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riprodurre all'interno della razza. Non così facile

Aperto da Bubba, Marzo 01, 2015, 05:10:10 PM

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Alexis85

Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 02, 2015, 10:23:55 AM


Sono regole di puro buon senso, purtroppo in Itaglia, per andare incontro al mercato, si son fatti sfaceli con i cosiddetti "miglioramenti", per esempio: l'arabo nell'aveglinese e il PSI nel maremmano; ora c'è un ritorno alla ragione, la selezione - come è giusto che sia - viene fatta all'interno della razza altrimenti secoli di lavoro andrebbero buttati via.
Questa è la logica che conduce gli allevatori seri, vedi in Germania e in Olanda.



Guarda che quello che tu chiami buon senso, in realtà buon senso non è. Si chiama preservazione della biodiversità e con il buon senso c'entra poco. C'entra con la storia, la tradizione, la preservazione di cavalli che ora non servono più ma che possono essere utilizzati... per altro.  Le razze pure possono tranquillamente essere usate per creare un prodotto più adatto alle nostre esigenze. non è sbagliato o schifoso, o assurdo... o poco serio. Poco serio è chi cerca di vendere come potenziale un prodotto insicuro e frutto di incroci fatti a caso...

ma allevare in purezza cosa vuol dire? Ma da dove derivano veramente queste razze "pure"? ebbene si: da incroci.

interessante leggere quello che dice proprio il web, riguardo al sanfratellano.


"Il cavallo sanfratellano vive ancora allo stato brado, all'interno di una superficie boschiva di oltre 11.000 ettari. L'habitat naturale del sanfratellano sono i monti Nebrodi, in provincia di Messina, in un territorio, a pochi chilometri dal mare, che si estende fra la collina e la montagna e comprende il comune di San Fratello, e quelli limitrofi di Acquedolci, Caronia, Militello Rosmarino, Sant'Agata Militello, e Mistretta. Nella zona tipica di allevamento sono iscritte circa 300 fattrici, su una popolazione complessiva di circa 3300 cavalli iscritti al registro anagrafico[1].

Si tratta di una razza legata alle genti e alla storia di un preciso territorio siciliano, ovvero San Fratello dal quale prende il nome, un'isola linguistica alloglotta gallo-italica, che nei secoli ha sviluppato una razza forte, robusta, conosciuta per la sua resistenza e frugalità. [2]

Le sue origini sono, tuttavia, molto incerte. Alcuni studiosi lo fanno discendere dai cavalli orientali importati dagli arabi prima del X secolo, altri pensano invece ad un'origine nordica di poco posteriore.[3]

Secondo quest'ultima teoria il sanfratellano discenderebbe dai cavalli portati nell'XI secolo a San Fratello dai cavalieri di Adelaide del Vasto (1074–1118), figlia di Manfredi Aleramo, marchese del Monferrato e di Savona, che sposò il gran conte normanno Ruggero, suggellando così un'alleanza in Sicilia tra aleramici e normanni.

Le nozze avvennero nel 1089 e per quell'occasione Adelaide giunse al porto di Messina in pompa magna su navi da cui sbarcarono dote, scorta e un nutrito seguito di suoi conterranei, delle sue terre del nord (in particolare dal Monferrato, in Piemonte), che l'avevano seguita per insediarsi sull'isola con animali, attrezzi e cavalli. Fu una prima avanguardia di un flusso migratorio poi massicciamente favorito per decenni. Adelaide concesse infatti alle sue genti territori in esclusiva e privilegi ancora oggi individuabili nei Nebrodi e, tra l'altro ripopolò il borgo di San Fratello con ulteriori coloni provenienti dall'Italia settentrionale (detti anche lombardi[4]) e dalla Francia meridionale (in particolare dalla Provenza). Per questo, ancora oggi, gli abitanti di San Fratello parlano un dialetto gallo-italico, un dialetto alto-italiano fortemente influenzato dal francese, diverso dalla lingua siciliana delle zone circostanti.

