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metodo naturale o parelli

Aperto da LuShirley, Maggio 24, 2013, 12:27:08 AM

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LuShirley

che cos'è e cosa ne pensate? me ne hanno parlato in maneggio e mi sono un po'documentata ma volevo saperne di più!

alex

Li consideri sinonimi o alternativi? Il "metodo naturale" più famoso è quello di Caprilli (ok, il termine giusto sarebbe "Sistema naturale" ma poco cambia)...suggerirei di cogliere l'occasione offerta da questo post per elencare tutti i diversi "metodi naturali" che sono stati proposti da Caprilli in poi.  L'elenco sarà lunghetto. :icon_rolleyes:
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

carodubbio

Tutti portano acqua al propio mulino.

IO sono per una BUONA EQUITAZIONE, i metodi o modi  troppo chiusi in se stessi  non attirano il mio interesse.

alex

Giusto, ma un po' alla Catalano: "Meglio montare bene che montare male". Parelli e derivati/analoghi/imitazioni secondo me sono molto utili per "aprire la mente" ed uscire dagli stereotipi dell'equitazione da maneggio. Ma dopo "aperta la mente" occorre liberarsi dagli ulteriori stereotipi della "etologia" e cominciare a raccogliere gli elementi comuni a ogni metodo e sistema uscendo dagli schemi rigidi delle "scuole", dei "maestri" e tanto più dei "guru". Io leggo sempre molto volentieri gli articoli di Telatin, che mi sembra uno che raccoglie il meglio dei principi di base ed è molto chiaro nell'elencare gli errori più comuni. Mi pare anche di aver capito che Telatin apprezza molto le idee di McLean.

Parelli, McLean, Telatin vanno riflettere sui meccanismi attraverso i quali il cavallo impara; capiti bene questi meccanismi, poi comincia il viaggio (o anche finisce: per me, ad esempio, è finito, non ho alcuno stimolo e alcuna ambizione di andare oltre).

Alcuni addestratori e appassionati (vedi Raffaele) trovano molto noioso, e quasi ovvio, quello che dicono questi autori, ma solo perchè per loro (per pratica con i cavalli fin dall'infanzia, e per buoni maestri) sono cose risapute; per chi inizia, non sono risapute affatto, e men che meno ovvie.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Luna di Primavera

sono molto d'accordo con l'ultima frase di alex.

chi è sempre vissuto magari in città, che il massimo della relazione che ha provato con gli animali è rispetto al cane/gatto da appartamento o al canarino, ha delle ENORMI difficoltà nell'approccio coi cavalli.

ben venga chi spiega anche le cose banali... benché nel mondo dei cavalli molto spesso il problema "business" rovina tutto.
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

carodubbio

Non conosco i metodi dei guru americani  niente da dire, tranne che dal di fuori il lato commerciale sembra sovrastare tutto, e spesso si cade nella moda, per questo credo che duranpo poco i grandi numeri di appassionati a queste filosofie, rimarranno solo chi veramente è uomo di cavalli

Cielo Notturno

Senza stare a discutere sul metodo in sè, vorrei fare notare a LuShirley che "naturale" per un cavallo è stare in branco in un prato e scappare a 100 all'ora se vede un uomo. Tutto il resto, "naturale" non lo è.

La parola è usata spesso e da più scuole come sinonimo di "rispettoso", ma con un nemmeno troppo vago accenno negativo al fatto che, automaticamente, tutti gli altri metodi non siano rispettosi. Insomma, viene usata come parolone bello e trendy per un puro scopo di marketing.

Quindi, informati pure e trai le tue conclusioni, ma considera come punti fissi:

- "Naturale" è solo una parola e in campo equestre è anche abbastanza vuota. Ma va tanto di moda (basta guardare com'è usata e abusata in tutti i campi, dai cosmetici alle medicine al cibo, che naturale lo era già di suo..).

- Non esiste un metodo che sia "l'unico e il solo", e tutti gli altri sono maltrattatori. Un passo in più, ogni scuola di pensiero (e sono davvero tante!) ha potenzialmente all'interno individui super rispettosi del cavallo, e macellai. Quindi è bene sapere la teoria ma anche valutare criticamente caso per caso.

