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Rapporto da terra e da sella

Aperto da milla, Novembre 24, 2014, 07:28:37 PM

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Kimimela

Anche io amo molto il rapporto da terra. Non il pucci-pucci, si va bene anche quello, ma mi riferisco a delle cose ben precise.
Io amo molto affontare le paure da terra, si rafforza il binomio e la sensazione che il cavallo ha di noi come capobranco nei momenti "bui".

Poi anche tutto il lavoro alla corda e' importantissimo per il binomio perche fa in modo che ci si conosca reciprocamente.

E poi e' ovvio che il cavallo ci riconosce, chiunque abbia avuto modo di interagire coi cavalli lo capisce.
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

milla

Quindi il lavoro a terra (libero, non a corda) tipo Parelli, Roberts ecc. non ha nessuna influenza sulle prestazioni del cavallo montato? Serve solo per l'educazione del cavallo a terra?

raffaele de martinis

Citazione da: alex - Novembre 24, 2014, 11:59:02 PM
Per quel che vale la mia esperienza, un buon lavoro da terra (e per "buon lavoro da terra"  mi riferisco a attività Parelli o parelliforme)  aiuta eccome, il binomio cambia parecchio anche nel lavoro da sella; ma ho avuto l'impressione che il maggiore beneficio lo abbia il cavaliere, è lui che "cambia mentalità" e che poi, montato in sella, è molto diverso.

Suppongo che anche altri stili di lavoro "da terra" abbiano un risultato simile; ma non conoscendoli, lascio la parola a chi li conosce.

Vorrei precisare la mia risposta: che contestava quello che ho sopra segnalato in neretto e comunque, quanto sotto dovrebbe chiudere la discussione:

Si può essere dei magnifici addestratori di lalli da terra senza saper montare allo lallo... Bice che dice?
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Luna di Primavera

#18
Citazione da: milla - Novembre 25, 2014, 10:16:45 AM
Quindi il lavoro a terra (libero, non a corda) tipo Parelli, Roberts ecc. non ha nessuna influenza sulle prestazioni del cavallo montato? Serve solo per l'educazione del cavallo a terra?

secondo me no, in termini di performance del cavallo.
per es. i movimenti laterali imparati bene a terra non è detto che verranno altrettanto bene a sella, perchè nella qualità del movimento subentrano le millemila variabili connesse alla presenza del cavaliere. ciò chiaramente non significa che il lavoro a terra non sia utilissimo per insegnare al cavallo i vari comandi, per ripresentarli al cavallo successivamente a sella.

anche secondo la mia micro esperienza però il lavoro libero ha un'enorme influenza sulla performance del cavaliere, mi riferisco a medio-dotati o imbranati o paurosi. perché ti mette in condizione di conoscere meglio il cavallo, di prenderci confidenza, di acquisire sicurezza nella relazione, e tutto questo ti porta ad avere una maggiore padronanza di te, delle tue azioni e delle tue emozioni anche in sella.

I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

Kimimela

Citazione da: milla - Novembre 25, 2014, 10:16:45 AM
Quindi il lavoro a terra (libero, non a corda) tipo Parelli, Roberts ecc. non ha nessuna influenza sulle prestazioni del cavallo montato? Serve solo per l'educazione del cavallo a terra?
No no le ha eccome le influenze poi da sella.
Per esempio come spiegava Micky della estancia coi cavalli da lavoro/attacco, prima si insegnano I comandi da terra e poi attaccati in modo tale che il cavallo sa gia cosa gli stiamo chiedendo.
Stessa cosa puo avvenire da sella: io insegno un comando da terra che poi , associate a una parola, lo si fa anche da sella.
Inoltre da terra si puo' riuscire ad instaurare un bel rapporto di fiducia uomo-cavallo.
Per me un cavaliere che monta e basta senza fare lavoro da terra, e' un cavaliere a meta'.
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

rhox

il vantaggio di parelli and co è che insegna al cavallo a rispondere alle pressioni.. vuol dire che se da sella metto la gamba il cavallo ha imparato che deve muoversi lontano: è più facile insegnare a spostarsi e quindi montare.
con questo non vuol dire che farà appoggiate migliori delle altre o che io imparo ad insegnare a fare le appoggiate (se devo farlo con un altro cavallo che non ha una base parelli non so da dove cominciare) o che diventa felice di farlo perchè glielo chiede il suo proprietario/mezzafida/allievo della scuola..

