Pochi giorni fa su facebook girava un post che parlava del codice deontologico degli istruttori di equitazione (neppure sapevo esistesse!) e in particolare diceva che un istruttore non dovrebbe commerciare cavalli. Volevo chiedervi se la notizia è vera e se è possibile rinvenire il testo dell'articolo collegato al post o meglio il testo integrale del codice deontologico.
Probabilmente dice "... non commerciare cavalli."
Ma certo non dice " ... non fare il mediatore di compravendita." :cheesy3:
Segreto
si si, dice di non commerciare, mentre regolamenta l'attività di mediatore. A me interessava approfondire l'argomento commercio e avere il testo integrale del codice...
"L'istruttore non deve commerciare cavalli perché sono due attività in conflitto d'interessi. Deve invece trasmettere ai propri allievi la passione per il lavoro e per i risultati ottenuti esclusivamente per il suo tramite, senza scorciatoie.
Deve invece essere il consulente dei propri allievi nell'acquisto di un cavallo: per questa attività può pretendere un'equa percentuale sul prezzo di acquisto (max 10%)."
http://www.lastriglia.com/pony/l-istruttore.html
Non era questo l'articolo, ma viene ribadito anche qui, il che mi conferma nell'idea che esista un codice e che, da qualche parte, lo si possa reperire...
Quanti istruttori, mi chiedo, conoscono l'esistenza di questo codice?
Avevo scritto:
"ho guardato la pagina da te linkata, ho cercato deont... e mi dà 0 risultati"
ma poi ho notato che dici che la pagina non è quella.
Bene, non sono un istruttore (sarebbe una vergogna se lo fossi), ma un pochino di queste cose ne so.
A me non risulta che esista nessun codice deontologico.
Ecco un link:
http://www.aniemilano.it/public/Codice%20di%20Etica%20Prof.pdf
Ma mi sa che sono solo intenzioni.
E, poi, l'ANIE conta qualcosa?
Grazie per l'aiuto! Non so quanto conti l'ANIE effettivamente...Qui trovo moltissimi articoli o intenzioni apprezzabilissimi per quanto riguarda i doveri e le responsabilità dell'istruttore nei confronti degli allievi, e sarebbe già molto se venissero seguiti da tutti gli istruttori, anche se sono certa che la maggior parte già li segue per buon senso o sensibilità personale. Tuttavia non trovo nulla riguardo la "proibizione" nel commerciare, si parla del servizio di mediazione, ma non si accenna al commercio...Dunque ho letto una bufala o l'articolo di qualcuno che ha capito qualcosa che non c'è o ho compreso male io...Ci sta tutto...
Nel caso in cui non esistesse un codice deontologico degli istruttori di equitazione sarebbe l'unica professione in ambito sociale a non averne uno e forse, in un momento storico come il nostro i cui valori comuni, identità e spirito di appartenenza vanno progressivamente a perdersi, la cosa potrebbe essere piuttosto triste...vale la pena di rifletterci, secondo me...
Scusa ma perché sono in conflitto di interessi?
Da voi non è mai capitato che l'istruttore sia anche addestratore e che qualche cavallo lo compra, lo addestra e lo vende? Se le cose vengono fatte con onestà, non ci vedo niente di male...
Se si vuole vedere il marcio allora l'istruttore potrebbe benissimo mettersi d'accordo con qualche commerciante e guadagnare ben più del 10%!
Il codice deontologico secondo me lascia il tempo che trova.
anche secondo me non c'e' nessun conflitto di interesse.
