• Welcome to Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli..

Viva le donne che si sollazzano....

Aperto da Miky Estancia, Ottobre 08, 2015, 02:28:37 PM

« precedente - successivo »

PokerFace

chi partecipa corsi di lavoro da terra sul "rapporto" ci va perchè a monte ha dei problemi.
come dei corsi per educare i cani. se ti porti a casa il cucciolo e va tutto bene, ed è fantastico, e il cane fa i bisogni fuori casa, non morde, non scappa, non fa casino, è bravo, buono e bello e amabile e viene quando lo chiami e sta seduto e ti da la zampa è bravo al guinzaglio.... ma cosa ci vai a fare al corso per educazione del cane??
quindi: chi fa sti corsi li fa perchè "aliunde" non ha trovato la soluzione ai suoi problemi.
certe persone, semplicemente, non sentono il cavallo, non ne hanno l'istinto (idem con il cane eh).
è giusto che facciano questi corsi, perchè a loro servono.
perchè ci vengono piu donne? le donne tendono ad aver paura piu degli uomini, e questo è oggettivo. e tendono a viziare gli animali piu degli uomini. e tutte e due le cose (paura/insicurezza e trastullare il cavallo) sono fonte di problemi. i cavalli ti mettono i piedi in testa in un secondo se li temi o se li vizi. è un dato di fatto. ed ecco perchè ci vanno piu donne che uomini a questi corsi. perchè ne hanno bisogno piu degli uomini.
poi ovvio ci sono anche donne pallutissime, specie nell'agonismo. tendono a viziare di meno il cavallo (perchè lo cambiano spesso, per cui non lo umanizzano piu di tanto, va e viene) e hanno meno paura (perchè fanno cose toste: spinnano, smanettano tra i barili piegate come motociclisti, saltano baracconi) e hanno una buona tecnica in sella (se no non riuscirebbero a fare le complicate manovre che fanno).
e non è vero che queste persone (donne toste, agonisti e in genere uomini) sono poveretti perchè non capiscono che avere un "rapporto" col cavallo aiuterebbe.
è semplicemente che queste persone non hanno bisogno che gli venga spiegato come si fa.
ognuno di noi sa di cosa ha bisogno e sa se una cosa gli farebbe bene o no. ecco, MAGARI il mondo non è popolato da idioti che non fanno i corsi perchè, poverini, non hanno capito di averne bisogno. magari il mondo è popolato di gente normale, con bravi cavalli, senza nessun problema, che è contenta di quello che fa, che è rispettata dal proprio cavallo, che è vincente, che si diverte, che non ha bisogno che gli venga "insegnato" come avere un buon rapporto col cavallo perchè GIA' LO HA.
io non ho niente contro i vostri corsi.
sono certo che servano, servano tantissimo alle persone che ci vengono.
ma sono altrettanto certo che, se un sacco di gente non li frequenta, è perchè non gli servono. sono binomi sereni e che funzionano lo stesso.
quindi NO, per me non è affatto così, per me non sono poverini gli uomini "che non capiscono come gli sarebbe utilie"...  uno decide da solo quello che gli è utile o no. e se non viene non è per forza un povero ignorante, cretino, cavallaro.

Kimimela

Immaginavo che dietro ci deve essere una certa gerarchia e quindi rispetto per il conduttore.
Cavolo quanto mi piacerebbe provare...cosi come mi piacerebbe provare il mountain trail
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

Bubba

#32
Forse io ho le idee confuse ma credo che il rapportarsi esista nel momento in cui prendo in mano ka capezza ed entro in box.
Poker ( ti prendo ad esempio, spero non ti dispiaccia) ha pure lui un rapporto con la sua cavalla. Lo ha dal momento in cui ci interagisce.
La gestione del cavallo e' tecnica. Poker usa la tecnica che ha appreso per condurre la cavalla e lo stesso fanno le ragazze dello stage. Mikinei suoi corsi non insegba magia o esoterismo ma " semplice" tecnica.
Il cavallo dice se la tecnica/ il modo di rapportarsi e' corretto.

Io, personalmente, credo che i principi base che funzionano sono gli stessi in ogni ambito.
Alla fine si prende l' equino e gli si dice: o stellina, ora si fa come dico io. Ascolta me e starai bene, mancami di rispetto o prendi l' iniziativa e io ti rimetto a posto ( il che non vuol dire automaticamente legnarlo).

