoppato troppo sul duro ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato non è stato risparmiato in salite e discese ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato lo si è lasciato nella fanga e nella melma senza riguardo ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché invece di cambiargli i ferri ogni 40 giorni lo si è fatto ogni 4/5 mesi fracassando ogni equilibrio del pede ?
Voi che dite ? :firuu:
Citazione da: piciopacio - Agosto 25, 2012, 02:47:00 AM
Ripeto anche se mi viene la nausea perché è la ventottesima volta che dico: - una ferratura ben fatta ma sopratutto rinnovata nei tempi giusti ha pochissimi effetti collaterali negativi.
I danni veri vengono - sopratutto - dall'uso spregiudicato e incosciente che molti fanno del lallo ferrato.
In soldoni, il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato ha saltato in maniera eccessiva ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato ha galoppato troppo sul duro ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato non è stato risparmiato in salite e discese ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato lo si è lasciato nella fanga e nella melma senza riguardo ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché invece di cambiargli i ferri ogni 40 giorni lo si è fatto ogni 4/5 mesi fracassando ogni equilibrio del pede ?
Voi che dite ? :firuu:
Dico che mi trovo perfettamente daccordo con te.
In riferimento al "gruppo 1" e "gruppo 2"....appunto perchè si ama il cavallo e lo si mette al primo posto, che si cerca di evitargli inutili sofferenze.
Citazione da: alex - Agosto 25, 2012, 01:15:47 AM
Eccerto.... anche facendo una nevrectomia, il cavallo che aveva male al piede poi va. Anche facendo un'anestesia. Anche imbottendolo di farmaci. Eccetera. Se non interessa capire perchè non va, e come risolvere il problema, se possibile, ma l'importante è che il cavallo vada, i ferri - per anni - sono una meraviglia. Non per niente hanno così tanto successo.
La sferratura non va bene per i cavalieri del gruppo 2, ma solo per quelli del gruppo 1; fra quelli che fra il cavallo e l'equitazione scelgono il cavallo. A costo di non fare equitazione, temporaneamente, o definitivamente.
Non è equitazione, un'equitazione che non mette il cavallo al primo posto, e l'attività con il cavallo al secondo posto? Pazienza.
Non sono daccordo. Così in pratica si afferma che chi non sferra non è attento al benessere del proprio cavallo e questo non è nè vero nè giusto.
Sono attentissima al benessere dei miei animali (i miei cavalli sono ferrati, mentre i pony sono scalzi) e francamente trovo da denuncia alla protezione animali certe scelte di sedicenti amanti dei cavalli, che li fanno soffrire per mesi e mesi con transizioni infinite e impossibili, con passeggiate su terreni misti con cavalli che sono zoppi su tutti e 4 i piedi (ma tanto non se ne accorgono e poi è "normale" che cerchino il terreno...normale un paio di fichi....li vorrei vedere i loro proprietari, scalzi e con uno zaino di 50 kg sulla schiena a zampettare su sassolini taglienti mentre qualcuno ancora gli dà gambeee).
C'è qualcosa che non va? Scopriamolo pure. E se scopriamo che il cavallo deve essere messo a riposo, mettiamocelo. Ma se per condurre una vita normale, anche a riposo, ha bisogno di una ferratura, altrimenti il problema si aggrava o il cavallo soffre, non vedo proprio dove stia il problema.
Di buona ferratura non è mai morto nessun cavallo, fino a quando i barefoottisti non accetteranno questo, ogni confronto sarà inutile.
Per il resto, la penso come Piciopacio.
Mi scuso del tono, ma era una reazione al ragionamento: il cavallo ha male ai talloni, ferriamolo e andrà latino. A questo mi riferivo; al fatto di mettere la testa sotto la sabbia, come il ferro - nei cavalli che hanno problemi - consente di fare.
La salute del piede del proprio cavallo si giudica nel momento in cui viene fatto camminare senza ferri.
L'effetto dei ferri si giudica confrontando come cammina dopo averli tolti, rispetto a come camminava prima di essere ferrato la prima volta.
