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Quanto possono i cavalli amare quello che fanno con noi ?

Aperto da Hadban, Marzo 01, 2016, 01:58:53 PM

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Ina:)

A me invece è piaciuto molto. trovo che sia un dono quello di potersi mettere così in relazione con i cani (e gli animali in genere), il cane non mi sembra cerebroleso, semplicemente mi sembra totalmente e incodizionatamente innamorato del proprio conduttore e disposto a fare qualsiasi cosa per renderlo felice e orgoglioso...ed è la massima espressione della fiducia e affezione che il cane da sempre ripone nell'uomo, nella sua forma più pura
non tutti ne sono capaci, quindi chapeu ad hadban. :chapeau:

alex

Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 01, 2016, 07:25:35 PM
Un abbraccio e un bacio accademico!
Quanto tempo che non sentivo queste giolive parole!

Ti ho snidato dal tuo anfratto, eh, tu che dell'equitazione hai una certa idea, ben chiusa dentro una durissima scatola cranica.....  :blob3:
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Stanato? Mai rintanato, sempre detto che carrettieri, cavallari, cavalieri, cavallerizzi trattano i loro lalli con "inflessibile tenerezza".

Il caro pokerface, descrive - a parole sue - Baucher che, a sua volta, viene interpretato in forma moderna da JDO con il caldo, dolce, rassicurante, tenero imbozzolamento, che poi è quello che fanno istintivamente tutti quelli che coi lalli ci stanno tutto il giorno, ci lavorano tutto il giorno.

Bisogna trattare i lalli come i bambini... disse un grande cavallerizzo, e ai bimbi è bene far capire da subito che c'è il tempo per giuocare e quello per il dovere e che non si può avere tutto, non si può chiedere tutto... mia madre, quando andavamo a trovare amici o parenti, diceva: mi raccomando non chiedete niente...ma erano altri tempi.





... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

L'anfratto in cui sei anfrattato, e a cui mi riferisco,  è un luogo popolato da roditori, e dalle loro compagne. Più che un luogo fisico, è un luogo mentale.

Ti sei accorto che fra quello che dice poker e quello che dici tu subito dopo c'è una differenza profondissima? Certo che te ne sei accorto, ma eviti di dirlo; perchè nelle polemiche è opportuno sottolineare ciò che porta acqua al proprio mulino, e ignorare ciò che l'acqua la toglie.

Poker dice: c'è un tempo per il gioco, e un tempo per il lavoro.
Tu dici: non si gioca con un bestio di 400 kg che giocando può ammazzarti.

Fra le due affermazioni, una enorme differenza nel modo in cui si vede e ci si avvicina al quadrupede. Io la vedo distintamente: tu non la  vedi? La differenza si riassume in una piccolissima parolina di cinque lettere. Inizia per p e finisce per a.
Io sto con poker.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

"Bisogna trattare i lalli come i bambini."

Questa mi piace: me la segno.  Si vede che frequenti bambini del peso di 400 kg....  in questo caso sì, anche con i bambini ci vuole una certa prudenza. :blob3:

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Miky Estancia

Citazione da: PokerFace - Marzo 01, 2016, 03:46:08 PM
se la doma è fatta in un certo modo (nè meglio nè peggio, solo... in un certo modo) poi è possibile che cavallo e cavaliere possano un domani lavorare felici e contenti entrambi.

personalmente ritengo che, per arrivare a ciò, il cavaliere deve accettare di divertirsi molto meno di quel che potrebbe, per un bel pò.
mi spiego.
nell'equitazione non conta tanto il dolore (punizione, aiuto, scomodità) o il piacere (caramella, carezza, pausa relax) ma contano solo tempismo e coerenza.
......

QUI LO DICO, QUI LO NEGO - ho la certezza che un cavallo che sa sempre cosa lo aspetta (ovvero che è trattato con metodica e granitica coerenza in tutte le situazioni) possa col tempo farsi piacere anche lavori ingrati.  insomma, secondo me per un cavallo il "non aver voce in capitolo" e il "non poter decidere" è delle volte una cosa positiva. gli toglie un sacco di stress. se un cavaliere è una guida indiscussa e autorevole per il suo cavallo, avrà un cavallo sereno.

Concordo con te Poker  :pollicesu:
Me lo provano ogni giorno i miei cavalli e tutti i puledri che passano da noi per doma e addestramento.
La fermezza e la coerenza, li portano a lavorare serenamente e dimostrano di gradirlo.

Citazione da: PokerFace - Marzo 01, 2016, 06:30:42 PM
il gioco in libertà non è lavoro. il lavoro implica atletismo e disciplina, il gioco no.
uno non esclude l'altro, però sono due momenti diversi.


Su questo, farei delle distinzioni.
Il lavoro in libertà,  non è un gioco, ma implica una forte disciplina, relazione e atletismo, è un lavoro vero e proprio dove coerenza e fermezza non devono assolutamente venir meno, altrimenti si trasforma in qualcosa di pericoloso...appunto in un gioco gestito dal cavallo e non dall'uomo, con conseguente rovesciamento della gerarchia e tutte le negative conseguenze del caso.