Si parte dal cavallo che cammina dietro ( la prima cosa che si insegna ai puledrotti) e si ferma a comando e poi il resto

Magari per uno che gestisce cavalli da sempre fare un corso per portare correttamente un cavallo a,mano non e' interessante perche' lo fa da una vita. Per altri puo' essere vitale ( in senso letterale.. ho visto di quelle scene!).

Un agonista ha un rapporto con il suo cavallo e non e' detto che il cavallo che passa i teli ci ami piu' di uno che salta le 130.
Poi che l' agonista cambi un cavallo ogni due anni e altri se lo tengano per sempre non cambia la qualita' del rapporto ( dal punto di vista equino)

Luna di Primavera

sono d'accordo con poker e con bubba, e trovo che le donne (compresa me all'inizio, poi me ne sono fatta una ragione) abbiano difficoltà ad accettare il fatto che l'equitazione e il cavallo in generale sono essenzialmente una questione di tecnica - e non di pucci-puccismo.

il cavallo non obbedirà PERCHE' ci vuole bene o gli siamo simpatiche o gli facciamo tanti grattini e gli diamo tanti biscotti.
il cavallo obbedirà QUANDO abbiamo chiesto le cose in un linguaggio giusto e con la giusta coerenza e (se serve) fermezza.

"come puoi farmi questo, con tutto il bene che ti voglio e con tutto quello che faccio per te!" è la tipica recriminazione (espressa o meno) della padroncina quando le cose non funzionano con il suo lallo. poi impara (o qualcuno le insegna) a fare le cose come vanno fatte e maggggicamente va tutto a posto.

e oltre ad andare tutto a posto nei risultati pratici, le cose migliorano anche nel rapporto con il cavallo. il cavallo si trova meglio con una guida autorevole e sicura che gli dice cosa si deve fare in modo chiaro e lo ricompensa quando esegue. e fu così che, col tempo, il lallo cominciò a vedere la sua padroncina con occhi diversi. e fu così che non si limitava più a eseguire e basta, ma cominciò a eseguire per farla contenta.
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

Kimimela

Ma infatti qui non si sta parlando di pucci puccismo, assolutamente!!
si sta parlando di tecnica abbinata alla creazione di un rapporto che va al di la della sola tecnica o bravura.
Se si crea questo allora il rapporto cavaliere-cavallo e' quasi Perfetto.
alcuni hanno solo la tecnica ma sono freddi, molti hanno solo il pucci pucci...e pochi hanno tecnica e sentimento.
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

Miky Estancia

Citazione da: Luna di Primavera - Ottobre 09, 2015, 03:32:58 PM
in realtà, correggimi Miky se sbaglio, il vero principale problema è quando il cavallo non ti calcola.
il che è addirittura un passo a monte del concetto di leadership.

prima di essere leader, devi "esistere" agli occhi del cavallo.
il cavallo che ti travolge, o anche solo che ti urta sbadatamente, lo fa perché "non ti vede", perché la tua presenza all'altro capo della longhina non la considera di nessun valore.. ti pensa come una pianta, un cespuglio, una cosa accidentale che sta lì come per caso.

non solo non sei il leader, proprio non sei niente per lui.

Si Luna, il problema più grave è proprio quando il cavallo non ti calcola: ai suoi occhi non siamo un soggetto dominante, ne unleader, ne un sottoposto. ...è come se facessimo parte dell'arredamento...così è  pericolosissimo poiché se ne frega altamente anche di eventuali mazzate.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

old duck

ci sono due cose in equitazione: la tecnica e l'anima diceva Oliveira.
Puoi essere un ottimo cavaliere ed avere in mano un bravissimo cavallo ma se non sai "sentire" e se non sai "creare" quello speciale feeling, non avrai compreso l'essenza dell'equitazione, altrimenti non si spiegherebbe come mai persone che hanno relativa esperienza e poca tecnica riescano ad interpretare i loro cavalli molto meglio di chi - magari - è da anni che suda in sella senza cavare una rapa dal terreno. La tecnica si può imparare, l'anima o ce l'hai o sarai sempre un mediocre, non importa quante coppe o medaglie vinci.
Riduttivi i concetti di "paura", di far le cose nel modo corretto: il cavallo è di più, molto di più. Se non sappiamo vedere questo, diventa solo esercizio fisico
Ci sono due cose in Equitazione: la tecnica e l'anima. Nuno Oliveira