- Non esiste una sequenza di azioni che vada bene per tutti i cavalli e tutti i cavalieri. Gli addestratori bravi infatti si distinguono proprio perchè, posti di fronte a un caso diverso, cambiano approccio, non si incaponiscono con qualcosa che per qualsiasi motivo non sta funzionando. Non esiste un "manuale del cavallo" in cui fai un'azione e ogni cavallo su cui la fai risponderà allo stesso modo. Aggiungiamoci che non tutte le persone sono capaci di dare le stesse "istruzioni" in modo corretto. Per questo i "fanatismi" non vanno mai bene.

- I cavalli non sono stati addomesticati l'altroieri. Tutti i metodi "nuovi", tra cui Parelli è il più famoso ma non l'unico, non fanno altro che riprendere cose già "sapute" e aggiungere il marchietto di fabbrica. Essendo cose già sapute, è anche probabile che in parecchi casi siano valide! Infatti un sacco di gente ci si trova bene. Altri no, perchè preferiscono percorrere altre strade o prendere da ogni "metodo" le parti utili per sè e per il proprio cavallo. In pratica, c'è chi con questi metodi si trova benissimo (magari perchè gli hanno spiegato finalmente in modo comprensibile qualcosa che l'istruttore di turno non era stato capace di fare) c'è chi ci si trova benino, c'è chi non ci si trova, c'è chi non li ha mai sentiti e a cavallo va bene lo stesso.
Cavaliere di paglia con cavallo di fuoco

Cielo Notturno

#7
Rispondendo alla domanda "cos'è il metodo Parelli?"

C'era una volta un tizio, che con i cavalli ci sapeva fare, ma con le persone ci sapeva fare di più (o lui o la moglie, non ricordo). La realtà equestre, nel suo paese, comprendeva e comprende ancora un ampissimo numero di persone che vivono lontane da qualsiasi istruttore, ma hanno tanto terreno e tanti cavalli e tanti problemi dati dal fatto che non sanno dove sta la testa e dove la coda. Così, invece di tenere il suo centro equestre piccino e accontentarsi di una manciata di clienti locali, ha deciso di codificare le sue conoscenze, scrivere un bel libretto di istruzioni, cambiare il nome un paio di concetti noti e stranoti usando parole semplici, accattivanti e di facile comprensione per il neofita, e fare una paccata di soldi vendendo corsi, attrezzatura e dvd. Così ha reso felici tante persone che finalmente ora riescono a distinguere la testa dalla coda del cavallo (e anche, finalmente, fargli fare qualche esercizio) e anche tanti che testa e coda li distinguevano già ma hanno trovato i suoi insegnamenti più facili da capire e soprattutto (per gli istruttori) da trasmettere. In Italia ad esempio c'era già la validissima equitazione italiana, che però si basa sulle premesse di un contesto militare, in cui l'allievo aveva anni di esperienza diretta e quotidiana di cavalli sotto la supervisione di maestri e quindi non necessitava nè di "ovvietà" nè di semplificazioni, realtà molto diversa da quello che è l'equitazione amatoriale.
Cavaliere di paglia con cavallo di fuoco

DivinityOfDarkness

Cielo, come sempre, quando arrivi e scrivi metti subito in chiaro le situazioni e le fai arrivare a un punto. Hai scritto 2 posts da manuale... che condivido appieno.
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

alex

Citazione da: Cielo Notturno - Maggio 25, 2013, 09:46:03 PM
In Italia ad esempio c'era già la validissima equitazione italiana, che però si basa sulle premesse di un contesto militare, in cui l'allievo aveva anni di esperienza diretta e quotidiana di cavalli sotto la supervisione di maestri e quindi non necessitava nè di "ovvietà" nè di semplificazioni, realtà molto diversa da quello che è l'equitazione amatoriale.

Non è detto.... forse in parte è un pregiudizio; da certe pagine sulle reclute di Rivista di cavalleria sembra che molte reclute non solo non avessero mai visto cavalli, ma fossero anche particolarmente "induriti" fisicamente oltre che di bassissima cultura. Insomma, l'istruzione militare non era fatta per esperti, era piuttosto fatta per mettere delle reclute sul cavallo e farli imparare in fretta, più in fretta possibile; e il metodo di Caprilli aveva l'enorme vantaggio di semplificare le cose moltissimo, e di permettere di raggiungere risultati decenti in tempi molto, molto brevi.