So bene che moltissime persone stravedono per i propri cavalli, e li ferrano ugualmente. Il discorso termina sempre qui, in questo punto imbarazzante. Odio sentirmi in imbarazzo.... e quindi qui il discorso sferratura termina.
Il giovine maniscalco - preparatissimo, tra l'altro si esprime in un italiano di specie fluente e corretto - si è comportato come il dentista che vede una carie o un elettrauto che capisce che un fusibile è saltato, propone un intervento di routine semplice e risolutore.
Il lallo per ora rimane sferrato, si aspetta una nuova visita della vet/bar, sono sicuro che prescriverà le scarpelle, come dire - se è vero come è vero che: una ferratura ben fatta ma sopratutto rinnovata nei tempi giusti ha pochissimi effetti collaterali negativi. - zuppa si panbagnato no. :icon_eek:
Citazione da: piciopacio - Agosto 25, 2012, 02:47:00 AM
In soldoni, il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato ha saltato in maniera eccessiva ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato ha galoppato troppo sul duro ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato non è stato risparmiato in salite e discese ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché essendo ferrato lo si è lasciato nella fanga e nella melma senza riguardo ?
Il piede del lallo ferrato ha tutte quelle patologie perché è ferrato o perché invece di cambiargli i ferri ogni 40 giorni lo si è fatto ogni 4/5 mesi fracassando ogni equilibrio del pede ?
Standing Ovation.
Il proprietario di cavallo scalzo fa estremamente più attenzione a tutto, anche perchè ogni sgarro si paga con zoppia e cavallo fermo.
Il proprietario di cavallo ferrato si prende più libertà, a volte troppe, che poi causano danni. Sferrato, ovviamente, non li avrebbe subìti, semplicemente perchè non sarebbe riuscito a giungere a certi eccessi.
Non capisco perchè è così difficile per un barefooter accettare la ferratura e considerarla come una possibilità, mentre il contrario avviene di continuo.
Nessun barefooter dirà mai 'ferriamolo davanti'.
Molti 'ferraiuoli' dicono tranquillamente 'sferriamolo dietro'
Citazione da: DivinityOfDarkness - Agosto 25, 2012, 11:16:54 PM
Il proprietario di cavallo scalzo fa estremamente più attenzione a tutto, anche perchè ogni sgarro si paga con zoppia e cavallo fermo.
Il proprietario di cavallo ferrato si prende più libertà, a volte troppe, che poi causano danni. Sferrato, ovviamente, non li avrebbe subìti, semplicemente perchè non sarebbe riuscito a giungere a certi eccessi.
Proprio per questo non si dovrebbe ferrare e dare il cavallo in mano a chi esagera. Per lo stesso motivo non si deve dare in mano a un principiante una briglia completa. L'ho detto appena entrato nel forum che il ferro consente di andare oltre i limiti fisici dell'animale (e andando oltre i limiti, le conseguenze ci sono). A me basta che si sradichi l'idea che i ferri servono a "proteggere lo zoccolo", che son messi "per il bene dell'animale". Tolta di mezzo l'ippocrisia, poi ciascuno è libero di fare quello che vuole (nei limiti delle cose che vengono giudicate accettabili, ovvio).
Qulla storia, poi, che nessun cavallo è morto per una ferratura ben fatta non sta in piedi. Pensateci un po', e vedrete se non vi viene in mente qualche incidente da scivolata in corridoio/sul cemento/sulla piattaforma/sull'asfalto/su lastroni con conseguenze gravi (per il cavallo).
Se è successa quella disgrazia, la ferratura era malconcepita/maleimpostata/ malfatta.
Per anni sono andato a tutte le andature su tutti i fondi, dunque, ferri in lega Olivieri e 2 chiodi antiscivolo per pede, viceversa se fossi andato solo in maneggio e in campagna sarebbe stata una spesa superflua, sufficienti i ferri normali.
Voi non sapete quante volte ho benedetto quella spesa superflua, tenete presente che cavalcavo un lallo intero assai virile; a galoppare sull'asfalto o sul basolato mentre gli altri andavano al passo senza quei ferri saremmo finiti a gambe all'aria.
D'altronde sarebbe stato impossibile fare la stessa cosa da sferrato: - zoppia garantita alla seconda uscita.
Detto questo, la fatalità ci aspetta dietro l'angolo e con lei non contano ferri normali o ferri in lega.
E' impossibile non esagerare per il cavagliere professionista o per il cavagliere dilettante evoluto infatti non si ha notizia di lalli sferrati che siano alla vetta di una qualsiasi disciplina sportiva equestre, dunque, i ferri proteggono lo zoccolo e se il lallo deve fare una 12o km, o deve saltare a piazza di Siena, o deve tirare un carro da 600 kg tutti i giorni allora la ferratura fa il bene del lallo e - sopratutto - l'interesse dello homo.
L'alternativa c'è per la maggior parte di noi cavaglieri della Domenica, possiamo tenere i lalli scalzi a patto che: -
PP, sono convinto che hai un'esperienza vasta e intensa, e te lo riconosco; percò sono sorpreso del fatto che giudichi normale prendere la tua esperienza personale come pietra di paragone e metro assoluto per dare giudizi universali.
Il 99% dei cavalli ferrati ha ferri normalissimi; ferri che scivolano e per causa dei quali, dopo una serie di scivolate sul liscio caudate dalle circostanze più varie, l'eventualità di incidente è molto elevata. La scivolata è micidiale, non solo per le cadute e le conseguenze immediate, ma anche per lo stress elevatissimo muscolare, tendineo, legamentoso, articolare. Che le scivolate siano micidiali non lo dico io: lo dice Rooney, ricercatore veterinario specializzato nelle zoppie, autore di The lame horse. A tutti i casi in cui il cavallo scivola e si fa male in modo evidente vanno quindi aggiunti tutti i danno che si accumulano, scivolando in modo meno drammatico.
E' curioso che gran parte di Horses and roads descrive proprio, come motivo fondamentale per eliminare i ferri o sostituirli con lunette o altre tecniche di ferratura parziale solo in punta, le conseguenze delle scivolate nelle strade della vecchia Londra.
Io non ho un'esperienza così lunga come te, ma potrei elencare, a memoria, un bel pò di incidenti gravi o di rischi di incidenti gravi, a causa di scivolate; e non in condizioni "estreme", ma nella normale vita di maneggio, sulle piattaforme, in box, nei corridoi. Possibile che sia successo solo a me? Non ci posso credere.
Mi ricordo ancora come un incubo le attenzioni con cui spostavo il cavallo in corridoio, soprattutto nelle girate; le attenzioni con cui scrutavo il terreno per evitare i lastroni lisci traditori fra l'erba; l'ansia nel percorrere un tratto di asfalto scivoloso. Mi ricordo l'incertezza e la cautela del cavallo. Mi pesa sulla coscienza la morte di quel cavallo di cui io ho causato la caduta per "legittima difesa" della mia puledrina. Non ditemi che nessun cavallo è mai morto per una ferratura ben fatta, perchè è una grossa bugia. I ferri, lo ripeto ancora una volta, consentono a qualsiasi cavallo di superare i propri limiti fisici; questo è il loro motivo, questo è il loro scopo, sono adatti ai cavalieri di gruppo 2, che sono tanti, fanno talora delle cose bellissime che sarebbe un vero peccato dimenticare, e hanno il sacrosanto diritto di esercitare la loro passione; ma non c'è uno che sia uno dei cavalieri del gruppo 1 che, adeguatamente informato, terrebbe il proprio cavallo ferrato.
Citazione da: piciopacio - Agosto 26, 2012, 02:12:06 AM
Se è successa quella disgrazia, la ferratura era malconcepita/maleimpostata/ malfatta.
Per anni sono andato a tutte le andature su tutti i fondi, dunque, ferri in lega Olivieri e 2 chiodi antiscivolo per pede, viceversa se fossi andato solo in maneggio e in campagna sarebbe stata una spesa superflua, sufficienti i ferri normali.