Si fa molta confusione tra lavoro in libertà vero e proprio e le "esibizioni" di lallisti improvvisati, che giocano a scimmiottare i vari addestratori e artisti, senza avere altra conoscenza che la visione di qualche video su YouTube. ....


La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Miky Estancia

Citazione da: Ally - Marzo 01, 2016, 03:33:15 PM


il cavallo...in tutta sincerità..non lo so se ha tutta questa voglia di lavorare, specialmente quando si parla di lavori da tiro...



Dipende da come lo si doma e addestra e in una certa misura, anche dalla sua predisposizione.

Se capiti dalle nostre parti, passa a trovarci, abbiamo sempre puledri in preparazione per l'attacco agricolo e sportivo, è un piacere vederli lavorare  :horse-wink:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Idunas-Sanni

L'unico modo di capire se il cavallo trova piacere nella nostra attività con lui e leggere la sua mimica ed i segnali fisici.
Io vedo (e non solo ad alto livello, ma anche da chi fa solo passeggiate la domenica) tantissimi cavalli che svolgono il loro dovere con paura, rassegnazione totale (leggasi anche learned helplessness), depressione, dolore, diasagio.
E purtroppo pochi che lo svolgono con piacere. Di quei pochi pero si trova pure nello mondo agonistico addestrati come dice Poker. Penso che dipende da cavallo a cavallo se con un buon addestramento come quello il cavallo prova poi piacere per quello che fa o meno. Se il cavallo di per se è ben portato per l'attività che deve svolgere e non ha mai conosciuto del negativo in questo il cavallo può provare gran piacere anche ad altissimi livelli e anche senza tutto il lavoro descritto da Poker. Se invece hai per le mani un cavallo che per l'attività in questione non è portatissimo, non ne vede un senso o se ha già fatto qualche esperienza negativa (e non sempre la cappiamo) potrebbe diventare necessario un lungo percorso come quello.

Io per esempio ho avuto un pony, ad occhio sarà stato un mix tra avelignese e cavallo da tiro, che amava saltare. E sono sicura che nessuno si è mai messo a motivarlo per il salto. Ma a lui piaceva anche se del resto non ne voleva sapere di allenamento.

Diciamo che secondo me il piacere lo puoi condizionare, nel positivo e nel negativo.
Dopo di che ci sono pero tendenze personali di ogni individuo e saper sfruttarli comporta di sicuro piacere sia per il cavallo che per il cavaliere.

Alla fine ognuno deve decidere per se stesso cosa vuole per se e il suo cavallo, almeno che non sono in ballo paura, dolore o depressione. A me oramai pesa quando sento che il cavallo "fa perché deve fare", anche se fa giusto.

Di sicuro non dipende dalla disciplina per cui dire che i cavalli da tiro non possono svolgere la loro attività molto motivati non mi torna. Allora anche nel salto non possono trovare piacere, in natura saltano solo per motivi di sopravvivenza cioè in stato di ansia.
Il cavallo è il tuo specchio. Non ti adula mai. Rispecchia il tuo temperamento. E rispecchia anche i tuoi cambiamenti di umore. Non ti arrabbiare mai con il tuo cavallo, potresti pure arrabbiarti con il tuo specchio. (Rudolf G. Binding)

alex

@ Miky: ovvie che il lavoro in libertà non è un gioco, è un lavoro. Il gioco è una cosa diversa. Si può giocare con un cavallo in libertà? Allora, se è possibile farlo, si può giocare anche con un cavallo montato; certo, non bisogna avere paura.

Io conosco un "cultore" del gioco con i cavalli, ovviamente è in grado di dare messaggi molto chiari e molto autorevoli riguardo al "adesso giochiamo" e "adesso lavoriamo". Non lo inviterei mai in questo forum perchè sarebbe maltrattato. In realtà da tempo non invito nessuno nei forum, per lo stesso motivo; e il forum che avevo creato io, l'ho ceduto ad altri proprio perchè questa cosa mi era intollerabile ed ero incapace di gestirla.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Kimimela

L'intervento di idunas e' esattamente come la penso io: ogni cavallo ha le proprie attitudini e sta a noi capirle.
Ci sono cavalli che si divertono e a cui piace fare determinate cose.
Ci sono cavalli a cui non piace far niente e quelli sono un caso disperato  :icon_confused:
E ci sono cavalli che fanno tutto nella stessa maniera, magari anche bene, ma senza farti piu di tanto capire cosa preferiscono.