quindi questi metodi non migliorano il rapporto di per sè, migliorano la comunicazione.
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

camilla

Sicuramente il cavallo riconosce il suo proprietario, sia che sia a piedi che in sella. Che il cavallo sia più gentile col suo proprietario quando questi è in sella se con lui ha un buon rapporto, di questo ne dubito. Credo che il suo comportamento dipenda solo dall'abilità del cavaliere. Con la mia araba, con me da 13 anni, ho un rapporto magnifico, ci capiamo senza bisogno di parole. Quando sono in sella va semplicemente con la voce o con minimi spostamenti del corpo, ma se mi deve piantare qualcuna delle sua mostruose sgroppate non sta certo a pensare ah è la mia amica, vediamo di non farla cadere. Anzi, direi che un cavallo è abilissimo nel capire se può far fesso il suo cavaliere, indipendentemente dal rapporto che ha con lui! Ho tenuto il mio primo cavallo per 25 anni, e non mi ha mai buttato per terra volontariamente. Per qualche tempo lo ha montato un ragazzo che lo adorava, con cui aveva un rapporto stupendo. Beh, il cavallo lo prendeva in giro: se il ragazzo voleva girare a destra, lui girava a sinistra. Fingeva di saltare ma si piantava improvvisamente, scartava, glie ne faceva di tutti i colori e il poveraccio era sempre per terra. Secondo me si divertiva da pazzi.

milla

Luna e Camilla hanno colto il senso della mia domanda.
Io non parlavo dell'ADDESTRAMENTO a terra, quello è ovvio che è fondamentale e ci aiuta anche in sella (come dicevano Rhox, Kimi e Miky), non si discute neanche.
Io parlavo di relazione "affettiva" cioè non lavoro o addestramento da terra ma semplicemente il rapporto cavallo-cavaliere che lo accudisce, gli parla, lo porta a brucare ecc. insomma cose simili e mi pare di capire che, tutto sommato, ha ragione Alex cioè è il cavaliere che prende confidenza e diventa più fiducioso quindi più rilassato in sella.

alex

Mi ripeto ma pazienza.

Mi sono fatto l'idea che un buon governo sia un passo essenziale dell'ammansimento, e abbia anche aspetti di vero ammaestramento (es. alzare i piedi e tenerli sollevati). Non sono convinto che nasca una relazione affettiva, ma sono certo che è essenziale per insegnare al cavallo che la vicinanza dell'uomo è un'esperienza piacevole, fisicamente e non solo. In fondo il governo è una forma di grooming - e tutti sappiamo quanto il grooming reciproco sia essenziale nelle relazioni fra cavalli. La cosa importante è ricordarsi che nel governarlo è quasi più importante che per il cavallo sia un'esperienza piacevole, che l'aspetto igienico o estetico. Nell'epoca in cui ai cavalli restii si legava alla coda un gatto inferocito per "incoraggiarli" ad andare avanti, ai garzoni era vietato alzare la voce o sgridare il cavallo, mentre lo governavano. Qualcosa vorrà dire.

Se poi, su queste basi, si possa costruire un'amicizia uomo-cavallo, se questa amicizia sia utile o dannosa nel momento di salire in sella, se sia pensabile una "equitazione fondata sull'amicizia" o un "addestramento fondato sull'amicizia", è tema interessante ma "divisivo", come abbiamo avuto modo di constatare in altre discussioni; di certo un "addestramento fondato sull'amicizia" violerebbe l'assioma di L'Hotte, ma anche le "fasi" di Parelli e pure il "principio dell'intensità crescente degli aiuti" dei copmportamentisti puri come McLean.

A un amico possiamo chiedere molto, possiamo chiedergli di rischiare la vita per noi, ma non possiamo chiedere l'obbedienza.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Ma quando mai!
Se a cavallo ci sai andare non hai bisogno della affettività da terra.
Se non ci sai andare, ti puoi corcare collo lallo, i risultati saranno sempre scadenti.