Il cavallo sanfratellano si dice che discenda dai cavalli di queste popolazioni. Con l'arrivo di Adelaide ha comunque origine la prima immissione consistente e storicamente documentata sull'area nebroidea di soggetti equini "nordici" appartenenti a popolazioni equine differenti da quelle insulari e da quelle precedentemente giunte sull'Isola da sud e da oriente. Si trattò dell'inizio della lunga storia che avrebbe concorso alla formazione della popolazione equina dei monti Nebrodi e della razza sanfratellana.[5]

La storia delle origini del cavallo sanfratellano dei Nebrodi resta, comunque indissolubilmente legata alle vicende storiche del territorio e alle sue genti. Quale che sia la sua origine, il sanfratellano moderno prende la sua conformazione da incroci recenti, si ritrova nella razza l'influenza di cavalli come il Lipizzano, il Maremmano[6] e il Purosangue inglese.[7][8]


Il cavallo che tanto ti piace, non è altro che ..un misto. E misti ce ne saranno tanti altri, fatevene una ragione. E' solo grazie alla preservazione delle razze tipiche che si possono evolvere altri cavalli, di tipo diverso. tu lo consideri uno sfacelo, in realtà è la normalità ed è quello che avviene da millenni e quello che è avvenuto per il tuo amato sanfratellano. Se non ci fossero stati gli "ignorianti" a fare degli incroci strani, probabilmente il tuo sanfratellano nemmeno esisterebbe.

Miky Estancia

Citazione da: Alexis85 - Marzo 02, 2015, 09:35:30 PM
Le razze pure possono tranquillamente essere usate per creare un prodotto più adatto alle nostre esigenze. non è sbagliato o schifoso, o assurdo... o poco serio. Poco serio è chi cerca di vendere come potenziale un prodotto insicuro e frutto di incroci fatti a caso...

ma allevare in purezza cosa vuol dire? Ma da dove derivano veramente queste razze "pure"? ebbene si: da incroci.


Il cavallo che tanto ti piace, non è altro che ..un misto. E misti ce ne saranno tanti altri, fatevene una ragione. E' solo grazie alla preservazione delle razze tipiche che si possono evolvere altri cavalli, di tipo diverso. tu lo consideri uno sfacelo, in realtà è la normalità ed è quello che avviene da millenni e quello che è avvenuto per il tuo amato sanfratellano. Se non ci fossero stati gli "ignorianti" a fare degli incroci strani, probabilmente il tuo sanfratellano nemmeno esisterebbe.

Concordo  :occasion14:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

raffaele de martinis

Stupendo! Le ragasse di Busto Arzizio spiegano all'esquimese come si cacciano le foche!

Detto che il mio lallo preferito, il Re dei lalli è i PSI, non capisco perché continuate a tirare in in ballo i sanfratellani, comunque, avete fatto un bel copiaincolla con molte inesattezze, se permettete cognosco un pochino de visu quella realtà.

Sappiate - care ragasse - che in primis, prima di parlare di "razza", dovreste essere informate, dovreste stabilire cos'è una razza:
in zootecnia e agronomia, categoria di animali domestici o di piante (per es. di cavalli, cani, buoi, pecore, fiori, ortaggi, cereali, ecc.) che comprende gli individui in cui, tramite selezione artificiale, sono stati fissati caratteri ereditarî (o combinazioni di essi)...


Dunque, tecnicamente, la "razza" sanfratellana non esiste, sarebbe più corretto parlare di popolazione autoctona equina: prof. Manlio Balbo - ATLANTE ETNOGRAFICO DELLE POPOLAZIONI EQUINE E ASININE ITALIANE Gandini G. (Cur.); Rognoni G. (Cur.)   Editore: CITTA STUDI

Gli antichi archivi sono stati distrutti, si può risalire alle vecchie genealogie dal 1925 in poi, e solo nel 1995 si è aperto un Registo Anagrafico per tentare di recuperare la matrice antica sanfratellana - ad oggi -  i risultati sono scadenti dato che non si è riusciti a dare un indirizzo univoco all'allevamento, anzi, per stare sul mercato gli allevatori stanno producendo dei "magnifici"  mesodolicomorfi che del sanfratellano hanno quasi niente...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Bubba