Dipende dal carattere del cavallo secondo me e dalla nostra sensibilita'
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

Hadban

Citazione da: Idunas-Sanni - Marzo 02, 2016, 10:58:49 AM
L'unico modo di capire se il cavallo trova piacere nella nostra attività con lui e leggere la sua mimica ed i segnali fisici.
Io vedo (e non solo ad alto livello, ma anche da chi fa solo passeggiate la domenica) tantissimi cavalli che svolgono il loro dovere con paura, rassegnazione totale (leggasi anche learned helplessness), depressione, dolore, diasagio.
E purtroppo pochi che lo svolgono con piacere. Di quei pochi pero si trova pure nello mondo agonistico addestrati come dice Poker. Penso che dipende da cavallo a cavallo se con un buon addestramento come quello il cavallo prova poi piacere per quello che fa o meno. Se il cavallo di per se è ben portato per l'attività che deve svolgere e non ha mai conosciuto del negativo in questo il cavallo può provare gran piacere anche ad altissimi livelli e anche senza tutto il lavoro descritto da Poker. Se invece hai per le mani un cavallo che per l'attività in questione non è portatissimo, non ne vede un senso o se ha già fatto qualche esperienza negativa (e non sempre la cappiamo) potrebbe diventare necessario un lungo percorso come quello.

Io per esempio ho avuto un pony, ad occhio sarà stato un mix tra avelignese e cavallo da tiro, che amava saltare. E sono sicura che nessuno si è mai messo a motivarlo per il salto. Ma a lui piaceva anche se del resto non ne voleva sapere di allenamento.

Diciamo che secondo me il piacere lo puoi condizionare, nel positivo e nel negativo.
Dopo di che ci sono pero tendenze personali di ogni individuo e saper sfruttarli comporta di sicuro piacere sia per il cavallo che per il cavaliere.

Alla fine ognuno deve decidere per se stesso cosa vuole per se e il suo cavallo, almeno che non sono in ballo paura, dolore o depressione. A me oramai pesa quando sento che il cavallo "fa perché deve fare", anche se fa giusto.

Di sicuro non dipende dalla disciplina per cui dire che i cavalli da tiro non possono svolgere la loro attività molto motivati non mi torna. Allora anche nel salto non possono trovare piacere, in natura saltano solo per motivi di sopravvivenza cioè in stato di ansia.

Quotone

Hadban

Per quanto riguarda i cani celebrolesi in una disciplina come l'obedience il cane è libero (i miei non hanno mai visto un guinzaglio neppure in allenamento) si lavora tantissimo in apprendimento in shaping, si lavora tantissimo sulla capacità di discriminare solo i segnali vocali, senza alcun gesto, si lavora tantissimo sulla motivazione  e si lavora tantissimo sul rapporto. Perchè ad un cane alla prima gara puoi far credere che sarà premiato, alla seconda pure ma alle successiva sa cosa succede in gara e quindi o ama il suo lavoro e ama farlo con te oppure ciccia... tanto che appunto è una disciplina dove non esiste proprio che uno riesca a portare in gara ad alti livelli un cane di un altro !

E in altre discipline (tipo sheepdog, ipo, mondioring, retrieving) vi è una strettissima collaborazione tra la genetica istintuale del cane stesso e la gestione tramite addestramento dello stesso.


Un po' di celebrolesi in obedience di quasi un mese fa

"https://www.youtube.com/watch?v=p-AEq54t3H4&feature=share"

Se nelle espressioni di questi cani (diciamo quasi la totalità) non si vede divertimento e complicità non so cosa dire

raffaele de martinis

Citazione da: alex - Marzo 02, 2016, 07:37:26 AM
Poker dice: c'è un tempo per il gioco, e un tempo per il lavoro.
Tu dici: non si gioca con un bestio di 400 kg che giocando può ammazzarti.

Fra le due affermazioni, una enorme differenza nel modo in cui si vede e ci si avvicina al quadrupede. Io la vedo distintamente: tu non la  vedi? La differenza si riassume in una piccolissima parolina di cinque lettere. Inizia per p e finisce per a.
Io sto con poker.

Mi viene difficile immagginare poker che zompetta appresso un lallo con in una mano la frusta e nell'altra la carota.
Io intendo tempo del giuoco lallino quando si lascia il bestio libero nel paddocco e giuoca coi suoi simili, per principio: quando il lallo è bardato che lavori alla corda o che venga montato non deve giuocare, proibita la minima rallegrata, e, se la fa facesse va punito magari solo con la terribil voce.

Il lallo va trattato come un bambino... come un bambino dell'ottocento, al quale - se necessario - si davano liete bacchettate sulla mano et sculaccioni.
Gioliva abitudine ora persa ma che il vostro affezionatissimo ha - nella sua infanzia e prima adolescenza - allegramente sperimentato.

Eh si, pereché il grande cavallerizzo che trattava i lalli come bimbi era James Fillis, che mammola certo non era.


... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 02, 2016, 01:53:17 PM
Eh si, pereché il grande cavallerizzo che trattava i lalli come bimbi era James Fillis, che mammola certo non era.

Spero che abbia avuto pochi figli  :blob3:
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Mi pare che il Nostro generò numerosi figli come era d'uso all'eboca, di sicuro ebbe Anna:
la quale, col suo aito, addestrò un lallo al galoppo all'indietro su 3 zampe, montandolo all'amazzone.

La ragassa, vissuta a lungo in Russia con la famiglia, ritornata in Francia divenne una stella applauditissima nel tempio del circo, che allora si chiamava equestre: le Cirque des Champs- Elysées.

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...