Ci fu un periodo che - ogni giorno - montavo/maneggiavo alle corde 5/6 lalli differenti e sconosciuti i giuocazzi non erano stati ancora inventati e non ne sentivamo la mancanza.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

elleon

Io non credo si possa parlare di " legame affettivo", almeno non per come lo intendiamo noi. La semplice relazione da terra che implica il grooming, il brucare o il passeggiare implica comunque una buona educazione da parte del cavallo e del cavaliere. Spesso si vedono cavalli tirati fuori dai paddock che si buttano a mangiare l' erba trascinandosi dietro il proprietario o cavalli che mentre li accudisci non stanno fermi un attimo o che si prendono delle libertà come mordicchiare una manica o tirare una giacca con i denti, la volta poi che sbagliano la mira e addentano il braccio noi li sgridiamo. Tutto questo va prevenuto prima. Il lavoro da terra inizia appena entriamo nel box del cavallo per mettergli la capezza, il modo in cui ci atteggiamo con lui, la sua disponibilità nel " venire con noi". La maggior parte dei cavalieri traffica a mettere la capezza perchè il cavallo continua a mangiare il fieno e non è collaborativo, non alza la testa, ignora il cavaliere, è una lotta di forza su chi riesce nel suo intento.
Il buon legame, la buona comunicazione , il buon lavoro da terra rende il risultato che quando entri nel box il cavallo si infila praticamente la capezza da solo mentre tu la tieni in mano. Che ti segue di fianco mentre cammini, che se ti metti a trottare lui trotta accanto a te. Se lo fai pascolare tiene la distanza da te e non ti salta sui piedi, nè ti viene a brucare sui piedi e quando lo richiami per tornare in box ti segue senza fare resistenza. Tutto questo si ottiene con del lavoro da terra che stabilisce i ruoli di entrambi e facilita la comunicazione. C'è chi lo chiama addestramento o comunicazione. In entrambi i casi il risultato è il medesimo, affinare il rapporto e avere un buon legame con il proprio cavallo che non implica più strattoni di longhina, discussioni e fraintendimenti. La stessa comunicazione che applico da terra me la ritrovo in sella. Se ho un cavallo poco collaborativo nella semplice gestione da terra non l' avrò neanche in sella. Appena gli chiederò qualcosa che và oltre il suo normale lavoro o che lo impegna maggiormente avrò difese mentali e paure. Ho lavorato per un mese a terra impartendo comandi vocali e ora li utilizzo anche in sella senza aiuto di mani e gambe. Che sia addestramento o comunicazione il risultato che ho ottenuto è che ci capiamo senza litigare.
Conquista la fiducia di un cavallo e avrai conquistato il mondo..

Luna di Primavera

Citazione da: milla - Novembre 25, 2014, 01:14:04 PM
Luna e Camilla hanno colto il senso della mia domanda.
Io non parlavo dell'ADDESTRAMENTO a terra, quello è ovvio che è fondamentale e ci aiuta anche in sella (come dicevano Rhox, Kimi e Miky), non si discute neanche.
Io parlavo di relazione "affettiva" cioè non lavoro o addestramento da terra ma semplicemente il rapporto cavallo-cavaliere che lo accudisce, gli parla, lo porta a brucare ecc. insomma cose simili e mi pare di capire che, tutto sommato, ha ragione Alex cioè è il cavaliere che prende confidenza e diventa più fiducioso quindi più rilassato in sella.

io però non parlavo di grooming né di brucare né altro - che fanno comunque parte della relazione col cavallo, chiaramente.

io parlavo di lavoro a terra "tipo parelli" sia con finimenti sia libero (intendendo senza né corda né capezze, solo il frustone o la bacchetta in mano), ma mi riferivo comunque a esercizi, "giochi" e richieste.

il grooming e brucare non sono "esercizi": sono semmai un momento positivo da condividere, che però può diventare disastroso se il cavallo è maleducato (come dice bene elleon).
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

Luna di Primavera

#27
mi ricordo, milla, quando ti son venuta a trovare, che sei andata a prendere la cavalla al paddock, e tornando con la cavalla condotta a mano l'istruttrice ti invitava a fare degli alt. ricordo che tu battevi un piede a terra associandolo al comando alt e la cavalla correttamente si fermava un passo dietro a te senza avanzare né affiancarti né tantomeno superare (e allora "braaaava!").

