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Cadute ripetute

Aperto da zazolino73, Marzo 12, 2016, 08:45:16 PM

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sissy

Citazione da: indian - Marzo 01, 2017, 07:21:17 PM
Citazione da: sissy - Febbraio 28, 2017, 09:09:06 PM


L'assetto più solido è quello "seduto" o da "dressage", in cui è rispettato l'asse "spalla,anca tallone" e deve essere evitato l'appoggio in "punta" della staffa.


Una dressagista che rifiuta la staffa in punta ? Miracolo, hai guadagnato 1000 punti

La staffa va tenuta nella parte più larga della suola,né  in punta né sul collo del piede.

Questa posizione é quella che permette maggiore solidità  e permette anche il gioco della caviglia,anzi di tutta la gamba. Gli angoli articolari sono aprirsi e chiudersi fungendo da ammortizzatori;il piede può  ruotare a seconda delle necessità.


gi.

Citazione da: indian - Marzo 01, 2017, 09:01:54 PM
Citazione da: Angeletta85 - Marzo 01, 2017, 08:10:53 PM
Citazione da: indian - Marzo 01, 2017, 07:21:17 PM
Citazione da: sissy - Febbraio 28, 2017, 09:09:06 PM


L'assetto più solido è quello "seduto" o da "dressage", in cui è rispettato l'asse "spalla,anca tallone" e deve essere evitato l'appoggio in "punta" della staffa.


Una dressagista che rifiuta la staffa in punta ? Miracolo, hai guadagnato 1000 punti

Scusate,io sono saltapali,ma la.staffa va tenuta dove finiscono le dita dei piedi.no?

Assolutamente no.
Se parliamo di salto ostacoli e lavoro in campagna assolutamente no. Non troverai mai in nessun manuale di equitazione , di quelli seri, quelli che non si trovanao piu, che la staffa va tenuta in punta.
Neanche nel  dressage degli anni intorno al 1930-40 si tenecva la staffa in punta.
No perchè scrivi ciò:Non troverai mai in nessun manuale di equitazione , di quelli seri, quelli che non si trovanao piu, che la staffa va tenuta in punta.

Così mi deprimo. Nel mio libro che non voglio citare, ma lo puoi trovare in questa sezione poco più avanti, c'è la mia presentazione, scrivo:[...] Il piede, introdotto nella staffa, appoggia la sua parte più larga sulla panca della staffa. Per ottenere la giusta posizione del piede è sufficiente[..]

Luna di Primavera

Citazione da: sissy - Marzo 01, 2017, 10:47:18 PM
La staffa va tenuta nella parte più larga della suola,né  in punta né sul collo del piede.

Citazione da: PokerFace - Marzo 01, 2017, 09:36:35 PM
la staffa va nel punto piu largo del piede.

Citazione da: Angeletta85 - Marzo 01, 2017, 09:54:24 PM
Ecco io la so ,e.monto,come dice poker....

state dicendo tutti la stessa cosa
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

BigDream

Appunto ahahah

e comunque, cm in piu cm in meno, ognuno monta come meglio riesce. Anche io ho già visto un sacco di cavalieri tenerla in punta. E fanno tutt'altro che schifo. Perciò... son piccolezze.

indian


No perchè scrivi ciò:Non troverai mai in nessun manuale di equitazione , di quelli seri, quelli che non si trovanao piu, che la staffa va tenuta in punta.

Così mi deprimo. Nel mio libro che non voglio citare, ma lo puoi trovare in questa sezione poco più avanti, c'è la mia presentazione, scrivo:[...] Il piede, introdotto nella staffa, appoggia la sua parte più larga sulla panca della staffa. Per ottenere la giusta posizione del piede è sufficiente[..]
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Caro Gi, hai ragione e ti chiedo scusa. tra l'altro ho il tuo libro.
Cerco di salvarmi in questo modo, " Non troverai mai in nessun manuale di equitazione , di quelli seri quelli che si possono trovare ancora in circolazione  ,    e quelli pubblicati molti anni fa , e che non si trovano piu, che la staffa va tenuta in punta".   


indian

#290
Per Angeletta85

Ecco qui la spiegazione del perchè è importante inserire i piedi nelle staffe nella parte piu larga della suola e non in punta.
L'articolo parte forzatamente da Caprilli per poter capire l'evoluzione della posizione del piede nelle staffe.
La spiegazione è data dal Colonnello Angioni, è inutile che io scriva le stesse cose che ho imparato da Lui quando le sa spiegare molto meglio di me.