un istruttore puo' benissimo commerciare in cavalla, non vedo dove sia il problema ne' l'illegalita'
"istruttore-commerciante in confitto di interessi" for dummies:
1- tu, istruttore, hai un allievo con ambizioni sportive
2- dato che l'istruttore sei tu, che l'allievo ha fiducia in te e che gestisci tu il lavoro del binomio, hai potenzialmente tutti gli strumenti per convincerlo che il cavallo che gli hai venduto in precedenza sia ormai obsoleto per gli obbiettivi sportivi che desidera raggiungere
3- quindi gli proponi un cavallo alternativo che ritieni più adatto ai suoi obbiettivi, preso dal tuo parco cavalli, magari un rientro di un altro tuo allievo che è passato a categorie superiori
4- quando viene il momento di acquistare il nuovo cavallo gli offri una permuta, l'allievo ti rende il cavallo che tu hai decretato obsoleto e sempre tu gli vendi quello che tu hai ritenuto più adatto ai suoi obbiettivi
5- il cavallo obsoleto lo rivendi a un allievo più inesperto
6- il ciclo ricomincia
è illegale? non direi.
è deontologicamente corretto? temo di no, perchè sei tu in vece di istruttore a definire i limiti dei cavalli che vendi come commerciante. fai il bello e il cattivo tempo (almeno finché l'allievo ha fiducia in te) ed è quello a porti in conflitto di interessi, al di là che tu sia professionalmente corretto o meno: semplicemente da istruttore non dovresti metterti in quella posizione, in quanto un istruttore "puro" (che non commercia) dovrebbe avere esclusivo interesse ad ottenere il massimo coi mezzi del cavallo a disposizione del proprio allievo; non sono sicuro che un istruttore-commerciante abbia una motivazione altrettanto forte nell'ottenere il meglio da un dato cavallo quando può guadagnare di più vendendone uno nuovo.
non sto affermando che per un istruttore debba essere tabù addestrare e commerciare in cavalli, solo penso che non dovrebbe venderli ai propri allievi. magari è proprio per questo che nei paesi dove c'è maggior cultura equestre si tende a tenere distinte le due figure.
nulla da obiettare alle considerazioni di mr. Ed, però...
a mio parere, come si usa dire, il problema è un altro
uno va a cavallo e ha un po' di ambizioni agonistiche, facciamo riguardino salto ostacoli, ma va bene ogni altra disciplina
si deve (vuole...) comprare un cavallo
se lo compra per i fatti suoi? Se parliamo di un allievo standard, equivalente al classico brevetto fresco di giornata, se se lo compra lui il rischio di prendersi un bidone è altissimo
allora si rivolge a una persona di fiducia, e questa di solito è l'istruttore
che cerca per lui e con lui un cavallo adatto
secondo me qui sta il punto: che la figura di fiducia, allo stato attuale delle cose, è ed è solo (salvo poche eccezioni che ci son sempre...) l'istruttore
se manca (e non la vedo spuntare neanche all'orizzonte) questa figura terza, allora il conflitto di interesse c'è ed è forte. E poco importa se i cavalli li "produce", commercia, direttamente l'istruttore o se questo va da un commerciante di sua fiducia
per cui, stante le cose, tutto è rimesso all'etica (generale, mica solo professionale, o deontologica) dell'istruttore
e con la mia breve esperienza in questo strano mondo, ho ben presenti casi di istruttori la cui etica dev'essergli finita sotto al tavolo, o forse non l'hanno mai avuta (e non vendevano loro cavalli, non erano "commercianti"). La cosa raccapricciante è che allievi imbrogliati e di brutto hanno continuato a dargli fiducia!!!
Grazie per il dummy mr. Ed :chewyhorse:
mr. Ed tu parli di grandi realtà agonistiche, io queste non le ho mai vissute perché nell'agonismo non ci sono mai entrata. Comunque continuo a non capire perché la cosa è diversa se io istruttore (scorretto) invece che far passare i cavalli sotto la mia proprietà, ho un amico che fa il commerciante, che mi fa favori e prendo percentuali. L'allievo lo convinco lo stesso, risulto "pulito" ai suoi occhi perché il cavallo che gli sto facendo comprare non è il mio, ma in fin dei conti l'ho convinto che il cavallo va cambiato e ci guadagno.
Le persone dovrebbero ritrovare l'orgoglio e la bellezza che c'è nel fare le cose per bene ed onestamente, senza essere obbligati dalla legge (codici). Fatta la legge, trovato l'inganno si dice...
Per inciso: ho dato un'occhiata alla definizione attuale di "professione" e ho scoperto che avevo (guarda caso) le idee estremamente confuse; in particolare riguardo all'esistenza di "professioni non regolamentate", comprese quella dei pranopratici: https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_24.wp
Poi c'è quello interminabile delle professioni regolamentate: file:///C:/Users/alessandro.brollo/Downloads/Elenco%20delle%20professioni%20regolamentate.pdf
La parola "equitazione" non compare in nessuno dei due elenchi, ma non ho cercato bene. Rinuncio a sviscerare ulteriormente: mi deprimerei.
tolti i problemi legati all'allevamento nostrano, credo che gli scarsi risultati internazionali dell'equitazione italiana siano in parte imputabili proprio a questa "stortura deontologica": rispetto all'istruttore puro, l'istruttore-commerciante avrà la tendenza a "cambiare la bici" anziché "allenare il ciclista" o a lavorare sul binomio, perché per lui è più semplice e più redditizio. ma vien da sè che meno impegno significa anche meno risultati (mi sembra siano sotto agli occhi di tutti).
Lux, non parlo di "grandi realtà agonsitiche", parlando di salto ostacoli il discorso che ho fatto io puoi applicarlo alle garette con gli shetland come ai secondi gradi.
a cercarlo, il marcio c'è qui e c'è sicuramente anche all'estero, dove le due figure sono ben distinte. penso però che evitare l'equivoco a priori separando due le figure già aiuti parecchio a migliorare la situazione. se sto cercando un cavallo e il mio istruttore mi porta dal suo allevatore di fiducia non c'è niente di male, se però non trovo niente che mi piaccia esigo che si cerchi anche altrove. ci diversi sono istruttori-commercianti che se non compri da loro ti mettono alla porta... di sicuro è un atteggiamento non fa bene all'equitazione.
Fioravante, penso che la consulenza del proprio l'istruttore sia fondamentale durante l'acquisto e che solo lui possa rappresentare la figura di fiducia che intendi tu. sa come monti e quali sono i tuoi limiti e sa cosa vuoi ottenere. è giusto che venga retribuito per questo (il famoso 10%) in quanto oltre ad uno sbattimento pratico (cerco presso i commercianti e ti accompagno a provare i cavalli) è anche una presa di responsabilità a doppio taglio. chi altri se non lui?
Citazione da: mr. Ed - Settembre 09, 2015, 01:03:12 PM
Fioravante, penso che la consulenza del proprio l'istruttore sia fondamentale durante l'acquisto e che solo lui possa rappresentare la figura di fiducia che intendi tu. sa come monti e quali sono i tuoi limiti e sa cosa vuoi ottenere. è giusto che venga retribuito per questo (il famoso 10%) in quanto oltre ad uno sbattimento pratico (cerco presso i commercianti e ti accompagno a provare i cavalli) è anche una presa di responsabilità a doppio taglio. chi altri se non lui?
d'accordissimo.... :horse-cool:
Citazione da: mr. Ed - Settembre 09, 2015, 01:03:12 PM
tolti i problemi legati all'allevamento nostrano, credo che gli scarsi risultati internazionali dell'equitazione italiana siano in parte imputabili proprio a questa "stortura deontologica": rispetto all'istruttore puro, l'istruttore-commerciante avrà la tendenza a "cambiare la bici" anziché "allenare il ciclista" o a lavorare sul binomio, perché per lui è più semplice e più redditizio. ma vien da sè che meno impegno significa anche meno risultati (mi sembra siano sotto agli occhi di tutti).
Lux, non parlo di "grandi realtà agonsitiche", parlando di salto ostacoli il discorso che ho fatto io puoi applicarlo alle garette con gli shetland come ai secondi gradi.
a cercarlo, il marcio c'è qui e c'è sicuramente anche all'estero, dove le due figure sono ben distinte. penso però che evitare l'equivoco a priori separando due le figure già aiuti parecchio a migliorare la situazione. se sto cercando un cavallo e il mio istruttore mi porta dal suo allevatore di fiducia non c'è niente di male, se però non trovo niente che mi piaccia esigo che si cerchi anche altrove. ci diversi sono istruttori-commercianti che se non compri da loro ti mettono alla porta... di sicuro è un atteggiamento non fa bene all'equitazione.
