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Quanto possono i cavalli amare quello che fanno con noi ?

Aperto da Hadban, Marzo 01, 2016, 01:58:53 PM

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Hadban

Sono nel mondo della cinofilia ed una delle cose che mi spinge anche in una giornata in cui non sono al top (vedi oggi guancia gonfia per estrazione dente sigh) è non solo la necessità di movimento per i miei cani, ma il piacere immenso che vedo nei loro occhi quando facciamo una attività sportiva insieme.

Nei cavalli tanti mi dicono che è diverso.

In alcuni soggetti ho notato rassegnazione, ovvero facciamo perchè è un dovere, ma ne faremmo anche a meno, anche in soggetti che fanno passeggiate, quando li vedi affrettarsi sulla via del ritorno.

Ma in altri non ne sarei così sicura !! Parlando di esperienze personali posso citarne uno che a redini lunghe in relax facevi fatica a passare vicino agli ostacoli del cross perchè vedevi che li puntava oppure il mio arabo che quando mi vedeva con il sottosella in mano arrivava nitrendo dal paddock e si faceva sellare libero. La prima volta che con lui sono stata via due giorni a fare trekking al ritorno pensavo avesse problemi fisici visto che non aveva il solito passo lungo e veloce. Poi ho scoperto che lo faceva ogni volta che riconosceva la strada verso casa.. Oppure quando ci divertivamo a scoprire cose nuove insieme (tipo provare ad attaccarlo) e lui si impegnava con tutto se stesso, tutto allegro e brioso.

Che ne pensate ?

Luna di Primavera

penso che motivare un cavallo sia più difficile che motivare un cane, ma non credo che sia impossibile.

tra l'altro noi tendiamo sempre a inibire nel cavallo gli atteggiamenti giocosi o di allegria (a differenza di quello che si fa normalmente col cane), perché essendo animali di 5-600 kg pretendiamo il rispetto degli spazi e una certa "attenzione" nei movimenti quando gli stiamo attorno. inoltre i cavalli sportivi spesso hanno conosciuto più di un proprietario, e abbiamo già detto altrove che questa è una grossa differenza rispetto al cane (normalmente) che si può ripercuotere sui suoi atteggiamenti nei confronti dell'umano.

il cavallo in generale lo vogliamo serio, attento e impegnato nel lavoro - perché in generale al cavallo chiediamo "lavoro", cosa che di solito non si chiede al cane. i cani e i gatti insomma hanno sindacati più forti ahahahaha

certamente noi amatori dobbiamo fare tutto il possibile per rendergli questo lavoro piacevole, ma soprattutto per rendergli piacevole la nostra compagnia.. e se otteniamo questo, è ragionevole pensare che il cavallo, animale sociale e collaborativo, sarà contento di farci contenti al di là dell'addestramento e del "dovere".
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

Ally

mmm non saprei rispondere con certezza....

la vera differenza tra alcune razze di cane e i cavalli...è che alcune razze di cani (pastori in generale, border, labrador, setter, ecc) ADORANO LETTERALMENTE LAVORARE....
un cane che lavora, un cane stanco è un cane felice...è il suo massimo...di più non può chiedere...

il cavallo...in tutta sincerità..non lo so se ha tutta questa voglia di lavorare, specialmente quando si parla di lavori da tiro...

come premesso non vale per tutti i cani...perchè se si prendono per esempio un bulldog inglese.. 9 su 10 sta meglio su un divano che in un campo scuola...

Kimimela

Come gia detto dalle altre amazzoni far provare piacere nel lavorare a un cavallo e' ben difficile.
Non si possono paragonare I cani ai cavalli per I motivi gia detti ma anche perche' il cane vive per l'uomo mentre il cavallo no, non gliene frega niente dell'uomo e nella maggior parte dei casi ci vede come una rottura di palle...proprio perche' gli facciamo fare fatica.
Ci sono poi cavalli che amano il contatto con l'uomo ma non amano comunque lavorare.
Se noi vogliamo un rapporto sano e soprattutto sicuro col nostro cavallo e' presto detto che non solo deve lavorare costantemente ma deve essere anche ben educato a capire quali sono I suoi spazi e quali I nostri. Diciamo che un cavallo e' felice quando non gli stravolgi piu di tanto le abitudini  :horse-wink: ma anche quando vari il lavoro soprattutto in piano
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