"Federico Caprilli ha insegnato e ha scritto che tutto il piede va introdotto nella staffa. Caprilli ha scritto per l'equitazione militare e per la recluta di cavalleria. Che fosse un artista e un grande cavaliere questo è un altro discorso. Il suo intento di maestro (coronato da completo successo) è stato quello di modificare, di rendere semplice e in linea con i tempi nuovi dell'impiego della cavalleria l'insegnamento per il militare di cavalleria e l'addestramento del cavallo per il campo di battaglia. Il regolamento che ne è nato ("Regolamento di esercizi per la cavalleria" la dizione più corrente), le cui bozze sono state pubblicate nel 1901, non è stato scritto da Caprilli in persona, ma da ufficiali dell'Ispettorato di Cavalleria. A questo regolamento sono rimasti fedeli tutti i regolamenti successivi, l'ultimo dei quali è del 1943, da cui è stato tratto il "Manuale di equitazione" della FISE, pubblicato nel 1957 e ufficialmente in vigore come più o meno verbo dell'insegnamento (è dipeso dall'insegnante) presso le nostre scuole di equitazione fino a circa due anni fa, quando sono stati pubblicati due nuovi pessimi manuali della FISE con i quali si vorrebbe rinnovare e ammodernare l'insegnamento per il cavaliere e l'addestramento del cavallo. Ne è nato un gran pasticcio. Ripeto e sottolineo che Caprilli, nei suoi scritti, ha trattato soltanto l'equitazione militare, quella della truppa a cavallo, su selle che non erano come le nostre, cavalieri non con gli stivali, ma con gambali su pesanti scarponi. Non ha mai scritto di equitazione da competizione, né di altro che esulasse dall'impiego del cavaliere in campagna, con le redini nella sola mano sinistra (perché la destra portava l'arma). Non mi dilungo oltre sull'argomento che altrove è già stato ampiamente trattato.
La domanda è: come bisogna portare la staffa? L'equitazione, come tutte le altre discipline sportive e artistiche, ha subito un'evoluzione dovuta a grandi cavalieri e maestri che si sono succeduti, alcuni dei quali hanno tradotto in scritti il loro insegnamento. Intorno alla posizione in sella e all'assetto ci sono stati tanti ragionamenti e tante discussioni tra le varie scuole. E i ragionamenti e le discussioni hanno portato alla definizione di quella che si può chiamare oggi come la posizione razionale che permette il migliore assetto, quale che sia la forma di equitazione praticata. Alla quale posizione si rifanno, con poche e marginali differenze, tutte le scuole e tutti i cavalieri.

L'assetto (= capacità che permette al cavaliere di rimanere padrone del proprio equilibrio, in un insieme armonioso con il proprio cavallo a qualsiasi andatura, su qualsiasi terreno, in qualsiasi circostanza, quali che siano i movimenti del cavallo, favorendo il migliore uso degli aiuti) non è la posizione. "L'assetto è la posizione del cavaliere in sella" è una definizione militare superata e non vera. La dà ancora Il "Manuale di equitazione" della FISE citato sopra, come ho già scritto, di derivazione militare. Derivazione militare come tutti i manuali di tutto il mondo. L'assetto, nella definizione data qui sopra, è unico per tutte le forme di equitazione, dal fantino al cavaliere accademico. Mentre la posizione è la forma che prendono le varie parti del corpo del cavaliere sulla sella le une rispetto alle altre e varia a seconda del tipo di equitazione che si pratica. La posizione dipende da due elementi: la lunghezza degli staffili e l'inclinazione del busto. Minima lunghezza degli staffili e massima inclinazione del busto (fantino). Massima lunghezza degli staffili, minima inclinazione del busto e appiombo perfetto del busto (cavaliere accademico). Come nel cavaliere che è senza staffe. Non ha senso infatti inclinare il busto in avanti senza staffe e non ci si riesce neppure facilmente, poiché la base di appoggio è rappresentata dalle natiche.

L'equitazione sportiva, quella che si pratica in campagna, in cross, nel salto ostacoli, vuole una posizione che permetta al cavaliere:
1. di ammortizzare le reazioni dell'andatura, che sono notevoli alle alte velocità del galoppo e quando il cavallo compie grandi sforzi (salto, in cui il corpo del cavaliere viene proiettato verso l'alto), e
2. nello stesso tempo di provocare nel cavallo il minimo disturbo, i minimi contraccolpi e i minimi cambiamenti di equilibrio (con il suo corpo su quello del cavallo).
Facendo un gran salto nella trattazione dell'argomento, vengo alla questione del piede.

La parte del cavaliere che permette tale ammortizzazione, necessaria sia per il cavallo sia per il cavaliere, è la parte inferiore, che comprende le articolazioni degli arti, iniziando dall'articolazione coxofemorale o del bacino. Sono le articolazioni degli arti che chiudendosi e aprendosi permettono il massimo insieme con il cavallo che galoppa e salta, la massima comodità e sicurezza per il cavaliere e il massimo conforto per il cavallo che sopporta tutti i nostri movimenti sul suo dorso. Il dorso del cavallo è infatti la base sulla quale si ripercuotono tutti i nostri movimenti. Due esempi per chiarire. Se vogliamo alzarci sulle staffe, spingiamo sulle staffe e la spinta viene avvertita dal cavallo come un momentaneo aumento di peso sul suo dorso. Se portiamo avanti e indietro le spalle, provochiamo nel cavallo uno spostamento di peso, anche se piccolo, verso le spalle o verso il posteriore. Pensiamo a uno zaino sulle nostre spalle che abbia un movimento proprio.

Nell'equitazione sportiva (equilibrio sulle staffe e non sulla sella come nell'equitazione accademica) la posizione migliore è quella che permette la maggiore chiusura e apertura delle articolazioni del bacino, del ginocchio e della caviglia, senza diminuire l'aderenza dei polpacci e della parte inferiore della parte interna delle cosce, aderenza così importante per trattenere la proiezione verso l'alto del cavaliere prodotta dalle andature saltate (trotto e galoppo) e specialmente dal salto.
Tutto il piede nella staffa elimina o riduce al minimo il gioco dell'articolazione della caviglia, quindi la funzione di ammortizzazione di una delle tre articolazioni inferiori del cavaliere, la più importante per il mantenimento continuo e sicuro della staffa.

Allora la soluzione più logica è quella di introdurre il primo terzo del piede nella staffa, in modo che sia garantita la massima mobilità della caviglia e la massima aderenza della suola con la panca della staffa, poiché vi si appoggia la parte più larga del piede (della calzatura). Non solo. La panca della staffa dev'essere perpendicolare al costato del cavallo e il piede deve formare un angolo di circa 10-15 gradi rispetto all'asse longitudinale del cavallo (esattamente come quando si cammina) in modo che, scendendo il tallone in caso di necessità, aumenti l'aderenza del polpaccio.
Questo non è certamente il modo di tenere la staffa e la gamba prescritto da Federico Caprilli nei suoi scritti e dai regolamenti militari che sono seguiti. Ma è la logica conseguenza dell'evoluzione della posizione in equilibrio sulle staffe e sull'inforcatura che per primo codificò proprio Caprilli. Posizione oggi adottata da tutti i cavalieri sportivi.