Non vorrei esser scortese ma discussioni sugli incroci ce ne sono e questa non e' una di quelle.
Esiste pure " meticcio o di razza".
Per favore, non intervenite qui sugli incroci o peggio sui gusti/ simpatie/ conoscrnze di Raffaele

alex

Il mulo è la dimostrazione dimostrata che meticcio (addirittura: ibrido infecondo) è cosa buona e giusta ma.... per fare un buon mulo i genitori devono essere di buona razza. Una buona cavalla, un buon asino. Quindi, la conservazione attenta di buone razze è presupposto anche per la produzione di buoni meticci.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Alexis85

Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 03, 2015, 01:27:43 AM


Sappiate - care ragasse - che in primis, prima di parlare di "razza", dovreste essere informate, dovreste stabilire cos'è una razza:
in zootecnia e agronomia, categoria di animali domestici o di piante (per es. di cavalli, cani, buoi, pecore, fiori, ortaggi, cereali, ecc.) che comprende gli individui in cui, tramite selezione artificiale, sono stati fissati caratteri ereditarî (o combinazioni di essi)...




ma cosa dici.... una razza non è creata tramite una selezione artificiale... assolutamente no...

definizione di razza:

"una razza è un complesso di individui della stessa specie, che si distinguono per caratteristiche somatiche e funzionali proprie, trasmissibili ai discendenti per ereditarietà".
Viene considerata come discriminante di razza anche la capacità di adattamento a un determinato territorio (bioterritorio pedoclimaticamente peculiare) dovuta a diversi tipi di isolamento: ecologico, geografico, culturale.

il san fratellano, è si una popolazione autocotna equina, ma rientra nella definizione di razza, la quale prescinde dall'essere artificiale o meno...

poi l'uomo ci mette lo zampino nel creare le razze, ma la natura le razze le crea da sola .... tranquillo...
impara tu cosa è una razza, non io.

oh, metto la definizione di razza della treccani, così non abbiamo dubbi!!!:D

RAZZA (fr. race; sp. raza; ted. Rasse, Stamm; ingl. breed, race). - complesso d'individui omogenei per i loro caratteri esteriori e per le qualità ereditarie del loro plasma germinale, così che l'aspetto somatico si trasmette invariato di generazione in generazione, salvo eventuali mutazioni. La razza è un'entità biologica subordinata alla specie e in essa compresa; due razze appartenenti alla medesima specie producono ibridi fecondi (meticci in linguaggio zootecnico), nei quali i caratteri ereditarî si trasmettono secondo le regole dell'eredità (v. eredità; genetica; ibridismo). Il concetto di razza non è stato sempre il medesimo in tutti i campi delle discipline biologiche; tuttavia la genetica moderna tende a precisarne sempre più il significato e l'estensione, per quanto la cosa riesca praticamente difficile, di fronte all'incertezza che regna circa i limiti del concetto di "specie", i quali sono spesso molto soggettivi. Un tempo la mente correva alle razze domestiche di piante e di animali, considerate come variazioni di poche specie selvagge; esse furono uno dei principali argomenti che il Darwin sviluppò a sostegno della teoria dell'evoluzione in genere e della selezione graduale. La scoperta delle mutazioni fatta dal De Vries dimostrò che una razza sorge per cambiamento improvviso ed ereditario di uno o più caratteri della specie, e le osservazioni registrate successivamente hanno dimostrato che il fenomeno è più frequente di quanto non si credesse. Il fagiano di Swinhoe dissimilis, il Pavone dalle ali nere, gli Ondulati (v. melopsittaco) gialli, azzurri, bianchi, oliva, cobalto, ecc. sono tante razze generate improvvisamente dalla rispettiva forma tipica per mutazione di uno o più fattori determinanti il colore delle penne. Altra sorgente cospicua di nuove razze è la formazione di correlazioni di caratteri determinate dall'ibridismo e differenti da quelle preesistenti. Si può supporre che ciascuna entità specifica abbia dunque avuto in origine un solo aspetto: mutazioni di uno o più fattori genetici avrebbero scisso la specie primitiva in parecchie razze e queste sarebbero aumentate ancora di numero in seguito alle nuove correlazioni determinate dall'ibridismo. Il cambiamento dei caratteri esterni e la loro diversa correlazione sono la conseguenza della mutazione di uno o più geni (fattori genetici) e della loro reciproca indipendenza. Posta la questione in questi termini, la razza è un complesso d'individui fra loro simili, e la differenza fra biotipo e razza è di misura e non di sostanza. Si suol dire "razza", quando le caratteristiche sono parecchie; molti dicono erroneamente "varietà", quando la differenza consiste in un solo carattere; per biotipo s'intende generalmente un modello che differisce da altro affine per il numero delle unità nelle quali è scomponibile un carattere multiplo. A volte "biotipo" è forse anche l'espressione di vere e proprie differenze fra due razze primitive, fra loro mescolate. La confusione tra razza e varietà, frequente nell'antica sistematica, oggi non è più possibile, dovendosi intendere per varietà qualsiasi cambiamento dovuto a cause esterne o di ambiente, cambiamento destinato a scomparire, nell individuo o nella specie, al cessare della causa che lo ha prodotto. Varietà è sinonimo di fluttuazione. Le differenze fra loro subordinate e minori di numero possono essere più opportunamente espresse usando il termine "sottorazza"; p. es., una razza di polli è scomponibile in tante sottorazze, quanti sono i colori ereditarî nei quali essa può essere distinta.