PokerFace

secondo me c'è da fare un piccolo distinguo. se la doma è fatta in un certo modo (nè meglio nè peggio, solo... in un certo modo) poi è possibile che cavallo e cavaliere possano un domani lavorare felici e contenti entrambi.
personalmente ritengo che, per arrivare a ciò, il cavaliere deve accettare di divertirsi molto meno di quel che potrebbe, per un bel pò.
mi spiego.
nell'equitazione non conta tanto il dolore (punizione, aiuto, scomodità) o il piacere (caramella, carezza, pausa relax) ma contano solo tempismo e coerenza.
ora, io posso insegnare ad un cavallo a saltare di sua volontà, perchè gli piace, perchè lui ama saltare e si diverte un mondo. lo posso fare. devo però avere un gran tempo da perdere. stare tanto tanto tanto tempo su cose piccole e semplici. fare sessioni di lavoro in cui al massimo faccio un paio di saltini, seguiti da pausa, premio, svago. devo passare tantissimo tempo a terra (non in tondino) lasciando spazio e tempo al cavallo. e anche dopo, quando il cavallo amerà saltare, dovrò buttare via un tot di concorsi per la sua gratificazione (es: interrompere il percorso, ritidandomi, dopo la riviera o dopo uno sforzo ecc).
bello per il cavallo ma una gran rottura di palle per il cavaliere. oltretutto, non si può fare se hai tanti cavalli e se non hai un campo tutto per te (se dopo un salto scendi e lasci scosso il bestione, gli altri magari ti sputano in faccia).
è vero che la doma si fa una sola volta nella vita del cavallo, ed è giusto non avere fretta, però neanche rincoglionirsi dietro a cose poco utili.
perchè per quanto sia bello pensarlo, alla fine non è detto che un cavallo che si diverte un mondo a saltare abbia prestazioni migliori di quello che (pur non disgustato nè spaventato nè traumatizzato) salta perchè sa che deve saltare...
io ultimamente non lascio nessuno spazio ai cavalli. dal momento che li prendo e salgo non transigo su niente, si fa come dico io. ad iniziare dal salire in sella. non permetto mai ai cavalli di fare neanche mezzo passo prima che sia io a dirlo.
e già questo fa una grande differenza sullo svolgimento dell'intera ora di lavoro.

aDy_90

Poker ... Io dopo i salti prendevo e lasciavo scosso il rosso... E con altri in campo ahahahah. Ma solo lì puoi, in altri maneggi compreso dove sono ora se facessi una cosa del genere dovrei poi iniziare a correre. Veloce.

Luna di Primavera

Citazione da: PokerFace - Marzo 01, 2016, 03:46:08 PM
io ultimamente non lascio nessuno spazio ai cavalli. dal momento che li prendo e salgo non transigo su niente, si fa come dico io. ad iniziare dal salire in sella. non permetto mai ai cavalli di fare neanche mezzo passo prima che sia io a dirlo. e già questo fa una grande differenza sullo svolgimento dell'intera ora di lavoro.

tuttavia il pretendere obbedienza, impegno e attenzione non necessariamente esclude di gratificare il cavallo quando fa bene... anzi.
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

PokerFace

io infatti non l'ho detto.
però ho detto che 2 anni di tempo per preparare un cavallo affinchè salti gioiosamente non li ho.
quindi non faccio tutto il lavoro descritto per far si che il cavallo faccia le cose perchè si diverte.
le cose le fa perchè non ha scelta.
però sa anche che, quando le fa bene, viene gratificato.
ma son due cose diverse. una è lunga e laboriosa. l'altra è rapida e infallibile.
poi ripeto, io non sono uno stakanovista, per me il cavallo fa il cavallo 24 ore al giorno, non gli rompo le palle, lo lascio fuori, in compagnia se la gradisce. ma l'ora che lavora non è che posso passarla a piedi a fargli i grattini. l'ora che lavora lavora. che abbia piacere o meno di lavorare non è una cosa che sta nei fini del mio lavoro, anche se - QUI LO DICO, QUI LO NEGO - ho la certezza che un cavallo che sa sempre cosa lo aspetta (ovvero che è trattato con metodica e granitica coerenza in tutte le situazioni) possa col tempo farsi piacere anche lavori ingrati.  insomma, secondo me per un cavallo il "non aver voce in capitolo" e il "non poter decidere" è delle volte una cosa positiva. gli toglie un sacco di stress. se un cavaliere è una guida indiscussa e autorevole per il suo cavallo, avrà un cavallo sereno.
paradossalmente, mi son fatto l'idea che per il cavallo una rispettosa schiavitù al servizio di un sovrano GIUSTO (severo quando serve, riconoscente quando è il caso) e COERENTE sia preferibile rispetto al libero arbitrio....