Fioravante, penso che la consulenza del proprio l'istruttore sia fondamentale durante l'acquisto e che solo lui possa rappresentare la figura di fiducia che intendi tu. sa come monti e quali sono i tuoi limiti e sa cosa vuoi ottenere. è giusto che venga retribuito per questo (il famoso 10%) in quanto oltre ad uno sbattimento pratico (cerco presso i commercianti e ti accompagno a provare i cavalli) è anche una presa di responsabilità a doppio taglio. chi altri se non lui?
Concordo :horse-smile:
Non avete però considerato un aspetto: il conflitto di interesse sta (per me soprattutto) nel fatto che incoraggiare un aspirante agonista a comprare un cavallo è implicitamente dannoso per la sua formazione; al contrario di quanto avviene per noi "ippotrasportati", "passeggiatori e passeggiatrici :blob3:", che ci accontentiamo di una tecnica molto meno raffinata, ma con la sicurezza che proviene da una lunga e costante relazione con il nostro cavallo.
Per imparare a montare bene, per lungo, lunghissimo tempo bisognerebbe montare molti cavalli diversi; e ben pochi possono permettersi di possedere molti cavalli diversi. Ergo: chi vuole imparare, non deve perdere tempo a montare un cavallo solo, il proprio.
Qui il conflitto di interesse c'è, ed è notevole; e non riguarda solo l'istruttore, ma anche il gestore del maneggio; un cavallo di proprietà è una fonte di reddito sicura, esposta solo al rischio di morosità; un buon parco di cavalli da scuola è un investimento a grande rischio.
Alex, ma che stàdddì?
Per l'agonista è essenziale avere un cavallo di proprietà. Facile per chi non fa un salto asserire del tutto apoditticamente che per chi fa concorsi è meglio montare tanti cavalli diversi, come se per saltare servisse solo un cavallo che salta, come se il binomio non contasse nulla.
Eh si, perché per fare passeggiate allora conta l'affiatamento, il feeling... e per saltare no.
Sappi che dal momento in cui scarichi il cavallo al concorso, l'esito di tutto dipende da quanto lui si fida di te e da quanto tu ti fidi di lui.
Io sono disponibile anche domani a saltare un cerchio di fuoco con la mia cavallina. O un verticale di due metri. Non avrei un dubbio. E so che non avrebbe un dubbio neppure lei.
Credi che sia solo questione di redini e di gambe e di assetto fare un giro da un metro e trenta? Magari... Invece no. Io ultimamente ho preso a montare diversi cavalli, ma la metà di questi mi fa tribolare, alcuni mi fanno anche veramente schifo. Ce n'è uno che è monomarcia, sembra un cavallo a dondolo... Credimi che quando metti la gamba per recuperare una linea lunga e questo se ne impippa, non è bello. Oppure ce n'è uno che ha paura della sua ombra, e già in girata se appena appena c'è un cancelletto devi mandarlo in cessione ritardando la curva se no è la fine, ti va sulla redine interna e si impalla. E poi c'è quello che è un maiale maledetto, nonostante abbia tutta la forza che serve.... e quando ti avvicini ad una gabbia e sai perfettamente che sto pachiderma non coprirà l'entrata di largo, la strizza ti viene..
E non pensare che montare tutti sti reliquati bellici mi faccia diventare bravo. Montare cavalli mediocri ti fa montare male. Ti fa essere prevenuto. Aggressivo. Alla lunga non li lasci saltare, non molli mai la bocca, mortifichi quello che di atletico e spotaneo avrebbe il cavallo da dare. Diventi uno di quei cavalieri che montano solo i brocchi, perché anche quando monti un buon cavallo sembra che sia un brocco frenatore pure lui.
Facile giudicare da fuori eh. Facile criticare gli istruttori che vogliono vendere all'allievo un bravo cavallo, classico, che gli consenta di sbagliare senza che gli errori vengano ingigantiti, che gli consenta di imparare, di avere fiducia, di fare tesoro di coraggio e esperienza e mestiere.
Tu mi dirai: eh l'agonista dovrebbe montare tanti BRAVI cavalli.
E chi li compra? Chi li mantiene BRAVI cavalli, senza rovinarli? Fammi capire, sarebbe un'onere delle scuole d'equitazione munirsi di cavalli da concorso bravi buoni e facili, che costano decine di migliaia di euro? E chi si fa carico del rischio di infortunio o di ingranamento che vanificherebbe l'investimento (ingente) iniziale?
Citazione da: alex - Settembre 09, 2015, 04:16:48 PM
Non avete però considerato un aspetto: il conflitto di interesse sta (per me soprattutto) nel fatto che incoraggiare un aspirante agonista a comprare un cavallo è implicitamente dannoso per la sua formazione; al contrario di quanto avviene per noi "ippotrasportati", "passeggiatori e passeggiatrici :blob3:", che ci accontentiamo di una tecnica molto meno raffinata, ma con la sicurezza che proviene da una lunga e costante relazione con il nostro cavallo.
Per imparare a montare bene, per lungo, lunghissimo tempo bisognerebbe montare molti cavalli diversi; e ben pochi possono permettersi di possedere molti cavalli diversi. Ergo: chi vuole imparare, non deve perdere tempo a montare un cavallo solo, il proprio.
Qui il conflitto di interesse c'è, ed è notevole; e non riguarda solo l'istruttore, ma anche il gestore del maneggio; un cavallo di proprietà è una fonte di reddito sicura, esposta solo al rischio di morosità; un buon parco di cavalli da scuola è un investimento a grande rischio.
Giusto anche questo approfondimento. Trovo che sia un intervento decisamente interessante.
La passeggiatrice qui presente, che è decisamente molto ambiziosa, ricerca una tecnica raffinata quanto un agonista, oltre alla relazione coi cavalli che monta e ha rimandato l'idea di un cavallo di proprietà anche per continuare ad avere la possibilità di montare quanti più cavalli possibili e quanto più differenti possibili tra di loro. Penso che molti altri siano nella mia situazione e credo che questo sia il vantaggio di noi "passeggiatori" e " passeggiatrici", non abbiamo "necessità" di un cavallo di proprietà e per questo e molti altri aspetti che non sto qui ad approfondire, siamo molto più liberi degli agonisti, soprattutto nell'imparare... Questo è il mio unico appunto ed è :ot:
Ma il problema non era l'implicita sudditanza dell'allievo di fronte al granitico istruttore (anche -ice, s'intende)?
Rimossa quella, nessuno ti può vendere una cippa, se non vuoi.
Segreto
Scusami Poker, ho frainteso di sicuro il tuo racconto anche perché non conosco il mondo del salto ostacoli e salto veramente pochissimo e raramente, però se uno monta da sempre differenti cavalli e non si abitua ad uno solo, potrebbe avere meno difficoltà in futuro nel tirare fuori qualcosa di buono da ogni cavallo...non è forse questo ciò che fa un bravo cavaliere? Trarre il meglio da ogni cavallo (o quasi) qualunque esso sia?
Sul fatto che per un concorsiste la fiducia all'interno del binomio sia indispensabile non lo metto in dubbio, ma ci sono discipline nelle quali questa è meno determinante, in cui basta la tecnica e una blanda (o a volte nessuna) conoscenza tra cavaliere e cavallo e il resto vien da sé? Ovvio che i risultati quando c'è la relazione saranno migliori di quando non c'è...
Citazione da: segreto - Settembre 09, 2015, 06:43:29 PM
Ma il problema non era l'implicita sudditanza dell'allievo di fronte al granitico istruttore (anche -ice, s'intende)?
Rimossa quella, nessuno ti può vendere una cippa, se non vuoi.
Segreto
Il problema è che, siccome questa sudditanza sembra crearsi quasi naturalmente e pare che l'allievo che, facendo eccezione, non segue pedissequamente e a testa bassa il proprio istruttore, prima o poi, viene allontanato o addirittura cacciato dal maneggio, allora sarebbe meglio che la questione fosse regolamentata e probabilmente sarebbe eticamente e deontologicamente più corretto che l'istruttore non si mettesse nella situazione di occuparsi di compra-vendita di cavalli né propri né altrui...almeno questo secondo la mia esperienza...
Ovvio che se l'istruttore o la asd dovesse vendere un cavallo di loro proprietà per svariate ragioni, non penso sarebbe giusto impedirglielo, ma almeno che non spingessero allievi dei quali hanno la responsabilità né genitori a comprarlo senza riflettere o senza che il cavallo sia quello giusto per loro...ecco che si apre un altro dilemma, perché l'istruttore come individuo e l'associazione come tale non sarebbero più liberi di vendere un cavallo che magari si è rivelato poco adatto a ciò che devono fare, per un caso sfortunato, o altro...
Non succede solo nell'equitazione. La sudditanza pare sia una forma economica di training autogeno che permette agli allievi di tutti gli sport (e anche delle sette religiose) di tirare dritto sul duro cammino. Ho conosciuto allievi che avevano paura dell'allenatore. L'hanno cambiato e non andavano più. Ne avevano bisogno. C'è una cosa, che chiamano psicologia dello sport, che a volte si potrebbe chiamare psicopatologia. Figuriamoci in equitazione, dove giran soldi per munirsi dell'indispensabile "strumento".
Segreto
Citazione da: segreto - Settembre 09, 2015, 06:43:29 PM
Ma il problema non era l'implicita sudditanza dell'allievo di fronte al granitico istruttore (anche -ice, s'intende)?
...
Certo, questa è la ragione per cui, al di là di scartoffie, occorre un'etica professionale.
E' per questo che nel mio post precedente rimarcavo l'inesistenza di una figura "terza" che possa guidare l'allievo a un acquisto ragionato.
Citazione da: Fioravante Patrone - Settembre 09, 2015, 07:12:47 PM
Citazione da: segreto - Settembre 09, 2015, 06:43:29 PM
Ma il problema non era l'implicita sudditanza dell'allievo di fronte al granitico istruttore (anche -ice, s'intende)?
...
Certo, questa è la ragione per cui, al di là di scartoffie, occorre un'etica professionale.
E' per questo che nel mio post precedente rimarcavo l'inesistenza di una figura "terza" che possa guidare l'allievo a un acquisto ragionato.
:pollicesu:
Quotone per poker
wild, di solito con i cavalli della scuola, fide/mezzefide, si può arrivare massimo alle 90. Con un cavallo di un privato in fida, se il privato te lo concede anche di più, ma io sarei la prima a non concedere.
Perchè? perchè saltare è potenzialmente rischioso, per cavallo e cavaliere.
e una scuola o un privato non rischia il cavallo solo per permetterti di andare avanti
e considera che le 90 sono bassine
quindi se uno vuole fare un po' di carriera ha bisogno del proprio cavallo, fino ad arrivare al punto in cui sono gli altri a proporti di montare i loro cavalli perchè sanno che sei all'altezza
è come se io corressi con la moto : all'inizio nessuno ti dà la propria moto per correre, col rischio che vada distrutta... te la copri e ti attacchi.
ma se per caso arrivi a fare il moto gp sono le stesse case di produzione che ti sponsorizzano e ti forniscono il mezzo con cui gareggiare
Citazione da: Fioravante Patrone - Settembre 09, 2015, 07:12:47 PM
E' per questo che nel mio post precedente rimarcavo l'inesistenza di una figura "terza" che possa guidare l'allievo a un acquisto ragionato.
scusa, non capisco. a quale figura terza ti riferisci?