PokerFace

mmmm non so.
luna per me la cosa è ancora un filino diversa da come da te descritta.
ti faccio un esempio che si capisce bene.
tu prendi un cavallo che non ha mai saltato, devi insegnargli a saltare.
il fine del salto ostacoli è portare a termine il percorso senza errori.
quindi la prima cosa che deve imparare il cavallo è che non ci si ferma davanti al salto e che lo si deve saltare.
lui può anche adorarti e magari ti segue come un cane, dorme con te, mangia con te, limona con te (no magari questo no) ma comunque se lo porti male sul salto il cavallo si fermerà.
cosa avrà imparato? avrà imparato che tu non sei poi tanto infallibile. che non è vero che sei una guida sicura, perchè se dava retta a te poteva farsi male e schiantarsi nel salto. e impara che non sempre si fa come dici tu. impara a dire di NO. e, visto che sono i suoi primi salti, avrà capito che non è detto che il salto va saltato, può essere anche evitato.
e così inizierà il problema. il cavallo conoscerà l'esistenza dell'opzione inchiodarsi.
se invece i primi salti li fa simon delestre, le cose andranno diversamente.
lui uscirà dalla curva con una distanza perfetta, senza toccare la bocca, con un ottimo equilibrio. al cavallo saltare quel semplice ostacolino sembrerà la cosa più semplice del mondo. non si fermerà, perchè simon delestre lo porterà 10 volte nello stesso perfetto, meraviglioso modo sul saltino. il cavallo avrà imparato che simon è una guida sicura, ti porta a fare cose piacevoli, non ti disturba, non ti cambia l'equilibrio, non ti mette davanti nessuna complicata difficoltà, si fa come dice lui.
ma, oltre a imparare che simon è un figo, avrà imparato l'esercizio in sè e cioè che, quando si viene portati davanti al salto, il salto va saltato. non esistono altre opzioni. il cavallo non sa che esistono altre opzioni perchè nessuno glie le ha insegnate. per tutta la sua vita, anche quando sarà montato male, il cavallo non si fermerà. acquisirà il mestiere adeguato a rimettere i piedi quando serve, a partire grande quando è necessario. ma non si fermerà perchè non saprà che ci si può fermare. e anche se sarà montato da uno che ha paura della sua ombra, che tiene le redini con due dita e che ha un equilibrio precario, il cavallo lo porterà di là dal salto. e questo, per tutta la sua vita, sia se incontrerà leader, sia se incontrerà allocchi, sarà un buon cavallo, amato da tutti, avrà una bella vita e si comporterà bene con chiunque.
voglio dire: prima che colombo scoprisse le americhe, i pomodori non esistevano. anzi, esistevano, ma per europei non esistevano. quindi non mangiavano pomodori. il cavallo non conosce la fermata, se non glie la facciamo conoscere noi. non conosce la possibilità di dire NO se, da quando è nato, viene fatto in modo che dica sempre e solo SI e non perchè costretto ma perchè SI è la risposta piu semplice e meno faticosa e che gli viene spontanea.
ai corsi sul rapporto da terra ci arrivi perchè il tuo cavallo lo conosce bene il NO, e non parlo ovviamente di salto ostacoli. vuol dire che non sei stato il delestre della situazione ma il pincopallino che non sa bene cosa fare, non ha il tempismo, non ha il senso, non ha la tecnica e non è capace.
a quel punto lo stage da terra serve, è utile.
ma è utile perchè c'è stato un casino a monte.
grazie a dio il mondo è pieno di bravi cavalli ben addestrati. certo non costano due lire. però sono soldi ben spesi, se poi sei contento e non incontri problemi di nessun tipo e ti godi in piena serenità il tempo che passi col tuo cavallo, col tuo grande amico. certo puoi sempre spendere poco e comprare un cavallo da farti da solo. ma se non sei delestre farai dei casini. e poi dovrai spendere comunque per rimettere a posto i guai che hai combinato o per farti addestrare il cavallo da un delestre. siamo sempre lì...