I Francesi, che hanno rivendicato, e rivendicano tuttora, la loro via all'equitazione sportiva, precedente o alternativa, certamente non dipendente, dichiarano, dall'evoluzione prodotta da Caprilli, hanno adottato ufficialmente la monta in avanti alla fine degli anni Venti. Il colonnello Danloux, allora scudiero capo del Cadre Noir (il corpo di istruttori militari di equitazione francesi),il direttore di equitazione, colui che è responsabile dell'ortodossia e della regolarità dell'insegnamento, tra il 1929 e 1933, servendosi di un buon cavaliere italiano, ufficiale di cavalleria, che in quegli anni era in congedo in Francia, Alessandro Alvisi (nato nel 1887, morto nel 1951), mise a punto quella che venne poi chiamata la monta Danloux, che non era altro che il modo di montare degli italiani con un assetto leggermente modificato per quanto riguarda la posizione della gamba, la maggiore aderenza del polpaccio, e non del ginocchio, e per quanto riguarda il piede introdotto non completamente nella staffa, ma solo per il primo terzo
E' ovvio che alle andature veloci, in campagna durante un cross, o in uno steeple, il piede possa entrare anche tutto nella staffa perché non è sopportabile sostenere per diversi chilometri al galoppo su terreno vario il peso del busto che si scarica sulle staffe con il gioco della caviglia. Ma sono situazioni straordinarie. Normalmente, nell'equitazione di tutti i giorni, la posizione descritta è la più funzionale e la più comoda. Bisogna che la muscolatura vi si adatti.

Tenere la staffa "in punta", a parte la facilità con cui la si può perdere e la difficoltà o l'impossibilità di tenerla a lungo ad alte velocità o su terreni sconnessi (campagna), schiaccia il tallone in basso (per via del peso del corpo che scende lungo la gamba verso il basso e si scarica sulla caviglia) e diminuisce o annulla il gioco di ammortizzazione dell'articolazione. Per mantenere la staffa il cavaliere è costretto a irrigidire in una posizione intermedia la caviglia, diminuendone così la flessibilità. Oppure si cerca la staffa e perciò si fa scappare la gamba avanti.
Tenere nella staffa il primo terzo del piede aumenta la mobilità e la leggerezza della gamba (dal ginocchio al tallone) e consente di usarla meglio come aiuto. Aumenta la qualità del suo funzionamento e quindi la qualità dell'addestramento che si dà al cavallo.



BigDream

Indian, non vi siete capiti: angeletta intendeva la stessa cosa vostra. Da quel che ho capito io.

alex

Siccome a me piace rendere le cose facili, uso delle staffe "a gabbia" con le quali, calzate a fondo, il piede sta automaticamente nella posizione giusta. "Non posso" sbagliare, e le situazioni eccezionali le evito accuratamente.

Per quale motivo queste staffe, che facilitino le cose, non sono quelle che si usano con chi sta imparando (oltretutto sono molto sicure, è impossibile "staffarsi"), è uno dei tanti misteri dell'equitazione; forse non è "sportivo" usare uno strumento semplice e sicuro. 
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

gi.

Citazione da: indian - Marzo 02, 2017, 11:41:23 AM

No perchè scrivi ciò:Non troverai mai in nessun manuale di equitazione , di quelli seri, quelli che non si trovanao piu, che la staffa va tenuta in punta.

Così mi deprimo. Nel mio libro che non voglio citare, ma lo puoi trovare in questa sezione poco più avanti, c'è la mia presentazione, scrivo:[...] Il piede, introdotto nella staffa, appoggia la sua parte più larga sulla panca della staffa. Per ottenere la giusta posizione del piede è sufficiente[..]

Caro Gi, hai ragione e ti chiedo scusa. tra l'altro ho il tuo libro.
Cerco di salvarmi in questo modo, " Non troverai mai in nessun manuale di equitazione , di quelli seri quelli che si possono trovare ancora in circolazione  ,    e quelli pubblicati molti anni fa , e che non si trovano piu, che la staffa va tenuta in punta".
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Grazie, ma non hai nulla da scusarti, figuriamoci. Hai ragione. Infatti, nel mio piccolo ho cercato proprio, senza inventarmi nulla di nuovo ad ogni costo, di scrivere qualcosa che secondo me mancava nell'editoria attuale. Ci sono manuali per chi non si è mai avvicinato ad un cavallo, così come ci sono testi scritti e pensati per un pubblico competente. Mancava proprio, almeno secondo me, un libro simile ad alcuni manuali del secolo scorso. Ho cercato di riproporre un qualcosa che assomigliasse, tale da essere compreso dai dilettanti, come me, cercando di dare un tocco appena più attuale con l'inserimento di fotogrammi, per fare maggiore chiarezza. Questi manuali d'un tempo erano utili, ben fatti e semplici al tempo stesso. Io iniziando da autodidatta li leggevo, per non dire che li studiavo, prendendo buono ciò che era scritto. Internet non c'era, ma la passione per il cavallo e per l'equitazione si.

indian


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Scusate,io sono saltapali,ma la.staffa va tenuta dove finiscono le dita dei piedi.no?
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Io questa frase la iterpreto che Angeleta tiene le staffe in punta , tenendo il tallone molto basso. 

nel caso avessi interpretato male chiedo scusa

indian




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...Mancava proprio, almeno secondo me, un libro simile ad alcuni manuali del secolo scorso. Ho cercato di riproporre un qualcosa che assomigliasse, tale da essere compreso dai dilettanti, come me, cercando di dare un tocco appena più attuale con l'inserimento di fotogrammi, per fare maggiore chiarezza. .."
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Concordo in quello che scrivi, tant'è che stavo pensando di scrivere qualcosa di simile . Ma mi hai preceduto e anche ben fatto.

Ho un osservazione /richiesta da farti sulle redini ausiliarie. Lo farò in Mp non voglio andare off Topic

gi.

Anche secondo me, la staffa va tenuta nella sua parte più larga. In questo modo il tallone ha la possibilità di scendere naturalmente verso il basso e grazie allo snodo della caviglia il cavaliere può ammortizzare con il tallone.E' vero ci sono cavalieri, anche importanti, che tengono il piede in punta, oserei dire che appoggiano solo l'alluce( ne ho in mente uno molto bravo). Il problema è che per fermare l'assetto la maggior parte spenge molto in basso il tallone. Questo comporta che: il tallone spinto in fondo non funge più da ammortizzatore. Spinto così in basso può causare lo stiramento del tendine d'Achille, inoltre, se il cavaliere non è veramente bravo, avrà tendenza a spingere la gamba avanti, che se per natura, per rilassatezza la gamba già tende a scappare avanti.. Il cavaliere che tiene il piede in punta può trovarsi in sella seduto sulle natiche anzichè sugli ischi, gravare sulla schiena del cavallo e tendere ad appendersi alle redini. Se è staffato lungo, magari come molti in modo eccessivo, avra la tendenza a mettersi in punta dei piedi.

gi.

Citazione da: indian - Marzo 02, 2017, 12:58:17 PM



...Mancava proprio, almeno secondo me, un libro simile ad alcuni manuali del secolo scorso. Ho cercato di riproporre un qualcosa che assomigliasse, tale da essere compreso dai dilettanti, come me, cercando di dare un tocco appena più attuale con l'inserimento di fotogrammi, per fare maggiore chiarezza. .."
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Concordo in quello che scrivi, tant'è che stavo pensando di scrivere qualcosa di simile . Ma mi hai preceduto e anche ben fatto.

Ho un osservazione /richiesta da farti sulle redini ausiliarie. Lo farò in Mp non voglio andare off Topic
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Ti ringrazio molto, attendo  il m.p.

alex

Scusate se insisto.

Ammesso che le staffe"con gabbia", calzate a fondo, tengano il piede nella posizione giusta;
ammesso che, come mi pare, siano più sicure perchè è impossibile restare staffati;

chi mi spiega perchè non vengono usate correntemente? Solo per una questione "di eleganza"? Oppure per consentire, in circostanze eccezionali, la libertà di calzare le staffe a fondo?

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

The Shire

Nel salto ostacoli non le ho mai viste con la gabbia, e credo sia per eleganza...