mi spiego. se sono alla ricerca di un cavallo e sono seguito da un istruttore di cui mi fido (lasciamo da parte la sudditanza per un momento, non tutti sono succubi del proprio istruttore), mi viene spontaneo rivolgermi a lui. anche perchè una volta a casa sarà l'istruttore in questione a dovermi aiutare a mettere a buon frutto l'acquisto. il mio dubbio riguardo a figure terze è quindi che non siano in grado di svolgere quel ruolo di "garante" (con tutti i se e i ma del caso) che può svolgere l'istruttore.
esempio assurdo ma spero eloquente: se io voglio a tutti i costi fare dressage con un tpr, probabilmente il mio istruttore cercherà di dissuadermi e di indirizzarmi verso un cavallo più adatto. rivolgendomi a un "esterno" penso che correrei il rischio di venir assecondato e di portare davvero a casa un tpr, evidentemente non adatto a soddisfare le mie aspettative. e l'istruttore si troverebbe per le mani una grana notevole, con tutte le conseguenze che possono derivare.
Citazione da: mr. Ed - Settembre 09, 2015, 09:01:21 PM
Citazione da: Fioravante Patrone - Settembre 09, 2015, 07:12:47 PM
E' per questo che nel mio post precedente rimarcavo l'inesistenza di una figura "terza" che possa guidare l'allievo a un acquisto ragionato.
scusa, non capisco. a quale figura terza ti riferisci?
mi spiego. se sono alla ricerca di un cavallo e sono seguito da un istruttore di cui mi fido (lasciamo da parte la sudditanza per un momento, non tutti sono succubi del proprio istruttore), mi viene spontaneo rivolgermi a lui. anche perchè una volta a casa sarà l'istruttore in questione a dovermi aiutare a mettere a buon frutto l'acquisto. il mio dubbio riguardo a figure terze è quindi che non siano in grado di svolgere quel ruolo di "garante" (con tutti i se e i ma del caso) che può svolgere l'istruttore.
esempio assurdo ma spero eloquente: se io voglio a tutti i costi fare dressage con un tpr, probabilmente il mio istruttore cercherà di dissuadermi e di indirizzarmi verso un cavallo più adatto. rivolgendomi a un "esterno" penso che correrei il rischio di venir assecondato e di portare davvero a casa un tpr, evidentemente non adatto a soddisfare le mie aspettative. e l'istruttore si troverebbe per le mani una grana notevole, con tutte le conseguenze che possono derivare.
Provo a spiegarmi ("
mi spezzo ma non mi spiego").
Il termine sudditanza è forse eccessivo, ma di certo c'è una forte dipendenza nei confronti dell'istruttore da parte dell'allievo. Non solo di natura tecnica. E' qualcosa che osservo quotidianamente, in scuderia. La parola dell'istruttore è quasi "il verbo".
Quando si tratta di comprare un cavallo è giusto e naturale che l'istruttore consigli l'allievo, lo indirizzi nella scelta, provi lui stesso il cavallo che vorrebbe comprare, etc. C'è un abisso di competenza e sensibilità tra istruttore e allievo fresco fresco di brevetto.
La questione di un soggetto "terzo" ha a che fare con il "codice deontologico", ed in particolare con il "conflitto di interessi" che sussiste in questo rapporto.
Ho voluto (cercato di) sottolineare due aspetti:
- non c'è una differenza significativa tra vendere all'allievo un proprio cavallo o accompagnarlo a prenderne uno da un allevatore/commerciante. Nella nostra esperienza vedo che si crea un rapporto di fiducia (anche reciproca) tra istruttore ed alcuni "commercianti". Se l'istruttore è disonesto, non ci vuole molto a realizzare un consistente extra guadagno accordandosi con un commerciante di fiducia, ricavando ben più del 10%. Come ho detto, ho presente casi concreti, specifici, di cavalli che sono stati venduti a, diciamo, cinque volte il loro vero valore (parlo di cavallo da 2000 euro venduto a 10.000).
- la "salvezza" da questo tipo di episodi sta nel poter ricorrere a una figura di garanzia. Appunto una figura "terza", che rompa il conflitto di interessi esistente. Lo so che al momento non c'è. Ma pensando a "cosa si può fare", suggerirei di provare a battere questa strada, anziché stare a cavillare sul fatto che l'istruttore venda suoi cavalli o cavalli di altri. Prosptettiva irrealistca la mia? Può essere.