Miky Estancia

Citazione da: PokerFace - Ottobre 09, 2015, 03:56:37 PM
1. chi partecipa corsi di lavoro da terra sul "rapporto" ci va perchè a monte ha dei problemi.

2. perchè ci vengono piu donne? le donne tendono ad aver paura piu degli uomini, e questo è oggettivo. e tendono a viziare gli animali piu degli uomini. e tutte e due le cose (paura/insicurezza e trastullare il cavallo) sono fonte di problemi. i cavalli ti mettono i piedi in testa in un secondo se li temi o se li vizi. è un dato di fatto. ed ecco perchè ci vanno piu donne che uomini a questi corsi. perchè ne hanno bisogno piu degli uomini.

3. poi ovvio ci sono anche donne pallutissime, specie nell'agonismo. tendono a viziare di meno il cavallo (perchè lo cambiano spesso, per cui non lo umanizzano piu di tanto, va e viene) e hanno meno paura (perchè fanno cose toste: spinnano, smanettano tra i barili piegate come motociclisti, saltano baracconi) e hanno una buona tecnica in sella (se no non riuscirebbero a fare le complicate manovre che fanno).
e non è vero che queste persone (donne toste, agonisti e in genere uomini) sono poveretti perchè non capiscono che avere un "rapporto" col cavallo aiuterebbe.
è semplicemente che queste persone non hanno bisogno che gli venga spiegato come si fa.

4. ecco, MAGARI il mondo non è popolato da idioti che non fanno i corsi perchè, poverini, non hanno capito di averne bisogno. magari il mondo è popolato di gente normale, con bravi cavalli, senza nessun problema, che è contenta di quello che fa, che è rispettata dal proprio cavallo, che è vincente, che si diverte, che non ha bisogno che gli venga "insegnato" come avere un buon rapporto col cavallo perchè GIA' LO HA.
io non ho niente contro i vostri corsi.

5. sono certo che servano, servano tantissimo alle persone che ci vengono.
ma sono altrettanto certo che, se un sacco di gente non li frequenta, è perchè non gli servono. sono binomi sereni e che funzionano lo stesso.

6. quindi NO, per me non è affatto così, per me non sono poverini gli uomini "che non capiscono come gli sarebbe utilie"...  uno decide da solo quello che gli è utile o no. e se non viene non è per forza un povero ignorante, cretino, cavallaro.

1. No. La nostra utenza non è formata solo da chi ha problemi. Molti partecipano per fare cose nuove, altri proprio perché sono alla ricerca del "valore aggiunto " che da la relazione. Con queste due ultime categorie, lavorare è facilissimo perché di base ci si trova con cavalli perfettamente educati e persone che non hanno timori, ne lallismi vari.

2. Vero,le donne tendono ad avere più paura. Sono ben consapevoli di essere in svantaggio a livello di forza fisica, sono meno propense all'uso di questa e sono più umili nell'ammettere i loro limiti e quindi esitano meno nel chiedere aiuto, mentre per gli uomini, molte volte, ammettere di non saper che pesci prendere o di aver paura, è fonte didisagio, si sentono quasi sviliti nella loro virilità.  E questo è poi uno spunto per parlare della gestione degli stagisti durante i corsi  :horse-wink:

3. Adoro lavorare coi pallutissimi. Ne abbiamo avuti tanti ai nostri stages, è una delizia: dai le istruzioni e fanno, senza esitazioni e i cavalli rendono a mille, subito. Ovviamente, i pallutissimi con cui abbiamo avuto a che fare, erano alla ricerca del "di più ", il cavallo semi perfetto lo avevano già ma sentivano che gli mancava qualche piccola virgola e si, avevano proprio bisogno di qualcuno che gli desse il suggerimento giusto al momento giusto. Nessuno nasce imparato, del resto anche i migliori cavalieri ogni tanto montano sotto losguardo attento di qualche buon tecnico che può fornire qualche buon consiglio qua e la.

4. Il mondo è popolato da tanta gente. Ognuno ha i propri obiettivi, problemi, debolezze e punti di forza. C'è chi ha e sa di avere, chi ha e non lo sa, chi non ha e sa di non avere, chi non ha e pensa di avere. Non si tratta di essere furbi, poveretti o idioti. È la realtà e ognuno fa come gli pare.