Io direi che proprio la rinuncia al lavoro a terra, la fretta di montare in sella, la rinuncia alla leggerezza, la precipitazione nel fare i famosi "saltini", diffusa in molti maneggi, è l'effetto dell'origine militare dell'eqitazione come spesso viene insegnata (orientata alle reclute e "senza tante storie"); mentre la raffinatezza era riservata agli ufficiali, ma era un'altra equitazione.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Tu Reviens

Citazione da: alex - Maggio 26, 2013, 02:02:24 AM
Io direi che proprio la rinuncia al lavoro a terra, la fretta di montare in sella, la rinuncia alla leggerezza, la precipitazione nel fare i famosi "saltini", diffusa in molti maneggi, è l'effetto dell'origine militare dell'eqitazione come spesso viene insegnata (orientata alle reclute e "senza tante storie"); mentre la raffinatezza era riservata agli ufficiali, ma era un'altra equitazione.


Non sono molto d'accordo con questa affermazione, forse perchè ho cominciato a montare quando le (poche) scuole erano ancora in gran parte gestite o comunque influenzate da istruttori di derivazione militare. Ovviamente parliamo di equitazione "civile", non di entrare nei ranghi della cavalleria , dove ignoro come si insegnasse (essendo io  militesente in quanto femmina).

Quando ho cominciato a montare la pressione nei confronti dell'attività agonistica era molto minore rispetto ad ora: gli istruttori di derivazione militare erano severi, anche sgradevoli e probabilmente antiquati, ma sicuramente molto meticolosi e ti tenevano mesi su un argomento se non centravi l'obiettivo. Ricordo un' intervista a Gianni Agnelli, letta tanti anni fa, nella quale lui diceva pressapoco: "oggi tutti vogliono bruciare le tappe e avere subito risultati. Quando ho cominciato a montare io, alla scuola federale di Pinerolo, l'istruttore ci ha tenuti sei mesi a trottare senza staffe. Adesso vedo gente che salta dopo due settimane di lezioni".

Quanto al trascurare il lavoro da terra, basta leggere qualche intervento del Colonnello Angioni per vedere quanta importanza attribuisca al lavoro da terra: non solo il puledro deve imparare a lavorare alla corda con la redine gogue, ma impara anche a eseguire figure sulle due piste da terra prima che montato.

La mia impressione è che nel passaggio dalla gestione "paramilitare" a quella "civile" si siano perse tecniche e metodologie preziose per l'addestramento del binomio, sacrificate alla necessità di fare girare la lira mandando gli allievi in concorso il prima possibile, con l'immancabile contorno di guadagni legati alle lezioni, alle trasferte e alla vendita del cavallo "giusto". Si mettono dei sacchi di patate su dei gran cavalli che vanno di là comunque, e il gioco è fatto.

Midnight

#11
Tutti interventi interessanti, che si possono più o meno condividere, direi che è abbastanza chiaro la parte della domanda COSA NE PENSATE, ma meno chiaro cos'è.
Cielo ha provato a dare una risposta, pungente e caustica (peraltro anche a ragione) ma comprensibile solo a chi conosce (almeno in parte) la storia e il riferimento.

Cercherò di descrivere quello che le varie scuole "promettono" senza pareri personali al solo scopo puramente illustrativo, quindi per ora evito il mio pensiero.
Premetto che sono assolutamente d'accordo nella frase "in equitazione non esiste niente di naturale", nel momento che togli il cavallo dalla sua vita di branco brado non hai più nulla di naturale.
Molti quindi, inseriscono un altro concetto quello di ETOLOGICO, altra parola sfruttata per il marketing e per riempirsi la bocca, ma il concetto è quello che chi pratica la doma naturale, o etologica, si prefigge di utilizzare sistemi e "linguaggi" più "comprensibili ai cavalli.
Cercano di trovare una via di comunicazioni attraverso tecniche e metodologie che sfruttano anche linguaggi corporei e metodi con cui i cavalli comunicano in natura.
Sostanzialmente l'idea è quella di stabilirsi come leader del branco uomo/cavallo, guadagnando la fiducia e il rispetto del cavallo stesso.
Si passa quindi dalle scuole che utilizzano giochi e strumenti vari per raggiungere l'obbiettivo, chi sfrutta tecniche per stabilirsi come leader eletto e non imposto ecc ecc.
Ci sono tecniche e metodi più o meno validi, e poi ci sono le persone che le comprendono e le utilizzano, o che le scimmiottano o le travisano.

Passo ora al punto di vista personale.
Credo che le persone che possono passare la loro vita nella studio del cavallo, in natura, in cattività, che possano fare approfondimenti etologici, ed avere una mente brillante per fare nuove scoperte sia davvero poca.
Qualche professionista, forse, chi lo fa di mestiere e chi vuole lavorare con questo, è giusto (aggiungerei sacrosanto) che passi la sua vita ad approfondire queste tematiche, affrontando anche studi seri e difficili.

La realtà delle cose, almeno per come è adesso il mondo, è che l'equitazione è per lo più praticata da amatori, come hobby, come sport e non certo come professione.
Come diceva qualcuno, la maggior parte delle persone, nella vita attuale, ha pochissimi e rari approcci con il cavallo e quindi, considerando che è un hobby e per quasi tutti tale rimane, credo che qualcuno che possa codificare delle tecniche per avere uan comunicazione più facile e rispettosa con il cavallo,possa essere solo un bene.

Non condanno il baffone per essere stato scaltro nel prendere qualcosa di già esistente averne fatto una industria del bello e pronto e guadagnarci soldi a pacchi, perchè alla fine è stato bravo e furbo.
Come Parelli di scuole valide e più economiche ne esistono molte, come esistono molti bravi uomini di cavalli che ti riescono ad insegnare le stesse cose, forse meglio, ma statisticamente e numericamente esistono molti più cani che della comunicazione e del lavoro da terra se ne sbattono a tutto svantaggio dei poveri equini.

Detto questo, tutti i metodi, nei livelli più bassi, li trovo (chi più chi meno) utili per riuscire ad avvicinare i meno avvezzi ad un approccio più rispettoso verso il cavallo, privo di bastonate calci e torcinaso.
Poi il libero arbitrio e la sete di conoscenza tracceranno il percorso in futuro, ma non è detto che tutti debbano epr forza diventare degli uomini e donne di cavallo, o eccellere, a volte si può vivere serenamente anche rimanendo nella media se questo è solo un hobby o un passatempo
Your horse is a mirror of your soul.
Sometimes you might not like what you see... sometimes you will.

chiarablu

#12
Citazione da: Midnight - Maggio 27, 2013, 12:50:50 PM

Molti quindi, inseriscono un altro concetto quello di ETOLOGICO, altra parola sfruttata per il marketing e per riempirsi la bocca, ma il concetto è quello che chi pratica la doma naturale, o etologica, si prefigge di utilizzare sistemi e "linguaggi" più "comprensibili ai cavalli.
Cercano di trovare una via di comunicazioni attraverso tecniche e metodologie che sfruttano anche linguaggi corporei e metodi con cui i cavalli comunicano in natura.
Sostanzialmente l'idea è quella di stabilirsi come leader del branco uomo/cavallo, guadagnando la fiducia e il rispetto del cavallo stesso.
Si passa quindi dalle scuole che utilizzano giochi e strumenti vari per raggiungere l'obbiettivo, chi sfrutta tecniche per stabilirsi come leader eletto e non imposto ecc ecc.
Ci sono tecniche e metodi più o meno validi, e poi ci sono le persone che le comprendono e le utilizzano, o che le scimmiottano o le travisano.

Condivido quanto scrivo da Midnight, ma non nascondo che subisco il fascino di queste teorie e che ogni volta spero di aver trovato la "Via". Sono una di quelle persone che da non professionisti si studiano mille libri e cercano di relazionarsi col cavallo nel modo migliore possibile accettando comunque una condizione di cattività sicuramente innaturale. Non ho altre ambizioni se non quella di poter stare in mezzo ai cavalli potendo valutare e comprendere i diversi casi e le diverse situazioni.

Ultimamente ho avuto contatti con una realtà olandese che si occupa di zooantropologia applicata ai cavalli. Qualcuno li conosce? Cosa ne pensate? Parlano di "cavallo cognitivo".

rhox

Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

Fioravante Patrone

Diavolo! Quando ho visto il post di apertura non mi aspettavo un granché...
Invece mi piace, mia piace questo thread, me lo sono anche appuntato a futura memoria. Bellissimi interventi, a misura di post. Grazie a tutti!!! E scusate per il meta-post.