PS: lo sapete che la normativa sulla compravendita dei cavalli ha visto recentemente delle importanti innovazioni, derivanti dalle norme della UE? La vendita di un cavallo di un professionista a un "consumatore generico" è ben diversa (a livello di garanzie che devono essere date e per la protezione del consumatore) dalla vendita di un cavallo da parte di un amatore
Premetto che sono totalmente d'accordo con l'analisi di Fioravante.
Ma la figura "terza" da chi sarebbe retribuita?
Segreto
A me è caputato anche che l'istruttore cercasse di farmi acquistare un cavallo che serviva a lui per la scuola o per andare in gara, io avrei quindi pagato la pensione per far divertire in gara lui o per fargli guadagnare anche dalle lezioni con la scusa " almeno te lo muovo". Quando ho fatto notare una volta che il cavallo non era adatto a me, un'altra che non avevo la cifra per comprarlo e una terza che avevo necessità di tenere il cavallo a casa di una mia amica vicina per averlo più vicino a casa e risparmiare un po' (tre cavalli differenti dei quali l'ultimo volevo veramente acquistarlo perchè ne ero e sono perdutamente innamorata) non solo non ho ottenuto il cavallo (gli altri due mi erano stati proposti, ma il terzo sarebbe stata una mia scelta), ma sono anche stata esiliata dal maneggio in qiestione dopo laute promesse di amicizia e collaborazione.
Citazione da: segreto - Settembre 10, 2015, 10:10:39 AM
Premetto che sono totalmente d'accordo con l'analisi di Fioravante.
Ma la figura "terza" da chi sarebbe retribuita?
Segreto
da chi compra, non vedo altra soluzione sensata
le garanzie si pagano, in un modo o nell'altro
Fioravante, in che senso è cambiata la normativa europea?
Non ho detto che sia cambiata la normativa europea. O, meglio, non so i dettagli, in particolare non so quando la transizione sia avvenuta, ma il punto è che ora la situazione è questa:
- compri un cavallo da un amatore, da uno "come te"? Niente di particolare
- compri un cavallo da un commerciante (magari anche istruttore...)? Allora hai le garanzie tipo quelle che hai quando compri un cellulare da Nokia o una lavatrice dalla Indesit. Cioè, sei visto come "consumatore"
Tutto questo deriva da una giornata dedicata alla compravendita dei cavalli, che ho frequentato (a pagamento). Non mi sono poi messo ad approfondire la questione, perché non è che abbiamo quel gran commercio
Garanzie? Tipo "netto in 115 con te sopra" oppure su eventuali "difetti di fabbrica"?
ma sulla base di che cosa ci sarebbe questa distinzione? giurisprudenza?
particolarmente penso al diritto di recesso. se il cavallo è equiparato a un bene di cui io sono consumatore, allora posso restituirlo entro 10 giorni senza particolare motivazione, come un cellulare? Uuhm..
Ehm, il maneggio ha pagato perché io mi informassi, per cui vi rispondo ma mi aspetto che facciate una donazione al maneggio :angel5:
Boh, che ne so?
Credo che si tratti di un recepimento di normative europee, non di "giurisprudenza".
Diritto di recesso? Credo proprio di sì.
Se non fa le 115? Beh, se uno è tanto stupido da dare (anche solo oralmente) questa garanzia, ovvio che se non le fa c'è una violazione contrattuale.
Non fidatevi di me, però! Come ho già detto, non ho approfondito la cosa. Né ho le competenze necessarie per dare pareri attendibili (quindi va bene anche se la donazione sarà alquanto modesta).
In compenso, mi ricordo che un veterinario ("importante" e affidabile) già ci aveva parlato di questo ben prima che io andassi a seguire quella "giornata".
Comunque mi sembrerebbe già un discreto progresso. Il professionista dovrebbe sapere quel che vende.
Segreto