Voi non sapete quante volte ho benedetto quella spesa superflua, tenete presente che cavalcavo un lallo intero assai virile; a galoppare sull'asfalto o sul basolato mentre gli altri andavano al passo senza quei ferri saremmo finiti a gambe all'aria.
D'altronde sarebbe stato impossibile fare la stessa cosa da sferrato: - zoppia garantita alla seconda uscita.
Detto questo, la fatalità ci aspetta dietro l'angolo e con lei non contano ferri normali o ferri in lega.
E' impossibile non esagerare per il cavagliere professionista o per il cavagliere dilettante evoluto infatti non si ha notizia di lalli sferrati che siano alla vetta di una qualsiasi disciplina sportiva equestre, dunque, i ferri proteggono lo zoccolo e se il lallo deve fare una 12o km, o deve saltare a piazza di Siena, o deve tirare un carro da 600 kg tutti i giorni allora la ferratura fa il bene del lallo e - sopratutto - l'interesse dello homo.
L'alternativa c'è per la maggior parte di noi cavaglieri della Domenica, possiamo tenere i lalli scalzi a patto che: -
Quoto in tutto e per tutto.
I cavalli scivolano sul cemento della scuderia? Il cemento non è stato fatto a regola d'arte, non è stato buccciardato, evitiamo di dare la colpa al ferro, ma prendiamocela con chi non ha fatto le cose come si deve. Il cavallo scivola sull'asfalto? E spendiamo qualche euro in più per i famosi chiodini.
Poi, sto 99% dei cavalli che porta ferri normalissimi è un pò da sfatare....se mi devo basare sui dati delle ferrature di Tony e dei suoi colleghi con i quali ho contatti normalmente, le cose sono un pò diverse (e non per esclusivo diletto suo, ma per richiesta dei veterinari e degli stessi proprietari).
Alla fine vedo comunque che da sto discorso non se ne esce: per il barefooter la ferratura uccide comunque (piove, governo ladro :firuu:) e si ritiene sempre "migliore" (ste categorie 1 e 2 ...) :benedizione:.
Aveva ragione il maniscalco citato da una utente quando diceva che evitava....che se ne stiano tutti insieme a dirsi bravo tra di loro... :occasion14:
Alla fine ognuno fa le sue scelte e non vedo perchè chi fa una scelta diversa debba per forza ritenersi in diritto di giudicare ed etichettare le scelta altrui...ma che ne viene in tasca poi? Per sentirsi più bravi belli buoni intelligenti? Boh...per me non ha senso...
Il complesso era l'argomento....
http://www.ilportaledelcavallo.it/risposta-esperto.asp?cod=390&esperto=t_ferrian&pag=40
Come dire, il problema non è chi lavora bene (salvo che, oltre il riscontro della clientela, nessuno è legalmente deputato a certificare le competenze) ma come tutelarsi da chi lavora od ha lavorato male, fino a cagionare danni, più o meno rilevanti.
Come scritto precedentemente, l'unica soluzione a questo problema è che il soggetto che svolge l'attività di maniscalco, ad oggi ed in Italia, sia anche un veterinario. Perchè arrivo a dire, senza esagerazione, che l'applicazione di un ferro sul piede equino è una pratica in tutto e per tutto ortopedica, e come tale esercitabile solo da soggetto abilitato alla pratica medica.
Quanto sopra esclude anche il caso di maniscalco che agisce sotto la guida/supervisione del veterinario. E' come se il medico supervisionasse la sutura fatta dal sarto, che eccelle nell'arte del cucito.
Per confronto....
https://www.ordineingegneri.milano.it/argomenti/ingegneria-forense/ingegneria-forense-convegni-e-seminari-1/la-responsabilita-dellingegnere/bergaglio_penale-pdf.pdf
E' qualcosa di un po più specifico di:
D. Scarcilia: Responsabilità civile del maniscalco "18 mila euro per un chiodo" come tutelarsi (teoria)
La fonte è al seguente link: http://www.ilportaledelcavallo.it/articolo/congresso-internazionale/1/3048
Io non sarei così drastico, come dissi - secondo me - il maniscalco sta al vet. come l'odontotecnico sta al dentista o se preferisci come il fisioterapeuta sta all'ortopedico.