ecco, questo è un esempio di esercizio da terra, apparentemente banale, ma che racchiude in sé tantissima "equitazione".
intanto, implica il principio della cosiddetta "gerarchia": il cavallo non deve superarti ma starti a rispettosa distanza. in soldoni significa che quando ci sei tu non può far quel che vuole ma che ci sono regole da seguire, comandi da ascoltare e un'autorità da rispettare.
poi, insegna al cavallo a interpretare i segnali del tuo corpo (per es. il piede che batte, che "annuncia" la richiesta, in questo caso la richiesta di fermarsi)
gli insegna, o nel tuo caso conferma, un comando vocale (alt, riproponibile anche da sella)
applica il principio del rinforzo positivo (braava) che ti tornerà immensamente utile in sella
e forse chissà cos'altro

ma.. non è che con questo la cavalla da montata sarà più brava a fare gli alt piazzati. in questo senso non ha effetto sulla performance del cavallo.

invece tu (.. tu è per dire, tanto per restare nell'esempio) pian piano diventi sempre più disinvolta a trattare con lei, acquisti confidenza e fiducia, e questo ti crea uno stato d'animo positivo che ti porti anche in sella. inoltre grazie a queste piccole cose cominci ad sviluppare una mentalità "addestrativa" e una tecnica comunicativa che spontaneamente traslerai in sella. e allora sì che la tua performance, o meglio la tua equitazione nel suo complesso, migliora.
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

old duck

ora dirò delle cose per cui sarò quasi sicuramente "lapidata". Al di là del fatto che il cavallo sappia riconoscere, non solo le persone ma anche gli animali diversi dalla propria specie, sono fermamente convinta che un rapporto fatto di costante grooming, cure, parole, brucate alla longhina e AFFETTO giovino tantissimo e consolidino il rapporto tra cavallo e cavaliere. In 6 mesi abbiamo, ad esempio, trasformato un cavallo nervoso che ciucciava qualsiasi cosa, ossessivo compulsivo con il cibo, in un cavallo assolutamente pacifico e tranquillo. Ovviamente è fondamentale l'addestramento e il lavoro da terra ma questo entra nella sfera dell'educazione e del lavoro. Tanto più vero e sperimentato con il primo cavallo che abbiamo avuto che era dominante, con atteggiamento aggressivo: sparito completamente. Dilungarsi nella pulizia e magari passare un po' di olio alla fine facendo un bel massaggio rilassa. Parlare con voce calma e rilassata: tanto più un cavallo è nervoso, tanto più dobbiamo essere calmi. Anche la gestualità è importantissima. Chiamatelo per nome, parlategli, perdete tempo con lui. Se non ama il grooming, portatelo a brucare anche fuori dal maneggio, concedetegli sempre un tempo di relax totale in vostra compagnia dopo il lavoro. Sicuramente migliorerà il vostro rapporto anche in sella, indipendentemente dalle vostre capacità. Se avete un rapporto costante con il vostro cavallo, a lui non importerà se non siete Valentina Truppa.
Ci sono due cose in Equitazione: la tecnica e l'anima. Nuno Oliveira

rhox

certo old, ma non è che perchè lo porto a mangiar erba o lo coccolo che mi farà un'appoggiata perchè "mi vuole bene".
al di là dell'affetto per poter montare ci vuole la tecnica e poco può supplire alla sua mancanza. magari un cavallo che "mi vuole bene" si sforzerà a interpretare un mio segnale poco chiaro o imparerà a fare qualcosa anche con due segnali contraddittori per il piacere di accontentarmi (e qua rientra anche l'aspetto caratteriale dell'equino), ma non farà nulla da zero.

la mia psi è una cavallina d'oro, qualsiasi cosa le chiedi in modo gentile non ti dice no ma magari fa mille facce brutte per mostrare la sua contrarietà. esprime il suo sentimento solo a livello facciale e senza per questo inficiare la sua performance. allo stesso tempo quando ci sale qualcuno che richiede le cose in modo più tecnico la sua reazione è piantarsi 4 piedi a terra e aspettare che ti stufi: max c'ha provato con le due piste che con me faceva in bb. con lui sopra che chiedeva in modo più "forte" la cavalla ha solo mostrato il dito e ha atteso che scendesse, con nicola che fa un briciolo più fatica ad adattarsi alla sella quindi propone delle richieste più morbide fa l'esercizio in bb o filetto moltiplicando le facce brutte che fa a me..
e nicola a terra ha forse un rapporto migliore del mio!
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso