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Lavoro alla corda: come, dove, quando e perché.

Aperto da Giada88, Gennaio 12, 2015, 07:35:15 PM

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Giada88

Quando ho preso la mia purosangue inglese mi si è spalancato davanti il portone del lavoro alla corda per farle fare condizione e fiato. Visto che non "conosceva il mestiere", abbiamo iniziato in tondino, piano piano siamo arrivate ad avvalerci anche di inredinamenti (chambon e gogue) per plasmare la muscolatura. In questo percorso sono stata spesso affiancata ed indirizzata dagli istruttori.

Ho presto abbandonato le redini ausiliarie per proseguire il lavoro in capezza (la classica da scuderia), ampliando la gamma degli esercizi e trasferendoci ben presto anche nel rettangolo per affrontare barriere, cavalletti e primi salti (replicando gli esercizi fatti da sella)
Da qui, il nostro lavoro alla corda per fare condizione é diventato esercizio, ginnastica.

Ultimamente ho cambiato la capezza da scuderia con l'etologica by Michel Robert (di cui ho acquistato anche il libercolo come spunto per gli esercizi sul salto) molto più stabile poiché permette alla longia di scorrere sotto la barbozza.
Per me il lavoro alla corda è parte integrante dell'esercizio settimanale, lo propongo sia come variazione al lavoro da montata che come esercizio per migliorare su aspetti specifici (tant'è che la mia cavalla ha affrontato i suoi primi salti fissi proprio alla longia). Si lavora sempre in capezza. Non supero mai le 3 sessioni settimanali ed ho praticamente abbandonato il tondino, il rettangolo permette molte più variazioni sul tema. Ogni singola sessione non dura più di mezz'ora, escluso il riscaldamento ed il defaticamento al passo.

Cos'è per voi il lavoro alla corda? I vostri buoni principi per questo tipo di ginnastica? Proponete esercizi e/o salti e combinazioni? Lavoro alla longia=lavoro inutile?



Thoroughbred is not just a horse, it's an adventure.

elleon

Non ho mai fatto lavoro alla corda, se non per sfogare il cavallo prima di montarlo, per tanti anni. Non mi era mai stato insegnato nel maneggio dove stavo prima, si sellava, si montava e si risolvevano i problemi da sella. Non mi è mai piaciuta questa mentalità e infatti quando ho cambiato maneggio mi si è aperto un mondo nuovo, fatto di lavoro da terra e di comunicazione con il cavallo. Da noi si segue il metodo Parelli, ed è un modo come un altro per interagire con il cavallo, fare ginnastica e insegnare cose nuove che poi si riprendono in sella. La cosa che mi ha più sorpresa è la partecipazione e il coinvolgimento dei cavalli nel lavoro a terra. Insomma, si divertono, lo fanno volentieri, imparano più in fretta e sono meglio disposti nei nostri confronti una volta che siamo sopra. Per me è diventata una parte fondamentale del lavoro. Con il mio ex cavallo stavo in campo anche più di un ora a " comunicare", fare esercizi, lavoro su due piste, barriere, saltini e passaggi stretti tra i mitici bidoni blu. Se sorgeva un problema, si tornava un passo indietro e si faceva tutto piano, senza fretta, assecondando i suoi ritmi. Mi piace la relazione che si crea nel lavoro da terra, si impara a non avere fretta, a seguire il cavallo, a dargli tempo, cosa che invece in sella, a volte non riusciamo fare, un pò perchè cerchiamo la soluzione subito, un pò perchè entra in gioco quel " personale" in cui ci sentiamo la causa dei loro errori ( e spesso lo siamo) e perdiamo la pazienza. Il lavoro a terra mi ha insegnato un nuovo modo di vivere il cavallo anche in sella ossia che l' importante è che il cavallo sia sereno e che i traguardi si raggiungono poco per volta. Per alcuni è sicuramente cosa banale, per me che ho sempre vissuto nel salto ostacoli tutto e subito è stata la scoperta dell' acqua calda.
Ora con il nuovo cavallino sto iniziando lentamente il lavoro a terra ( anche lui conosce la longia solo come " sfogatoio") e i risultati sono stupefacenti. C'è collaborazione e pensiero in quello che fà, la testa lavora, non solo il fisico e non sentono la nostra pressione psicologica come quando siamo in sella. Ogni volta che vado in maneggio inizio sempre con il lavoro a terra per poi proseguire con un lavoro in sella in campo o una bella passeggiata.
Conquista la fiducia di un cavallo e avrai conquistato il mondo..

bionda

Curiosità: come mai la capezza Monty Roberts (non conosco, vado a vedere), e non il classico capezzone? A me sembra tanto comodo...

Quando avevo gli spazi e la voglia, facevo come te. Si diverte il cavallo ed è carino per il cavaliere.
"Entschuldige, mein Tier, ich werde schon noch dahinterkommen"
Udo Bürger
"Scusami, mio animale, prima o poi ci arriverò"

Giada88

Ah la storia del capezzone é fantastica, anche a me sembrava e sembra tanto comodo ma Lasco probabilmente non era d'accordo!
L'ho acquistato, bello imbottito, in cuoio... Indossato era della misura giusta ma provandolo "al lavoro" non mi ha entusiasmata.
Lasco non si era rilassata come al solito, probabilmente qualcosa la infastidiva... Non ho indagato perché comunque in capezza lavora correttamente!

Io uso la versione del l'etologica di Michel Robert che é un filo diversa da quella standard (che ho provato e cestinato perché si spostava troppo soprattutto vicino agli occhi)
Questa invece mi ha convinta perche rimane bella stabile, la longia su attacca alla parte sotto la barbozza e scorre liberamente a seconda delle nostre azioni. Per ora mi trovo bene!




Thoroughbred is not just a horse, it's an adventure.

bambolik

Personalmete ritengo il lavoro alla corda una delle basi nella formazione di un cavalire e di un cavallo...di un binomio per dirla breve.
In sintesi il "vero" lavoro alla corda fatto secondo principi e programma coerente con i tempi del cavallo, i fini che si vuole raggiungere e la progressione dell'allenamento.
Il lavoro alla corda così come l'educazione alla mano sono le basi che si possono trovare in ogni libro, manuale saggio antico moderno o piu contemporaneo rivisto magari con nozioni aggiunte da nuove conoscenze della medicina veterinaria, della biomeccanica del cavallo e dalle esperienze personali. la base comunque è quasi sempre la stessa come il cavallo che rimane selezionato si ma comunque cavallo in ogni disciplina.
Il lavoro alla corda nella mia piccola esperienza è

- formativo per cavalli giovani in addestramento e allenamento
- fondamentale per cavalli atleti in attività agonistica
- necessario per cavalli anziani nel mantenimento di una buona salute generale oltre i 18 anni

Alla corda se si ha pazienza e destrezza si puo fare quasi ogni cosa. Con o senza imboccatura a seconda anche del cavallo e del suo "addestramento" in crescendo. Saltare, fare esercizi di "dressage" fare foiato, togliere paure o fisime (assai difficile ma ci sono esempi molto visibili)
Gli strumenti sono vari a seconda anche della "cultura" equestre e del fine.
Comunque sia è per me allo stesso livello di saper montare bene saper lavorare alla corda o in liberta bene. MPO
"Non è mai tempo perso quello trascorso a cavallo"(Winston Churchill).