5. Sembra anche a me che servano,o almeno così dicono gli stagisti  :laughter-485: :laughter-485: Gli altri, facciano come vogliono/credono/possono, non me ne faccio un problema  :ciao:

6. Non mi risulta di aver scritto o che altri abbiano scritto, che chi non fa corsi di lavoro a terra/in libertà/di comunicazione, sia un cavallaro, ignorante, cretino.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Miky Estancia

Ecco, e adesso come faccio a quotare insieme frasi di tre post diversi???? :dontknow:

Vabbè,  semplifico: Luna, Old, kimimela, vi quoto tutte e tre!  :pollicesu:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Miky Estancia

Tornando alle nostre donne sollazzanti....
Ho lavorato bene con tutte e mi sono piaciute tutte, nella loro diversità ognuna mi ha regalato belle emozioni e soddisfazioni.

Valentina e Jem...che dire...il primo giorno l'ha seguita molto di più Tony, poiché io seguivo il lavoro di Giovanna e Martina che erano kolto più avanti e volevano sollazzarsi con le paure.

Valentina era un pò tesa, ha il cavallo da poco e il signorino è buono e simpatico, ma aveva il vizio di gicare un pò troppo con la bocca, mordeva un pochetto, era sempre distratto, non stava fermo, invadeva gli spazi, ogni tanto qualche fuga....nulla di grave ma quel tanto che basta per dare un pò fastidio.

Ho visto il suo sguardo preoccupato quando con Giovanna e Martina ci divertivamo a suonare i bidoni tra i quali dormicchiavano i loro cavalli. ...pensava: noi non lo faremo vero?

I primi esercizi semplici, sul telo e la barriera era tesa come una corda di violino...e lo diceva, scherzando, che il cavallo l'avrebbe travolta....e invece no...passaggio dopo passaggio, ha preso in mano la situazione e invece di subire il suo cavallo e le sue decisioni, è  diventata dominante e sorridente.
Tanto che si è passati da occhi sbarrati e "ma devo farlo?" a sortiso e "posso farlo anche io quello, vero?"  :pollicesu:

E Jem ha smesso di invadere gli spazi, di mordere e cercare di ficcarsi tutto in bocca ed era molto attento  :occasion14:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

alex

Piano con 'sta favola che gli uomini non hanno paura dei cavalli. Anche cavalieri esperti hanno paura, solo che è una paura forse diversa da quella delle donne: loro hanno paura di perdere il controllo del cavallo, di non trovare il freno.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Luna di Primavera

credo che la paura di "perdere il controllo" sia la principale sia per i maschi che per le femmine.
di cos'altro si può aver paura, a cavallo? chiedo eh, non mi viene in mente nulla.
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

carodubbio

Citazione da: Luna di Primavera - Ottobre 12, 2015, 09:11:48 AM
credo che la paura di "perdere il controllo" sia la principale sia per i maschi che per le femmine.
di cos'altro si può aver paura, a cavallo? chiedo eh, non mi viene in mente nulla.


Si può aver paura del suo peso, 400kg che si muovono non sono una scherzo se rapportati ai nostri  80-50 kg di media, basta che ti da una musata per beccarti un livido.

Miky Estancia

Per quel che riguarda la MIA esperienza, con stagisti di entrambi i sessi, diverse età e gradi di esperienza, praticanti discipline differenti, ho potuto notare che in linea di massima c'è la paura di perdere il controllo e quinfi di farsi male.

Poi qualcuno maschera la cosa dicendo che ha paura che il cavallo si faccia male... bugia enorme detta per evitare di ammettere le proprie paure. Il primo lavoro da fare con queste persone è metterle di fronte alla realtà : una volta ammesso e accettato che aver paura è normale e non toglie nulla al proprio ego, si può lavorare per risolvere/limitare il problema.

Le reazioni delle persone, nei momenti di paura, sono diverse: c'è chi diventa una statua di sale e subisce le reazioni del cavallo; chi diventa aggressivo e chi fugge. In entrambi i sessi, anche se, sempre per quel che riguarda la MIA esperienza, tendenzialmente gli uomini sono più portati a diventare aggressivi e le donne a restare passive.

Per noi è molto importante osservare le persone già durante la parte teorica dello stage, questo ci permette di raccogliere informazioni che verranno poi confermate e approfondite durante le lezioni pratiche, e personalizzare i nostri interventi in base  alle caratteristiche del binomio.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.