In altri paesi europei per fare i maniscalchi bisogna esibire referenze e titoli e superare esami teorico pratici per iscriversi alla camera di commercio e artigianato altrimenti nisba.
Dunque, basterebbe regolare l'accesso a questa attività così come si fa per ogni altra impresa o professione.
Sarebbe un passo avanti e un sicuro aumento dei costi per il povero utilizzatore finale.
Anch'io dubito che la mascalcia debba considerarsi "professione medica"; in veterinaria, gli interventi sono obbligatoriamente di natura medica quando scorre il sangue o quando si usano farmaci (caso tipico di "eccesso" del maniscalco è quello in cui utilizza farmaci tranquillanti via iniezione: caso non raro); il taglio di sole parti "morte" dello zoccolo (muraglia-fettone-suola) , e l'applicazione di un ferro o altro senza toccare il vivo, non rientra fra le competenze del veterinario proprio come non rientra fra le competenze del medico umano il manicure o l'applicazione di unghie finte. Vero che si possono provocare danni anche senza "andare sul vivo", ma si possono praticare danni anche montando male o governando male....
Mi trovo daccordo con Alex e Piciopacio.
Io preferisco professionalità ben distinte e specializzate. Mi sta benissimo che un veterinario sia anche maniscalco (e viceversa), Casteljin (se non ricordo male si scrive così) ne è un esempio, è come prendere due laure. Una volta c'era il veterinario e lo si chiamava per tutto, oggi se ho un problema agli arti chiamo Tizio, se voglio ingravidare la cavalla chiamo Sempronio e se ho problemi alle vie respiratorie chiamo Caio: ci sono le specializzazioni e l'esperienza in queste, arriva solo col tempo. Un veterinario per laurearsi ci impiega un bel pò di anni e dopo deve ancora studiare per diventare maniscalco e trovare il tempo per acquisire pratica ed esperienza in entrambi i campi....la vedo molto dura, si rischierebbe di avere professionisti molto ben preparati a livello teorico, ma la pratica....non so...io non mi fiderei di un professionista "tuttologo"....già non mi fido granchè dei veterinari appena laureati....di giovani laureati con due lauree in mano mi fiderei ancora meno a fargli toccare i miei cavalli: troppo tempo passato col libro in mano e poco tempo passato a far pratica.
A ognuno la sua professione.
Citazione da: piciopacio - Agosto 27, 2012, 01:41:19 PM
Sarebbe un passo avanti e un sicuro aumento dei costi per il povero utilizzatore finale.
Il mio è ovviamente un paradosso, un modo per fotografare un problema con tinte sufficientemente vive.
Per quanto attiene l'aggravio di costi, segnalo che le tariffe professionali sono recentemente state abolite (de facto era già successo anni fa).....Un passo in avanti verso la concorrenza.
La cosa che mi preme è sottolineare che la mascalcia è un'arte, vera e propria, dotata di immenso fascino, ma che ha così poco rispetto di sè stessa da non percepire come prioritaria la propria ascesa a rango di professione.
Un esempio simile, risolto brillantemente circa 20 anni fa, fu quella legata al mestiere di kinesiologo e fisioterapista.
A me piacerebbe che anche qui in Italia si facesse come in Francia. I ragazzi cominciano a "studiare cavallo" già dalle superiori. Ci sono i "Lycée Agricol" tipo le nostre scuole di agraria, ma con molti indirizzi specifici alle varie professionalità del pianeta equestre: mentre studi per diventare allevatore/gestore di centro ippico ecc., impari a forgiare e ferrare e prendi anche i vari brevetti e patentini.
Nelle fiere Francesi è la norma trovare gli stand dei Lycée con abbondante materiale informativo e tutta una schiera di ragazzi e ragazze attaccati a forgia ed incudine che danno dimostrazione di quanto appreso.
E' una ottima cosa a mio avviso: meglio iniziare da molto giovani.