La riproduzione di una pianta per talee dà luogo a un gran numero d'individui che si somigliano tra loro come i frammenti di un medesimo organismo: qui si ha un'idea della somiglianza che dovrebbe teoricamente esistere in una razza pura. Praticamente gli organismi che si riproducono per autodivisione vanno incontro, di quando in quando, a una riproduzione sessuale, ossia a una mescolanza di plasmi germinali differenti, ond'è che, se essi vengono studiati con metodi biometrici, se ne ottiene una rappresentazione grafica eterogenea, con più di un apice. La selezione consente di separare, dalla razza studiata in massa, più linee pure, ciascuna delle quali offre un certo grado di variabilità ereditaria, che si esprime tuttavia con un grafico omogeneo, regolare, a un solo apice. Analoghe linee pure si possono isolare anche quando una specie si riproduce a mezzo di partenogenesi (v.) e di autogamia (v.); ma nell'anfigonia il caso non è teoricamente possibile, perché il germe che proviene da due gameti d'origine diversa, non ha, rispetto all'uno e all'altro dei genitori, quella grande somiglianza che caratterizza il frammento nei confronti dell'organismo da cui quello è stato separato. Tuttavia anche specie che si riproducono per anfigonia offrono, almeno rispetto a determinati caratteri, spiccata uniformità e comprendono stirpi, caratterizzate da curve di variazione ristrette e con un solo apice, che si chiamano razze pure.