Luna di Primavera

sono pienamente d'accordo su tuttissimo, e aggiungo che il cavallo non si fa tante domande speculative, non è che dentro di sé pensa ah come starei meglio libero in una prateria oppure ah com'ero più felice con il precedente proprietario.

accetta la sua vita per come è, e all'interno di essa cerca le strategie migliori per sopravvivere (= affrontare ciò che gli si presenta davanti) nella maniera meno dispendiosa possibile. se ciò significa obbedire alla scimmia sulla schiena, obbedirà. e se obbedire significa fare quello deve fare e poi tornare in box, obbedirà volentieri. e questa forse è la cosa più vicina al concetto di "amare quello che fanno con noi" quando si tratta di lavoro.

la questione forse si potrebbe un pochino ampliare quando noi proponiamo al cavallo situazioni che non si possono considerare lavoro, tipo stiamo con loro a far niente al paddock in libertà. ecco qui magari si vede se il cavallo ha piacere di interagire con noi solo per il gusto di farlo, oppure se preferisce starci lontano, oppure se gli siamo del tutto indifferenti. ma credo che ci sia anche una componente caratteriale del singolo cavallo in questo.


I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

alex

Ci sono, in campagna, parecchi momenti in cui il cavallo chiede: "Sì! Sì! lasciamelo fare!" e non si tratta solo di brucare, ma magari di galoppare pazzamente. In quei momenti magici, si sente per un attimo il piacere di fare qualcosa insieme, una cosa piacevole per entrambi.

Un altro momento è il gioco in libertà, ci sono dei cultori del gioco con il cavallo, ma è delicato e pericoloso. Gli esperti in questa materia sono umiliati e svillaneggiati se mettono piede in un forum. Ho abbandonato il mio vecchio forum anche per questi svillaneggiamenti, molto frustranti per me, che speravo si potessero ascoltare più voci e più opinioni. Per chi ha dell'equitazione una certa idea, il cavallo non gioca, e se tenta di giocare la cosa va stroncata, non incoraggiata.

Chi applica ai cavalli moderni schemi di addestramento canino viene normalmente considerato un imbecille in un normale ambiente equestre.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

PokerFace

il gioco in libertà non è lavoro. il lavoro implica atletismo e disciplina, il gioco no.
uno non esclude l'altro, però sono due momenti diversi.

per quanto riguarda in campagna è la stessa cosa quando il cavallo accelera sulla via del ritorno. io non glie lo lascio fare neanche una volta, sicchè ben presto non tenterà più di farlo. idem il galoppare.  mai e poi mai galopperò dove il cavallo ha iniziato a tirare o a scalpitare. galopperò dove dico io e dove il cavallo non ha accennato a galoppare da solo.
quando è da solo nel prato può fare quello che vuole lui, quando è montato no.

alex

Perchè no, se chiede gentilmente il permesso e accetta gentilmente sia il sì, che il no? Quando il cavallo tenta di prendersi qualcosa con la forza, non cedo di un millimetro; ma quando chiede gentilmente..... perchè mai dirgli sempre di no?
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Citazione da: PokerFace - Marzo 01, 2016, 06:30:42 PM
il gioco in libertà non è lavoro. il lavoro implica atletismo e disciplina, il gioco no.
uno non esclude l'altro, però sono due momenti diversi.

per quanto riguarda in campagna è la stessa cosa quando il cavallo accelera sulla via del ritorno. io non glie lo lascio fare neanche una volta, sicchè ben presto non tenterà più di farlo. idem il galoppare.  mai e poi mai galopperò dove il cavallo ha iniziato a tirare o a scalpitare. galopperò dove dico io e dove il cavallo non ha accennato a galoppare da solo.
quando è da solo nel prato può fare quello che vuole lui, quando è montato no.

Un abbraccio e un bacio accademico!
Quanto tempo che non sentivo queste giolive parole!

Coi lalli solo gli imbecilli ci giuocano, non si giuoca con un bestio di 400 kili che - per giuoco - può ammazzarti.

Sentite gli urletti felici di questa cretina:
https://www.youtube.com/watch?v=XRqBFONV5Pc

A questa le è andato molto bene... ma non è uno bello spettacolo.
https://www.youtube.com/watch?v=ehqN70UX7TE

L'equitazione, il trattare i lalli è pericoloso, ma una cosa è il rischio calcolato altro è il rischio provocato.







... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Hadban

Comunque anche negli sport con il cane è disciplina, è non tollerare anticipi o imprecisioni. Le richieste ad alti livelli sono enormi e con certi soggetti la leadership è importante sia per la gestione nella vita che nel lavoro. Però l'obbiettivo che ha dato la possibilità di avere prestazioni impensabili solo 10 anni fa è che il cane ami quello che fa seguendo però una guida ben precisa, intransigente ma giusta. Io avevo provato gli ultimi anni con il mio e  con il sf in affido e sembrava funzionare

bionda

A quanto pare non abbiamo tutti la stessa idea su come "leggere" gli atteggiamenti di un animale. Ho visto il video con il cane nella tua presentazione e sono inorridita, sicuramente perchè non mi intendo di queste gare con i cani. Il cane mi sembrava un cerebroleso, altro che piacere a fare quello che fa  :pollicegiu:
"Entschuldige, mein Tier, ich werde schon noch dahinterkommen"
Udo Bürger
"Scusami, mio animale, prima o poi ci arriverò"