Si dicono "razze locali" di una determinata specie stirpi che abitano un territorio piuttosto ristretto, dove una mutazione, salvaguardata dall'isolamento geografico, ha potuto estendersi a tutta una popolazione, formando una razza distinta, che si è sostituita a quella primitiva. Le razze locali più caratteristiche sono quelle insulari: celebri le testuggini gigantesche delle Galápagos, molto affini tra loro, ma costituenti altrettante razze distinte quante sono le isole di quell'arcipelago. Nelle maggiori isole del Dodecanneso esistono granchi d'acqua dolce (Potamon edule), ma ciascuna delle isole di Scarpanto, Rodi e Coo possiede una razza locale, i cui caratteri biometrici non coincidono con quelli delle forme delle altre isole. Anche le lepri si distinguono in tante razze quante sono le isole ora indicate, oltre a una quarta, propria di Stampalia. Specie viventi in alta montagna sono frazionate e isolate dalle pianure circostanti; viceversa le specie che vivono nelle vallate risultano separate da catene di monti. Appartengono al primo gruppo i fagiani argentati (Gennaeus) dell'Indocina, numerosissime forme dei quali sono confinate ciascuna a un massiccio montano; appartengono al secondo gruppo i fagiani reali a collo verde (Phasianus), che offrono una serie di razze locali distribuite nelle vallate comprese fra il Mar Nero e il Mar Giallo. Nelle isole Hawaii i Molluschi terrestri del genere Achatinella comprendono da 700 a 800 razze locali e ciascuna valle ha le sue forme proprie; le affinità di ciascuna di esse sono in relazione con le distanze e con l'importanza degli ostacoli che separano i rispettivi territorî. Condizioni simili sono offerte da altri Molluschi in altri paesi e il rapporto fra maggiori differenze e maggiore distanza è evidente anche nei fagiani di cui si è fatto cenno e può essere considerato fenomeno generale. Certe razze locali in via di formazione o in via di estinzione sono spesso costituite da pochissimi esemplari: p. es., il Camoscio dell'Abruzzo (Rupicapra ornata) conta circa un centinaio di esemplari e, nel momento in cui fu creato a sua protezione il Parco Nazionale, non ne contava più di 25. Quanto più un ambiente limitato offre condizioni di esistenza difficili, tanto più facilmente vi si trovano razze locali: così le caverne e le grotte ne offrono molti esempî: la stessa cosa accade in una regione divisa da numerose barriere, come fiumi, bracci di mare, montagne, mentre nelle regioni, dove non esistono ostacoli geografici notevoli, si trovano specie a larga diffusione, omogenee, che offrono soltanto variazioni individuali o direttamente collegate all'azione dell'ambiente. Agli effetti della separazione nella spazio e dell'isolamento geografico fu attribuita grande importanza nell'evoluzione delle specie da Moritz Wagner, il quale elaborò una teoria che oppose a quella della selezione naturale del Darwin. Le razze locali sarebbero, secondo il Wagner, il punto di partenza di più profondo differenziamento specifico.

raffaele de martinis

I pipponi non li leggo per principi,  la maniera migliore perché io non vi legga, vi ignori completamente è fare i pipponi.

Il marcheting et la semplificatione dominano la nostra societad, dunque, anche il mondo del lallo ne è intriso, la ggente non vol penzare, si adatta a stereotipi con rassicurante rassegnatione, inoltre la "politica" entra in ognidove ci sia dell'interesse, ci sia da prender voti e questo porta a danni incommenzurabbili.

Allevare, selezionare, fare razza è un lavoro veramente impegnativo, lo stesso dicasi per produrre gli incroci, ci vogliono molte competenze che abbiamo perdute come abbiamo perduto la maggior parte delle razze e razzette itagliane.

Eppure non fu sempre così, stranamente, il miglior lallo razzatore barocco fu il napolitano il cui sangue è tuttora presente in alcune rase di pregio iberiche, tedesche e dell'europa dell'est.
Tesio ha impresso una svolta decisiva nell'allevamento del cavallo da corsa, tutti i crack - dopo di lui -   hanno impresso nel loro DNA la firma dei cavalli di Tesio.

I migliori allevatori di lalli di tutti i tempi furono/sono gli arabi, perché? Fatta la domanda, datevi la risposta...










... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Alexis85

 strano, I tuoi post sono dei pipponi infiniti. e infatti si vede che non leggi quello che scrivi, perchè la mia risposta dimostra chiaramente che dici cose sbagliate, a partire da definizioni elementari, come quelle di razza.  cmq non importa che leggi o meno. Importa che qualcuno ti renda cosciente delle castronerie che scrivi.  Vuoi fare l'espertone? studia. Vuoi parlare di allevamento? non ci riempire di concetti da prof,lascia perdere... chi vuole insegnare prima deve imparare, e qui potresti imparare da moltissime persone. non da me, Io sono solo una povera sfigata che di tassonomia ne sa un pochino più di te, dato che sono biologa e lavoro nel campo della genetica e delle veterinaria. Impara a confrontarti, non evitare la risposta dicendo che ho scritto dei "pipponi"....bella scusa....

Per tutti quelli che "osannano" raffaele, direi che è dimostrato che

1) non sa di cosa parla , in generale

2) evita il confronto, dato che non ha elementi concreti su cui basare una discussione, se non sproloqui del tutto privi di fondamento pratico ma solo teorici.


alex

@Alexis85: Non so se mi metti fra quelli che "osannano" Raffaele, io leggo i pipponi volentieri  :horse-wink:, ma da ciò che afferma la Treccani (che pure non è il vangelo) desumo chiaramente che nemmeno il concetto di specie è privo di punti interrogativi, e che questi punti interrogativi si moltiplicano come conigli quando si procede alla definizione di sottogruppi delle specie e - aggiungo per letture varie - lo stesso avviene per le categorie superiori, dal genere in su.

A suo tempo ho avvicinato di sfuggita il mondo dei ricercatori botanici, e il problema delle classificazioni delle piante e delle vegetazioni: un continuo fare e disfare di gruppi e di criteri, una serie infinita di problemi aperti.

Forse le idee di Raffaele sono fin troppo chiare.... ma anche quando non le condivido al 100% almeno sono esposte chiaramente; poi saranno pure esposte in modo un po' sprezzante e assiomatico.... ma non si può avere tutto, io guardo il bicchiere mezzo pieno e mi ci trovo bene (resistendo alla tentazione di mollargli un cazzotto in talune circostanze, come quando mi ha definito ippotrasportato).   :horse-wink:

Di certo, neanche tu scherzi con l'aggressività nelle risposte....  :icon_eek:
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Alexis85

io ho un difetto. Sono molto diretta. "fatti... non pugnette!!!"  è il mio motto  :horse-cool: Affermare, come dici tu, che ci sono dei punti interrogativi, è un conto e prelude ad una discussione. Un altro conto è proprio scirvere una definzione sbagliata, presa da una fonte che sicuramente parlava di animali domestici (definiva la razza come selezionata solo artificialmente e questo è sbagliato... e qui non ci sono punti interrogativi eh..), e spacciarla per vera,dicendo che gli altri non capiscono niente. Che io vado a dire ad un "esquimese come si ammazza una foca"ahahahah! è divertnete effettivamente, ma io i pomposi (dal vivo oppure su internet) non li sopporto. In più mi viene a dire che non ha letto la mia risposta perchè è un pippone...dai...ma che figura ci fai? ma c'è ancora chi ci casca? ma ..oddo esiste? :blob3: :blob3: :blob3: :blob3:


Le idee di raffaele sono molto chiare. Meno male. Però sono sbagliate ;)

come a te ti ha definito un ippotrasportato e ti ha dato fastidio, a me da fastidio quando da agli altri, me compresa, dei poveri ignoranti. Oh che ci posso fare...

Miky Estancia

Citazione da: Alexis85 - Marzo 02, 2015, 09:35:30 PM
Le razze pure possono tranquillamente essere usate per creare un prodotto più adatto alle nostre esigenze. non è sbagliato o schifoso, o assurdo... o poco serio.

Citazione da: alex - Marzo 03, 2015, 09:23:27 AM
Il mulo è la dimostrazione dimostrata che meticcio (addirittura: ibrido infecondo) è cosa buona e giusta ma.... per fare un buon mulo i genitori devono essere di buona razza. Una buona cavalla, un buon asino. Quindi, la conservazione attenta di buone razze è presupposto anche per la produzione di buoni meticci.


Ecco, questi pensieri espressi da Alexis85 e Alex, mi fanno venire in mente i muli derivanti dall'incrocio tra il Mulassier Poitevin e l'asino del Poitou.
Muli di notevoli dimensioni e buon carattere, molto robusti e frugali.
Purtroppo la razza Mulassier  Poitevin (nel cui sangue ci sono apporti di Frisone) è  a rischio di estinzione, le nascite sono circa 200 l'anno...è  la razza da tiro francese che più  di tutte ha subito il danno della meccanizzazione, essendo poco conveniente la sua conversione "a carne" rispetto alle altre 8 razze da tiro.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

planetadmin

#26
Citazione da: Bubba - Marzo 03, 2015, 07:42:25 AM
Non vorrei esser scortese ma discussioni sugli incroci ce ne sono e questa non e' una di quelle.
Esiste pure " meticcio o di razza".
Per favore, non intervenite qui sugli incroci o peggio sui gusti/ simpatie/ conoscrnze di Raffaele

Come fatto notare da Bubba chiedo di tornare in topic.
"Siete stato pesato, siete stato misurato e siete stato trovato mancante"

old duck

non si è affatto off topic! Da 15 anni seguo con passione la razza cavallina delle murge e posso dire di conoscerla abbastanza bene così come ho la fortuna di conoscere alcuni dei più importanti allevatori. Pur allevando in purezza (o quasi perchè qualche "svarione" c'è stato soprattutto negli anni 80) e avendo tre linee di sangue, al momento abbiamo un indice di consanguineità pari all'8% che parrebbe poco ma che ci fa vedere chiaramente che se non interverremo con immissione di sangue diverso, fatalmente andremo incontro a problemi. Il nocciolo della questione è cosa produrre per le esigenze del mercato, ovviamente restando in razza e non producendo derivati. Se qualcuno conosce un pochetto il cavallo murgese sa bene quanta diversità morfologica esiste, non solo all'interno delle linee di sangue ma trasversalmente. Io credo dovremmo assolutamente andare verso l'approvazione di meno riproduttori a vantaggio di una meglio definita morfologia e attraverso prove attitudinali di prestazione e di carattere. Se vi interessa o se avete domande su questa razza sono a vostra disposizione: non la voglio far lunga. Che non sia facile riprodurre entro razza è un dato di fatto ma, ancor più difficile è produrre soggetti derivati (che dovrebbero avere un LG a parte) che andrebbero ad esempio a coprire richieste più performanti a livello sportivo
Ci sono due cose in Equitazione: la tecnica e l'anima. Nuno Oliveira

Miky Estancia

Ecco, Old, proprio quel che intendevo con l'esempio del Mulassier Poitevin! :occasion14:

La consanguineita'!
Riprodurre la razza Mulassier non è  affatto facile visto l'esiguo numero di soggetti.
Apportare sangue esterno è una cosa delicata, si rischia di annacquare e perdere le caratteristiche tipiche della razza, con un danno doppio, poiché  non si riversa solo sulla razza Mulassier, ma anche sui muli che da essa derivano, prodotti da secoli per rispondere ad esigenze ben precise.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

raffaele de martinis

Raffele, nel 95% delle volte, non espone ideie sue ma di illustri cavallerizzi, di chiari ippologi, di importanti studiosi, fa riferimento a trattati/testi famosi/che dovrebbero essere famosi presso noi ragasse che ciarliamo di lalli.

L'ho sempre detto, Alex confermi?

Premesso che anche i sopra personaggi possono sbagliare, possono esser discussi, Decarpentry, Tesio,  Oliveira, Chiari, Gianoli, Balbo etc. etc. hanno/dovrebbero avere - alla priora - una riconosciuta autorevolezza nel loro campo.

Dunque mi sollazzo altamente quando delle ragassete di primo pelo - per sola giusta antipatia nei miei confronta - mi si scaglia contro/si scaglia contro quelo che scrivo perché - in realtà - si sta scagliando: contro Caracciolo, Baucher, Olms, Steinbrecht, LeBon, Brenneman persino... lo so lo so è dura competere con questi personaggi.

Il murgese, che  - la prima volta che ne vidi uno (primi anni 70 del s.s.) - si chiamava: Cavallo Agricolo delle Puglie ed era completamente differente dai bestii che vediamo hora,  ha un istoria ben documentata, ma, aggiustata et romanzata per esigenze di marcketing.
La realtà di questo lallo l'ha riassunta in maniera lapidaria un tizio assai esperto della rassa che conobbi a Verona tanti anni fa, disse: gli allevatori pugliesi - finora - hanno tentato di trasformare un forte apparato cardio respiratorio in un efficientissimo tubo digerente.

Da sempre in Puglia c'è stato e c'è il più alto conzumo di carne equina... perché esiste ancora l'asino di Martina Franca? E pereché quelo è l'asino più grosso in Itaglia?

http://www.horseprotection.it/dett_articolo.asp?id_a=26


... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...